La pioggia batteva in modo costante sulle spalle del ragazzo che, da solo, sì apprestava a trovare un riparo sotto qualche sporgenza.
Jimin conosceva la città a memoria dato che le sue strade erano la sua casa, ma sfortuna vuole che lui in quella zona non ci fosse mai capitato e la fitta pioggia non aiutava di certo il suo senso dell'orientamento.Era una zona ricca della città, questo si capiva dalle numerose villette affiancate e dagli ampi giardini che le circondavano.
Il ragazzino dai capelli rosa non aveva mai fatto in vita sua ciò che stava per fare, poteva essere considerato un rozzo ragazzo di strada, o un delinquente qualsiasi ma in realtà Jimin aveva un animo buono che pochi possono vantarsi di avere, non aveva mai commesso reati di alcun tipo, ma la vista cominciava ad annebbiarsi per il freddo e i vestiti ad inzupparsi unendosi al suo corpo minuto e se fosse rimasto ancora sotto la pioggia avrebbe sicuramente preso la febbre, perciò con i sensi di colpa che sembravano divorarlo si avvicinò alla prima villetta che sembrava vuota, dato le luci spente, e scassinò la serratura con la punta del coltellino che portava sempre dietro e vi entrò lasciando il rumore della pioggia fuori dall'abitazione.
Il calore e l'asciutto che lo avvolsero gli fecero fare un brivido di piacere arrivando persino a chiudere gli occhi e bearsi di quel tepore che sapeva di casa e che lui non sentiva da anni. Iniziò a guardarsi intorno ma fu una mossa sbagliata dato che non fece altro che accrescere il senso di colpa che si irradiava dal suo petto fino a creare un nodo in gola e nello stomaco, ma cercò di dare la colpa di questi sintomi ai vestiti bagnati che lo stavano facendo ammalare. Dai numerosi attestati incorniciati sulla parete si poteva capire che il nome di chi abitava la casa era Jeon Jungkook e che era il capo di una qualche azienda che si occupava di esportazione e importazione dall'estero e si poteva certamente capire che era ricco da far schifo.
Il ragazzino si stava ancora girando intorno quando il rumore della serratura della porta lo fece voltare velocemente verso quest'ultima, come accidenti aveva fatto a non sentire la macchina arrivare nel vialetto? si maledì mentalmente e cerco di trovare in fretta una soluzione che però sembrava non arrivare, tant'è che si ritrovò imbambolato davanti ad un ragazzo di circa una ventina d'anni, alto e dai capelli castani vestito di tutto punto ,anche se fradicio, con una ventiquattr'ore in una mano e l'altra ancora sulla maniglia mentre reggeva le chiavi che non aveva dovuto usare e che alzò lo sguardo alquanto confuso nel trovare la porta non chiusa a chiave e cambiando l'espressione in una abbastanza intimidatoria non appena poggiò gli occhi sul sottoscritto.Pov's Jimin
Bene adesso sono fottuto, non mi sono mai cacciato nei guai in questi anni nonostante vivessi per strada e la gente mi disprezzasse per questo, non ricordo neanche l'ultima volta in cui mi sono arrabbiato con qualcuno tanto da fargli qualcosa di cattivo, semplicemente perché non riesco ad esserlo, ma ora mi ero cacciato in un bel problema.
Diavolo avevo scassinato una serratura e mi ero introdotto in un'abitazione privata! Per giunta di un ricco proprietario di una qualche azienda e che solo adesso avevo constatato essere oggettivamente un bellissimo ragazzo, potevo essere punito legalmente per questo.
<<Posso spiegare...non è come sembra>> metto le mani avanti con poca convinzione dato che non ho la minima idea di cosa fare, lui sembra notarlo perché fa uno strano ghigno e risponde di rimando <<ah sì ragazzino? E allora come è? Perché a me sembra proprio che tu ti sia introdotto in casa mia e magari che so...hai anche rubato qualcosa?>> <<NO! Non ho rubato nulla lo giuro, stava piovendo e avevo freddo, inoltre non conoscevo la zona e so di aver sbagliato ad introdurmi in casa sua ma mi sembrava l'unica soluzione per non morire di freddo e per non ammalarmi>> dissi in un fiato, non sono neanche sicuro se abbia capito qualcosa, intanto però le mie lacrime cominciavano ad affiorare...non volevo finire in riformatorio...alzai la testa, precedentemente abbassata per non fare notare le lacrime incombenti, sentendo un sospiro <<senti... quanti anni hai?>> fui sorpreso da quella domanda, cosa gli interessava di quanti anni avevo? però risposi per non aggravare la situazione più di quanto già lo fosse <<...16...>>spalancó impercettibilmente gli occhi per poi ricomporsi <<16? E cosa ci fa un ragazzino minorenne in giro per strada da solo sotto la pioggia alle otto e mezza di sera?>> fece quasi sorpreso, a quella domanda abbassai di nuovo la testa <<Io...senta io posso andarmene anche adesso, la prego non mi denunci, non tornerò mai più lo giuro>> <<ti ho fatto un'altra domanda>> perché avrei dovuto rispondergli? Non poteva semplicemente lasciarmi andare? decisi di parlare dato che ero io dalla parte del torto essendomi introdotto in casa sua<<Non ho una casa...vivo per strada...adesso posso andare?>> dissi dopo qualche minuto di silenzio in cui ci guardavamo, io per capire le sue intenzioni, lui proprio non saprei, ma il suo sguardo non era cambiato poi molto da quando era entrato anche se ho notato che adesso era puntato più sulle mie labbra che su altro, l'ultima mia frase sembrò più un imploro detto rapidamente<<Non posso mica lasciare andare un minorenne senzatetto in giro da solo per la città, inoltre fino a prova contraria tu sei entrato senza permesso in casa mia, non mi sembra molto coerente lasciarti andare così>> spalancai gli occhi adesso un po'arrabbiato, io volevo andarmene e lui non me lo permetteva, nonostante gli avessi detto che non l'avrei più rivisto <<E perché no!? La prego mi faccia andare, io sono sempre da solo per strada non sarebbe la prima volta, inoltre non ho rubato niente le ho solo un po'bagnato il parquet e mi dispiace, ma la prego mi faccia andare>> lui sospirò di nuovo guardando effettivamente per terra la piccola chiazza d'acqua che avevo creato e finalmente si mosse dall'ingresso spostandosi più verso di me ghignando, al che feci un passo indietro, ma poi sembrò cambiare espressione e sospirò massaggiandosi il ponte del naso con le dita e chiudendo gli occhi <<Senti non sono arrabbiato ok?e non ho intenzione di denunciati dato che sembra che tu non abbia cattive intenzioni, sono tornato ora dal lavoro, sono distrutto e mi ritrovo un ragazzino dalla faccia d'angelo e i capelli che sembrano una di quelle caramelle alla fragola per i bambini nel soggiorno, perciò non rompere perché ti sto semplicemente proponendo di rimanere dato che fuori c'è il diluvio universale e sembra che tu non abbia nient'altro da metterti a parte quella maglietta a maniche lunghe e io sono stanco anche solo per parlare ancora. Perciò ti porto in bagno ad asciugarti, ti do un cambio e poi mangiamo ok?>> la mia faccia era paragonabile a quella dell'urlo di Munch da quanto la mia bocca e i miei occhi erano spalancati, avevo sentito bene?il ragazzo mi aveva appena chiesto di restare a casa sua nonostante io mi ci sia intrufolato all'interno? Mi aveva proposto di rimanere nonostante non mi conoscesse e sapesse che ero un ragazzino che viveva per strada, quale miracolo è appena accaduto dopo tutto questo tempo passato da solo?<< Ma sta dicendo sul serio? Perché le ripeto che io posso anche andarmene...insomma non voglio crearle alcun tipo di disturbo...e poi non piove così tanto>> mi ripresi mentre un tuono irradiava dal cielo proprio sulle mie ultime parole, facendomi tremare leggermente, come a confermare ciò che lui aveva detto prima <<il bagno è di qua>> rispose solo lui mentre io ero ancora imbambolato all'ingresso dove lui mi aveva lasciato per andare verso il bagno.
<<Allora? Vuoi forse rimanere tutto il tempo davanti alla porta?>> Arrivò la sua voce dal corridoio in cui era scomparso presumibilmente nella stanza prima citata, così finalmente mi mossi e lo seguii, arrivai all'unica porta aperta che c'era nel corridoio e quello che vidi all'interno mi fece spalancare gli occhi e la bocca per la milionesima volta da quando ero qui; il ragazzo ,che ancora non mi aveva confermato di chiamarsi Jungkook, era intento a togliersi la camicia bagnata per passarsi un asciugamano sul torso dal quale scendevano varie goccioline anche dai suoi capelli che gli ricadevano davanti agli occhi<< Hey, che c'è perché stai lì impalato? Se non ti asciughi prenderai un malanno e io non ho voglia di prendermi cura di un ragazzino malato...a proposito come ti chiami? Sai per quanto mi piaccia chiamarti ragazzino credo che non sia appropriato dato che adesso sei nel mio bagno e quindi dovrei teoricamente almeno conoscere il tuo nome,Io sono Jeon Jungkook>> staccai finalmente gli occhi dal suo torace e sono sicuro che le mie guance stessero andando a fuoco dall'imbarazzo, avevo capito di essere gay da poco dato che per strada erano più le volte che mi giravo a guardare un bel ragazzo che le inesistenti volte in cui lo facevo con una ragazza, ma non avevo di certo mai visto un ragazzo senza maglietta e soprattutto non con quel corpo che lui invece si ritrovava...mi sentii strano ma diedi ancora la colpa ai vestiti bagnati e quindi al mio imminente malanno. Scossi la testa <<Jimin, Park Jimin >> <<Bene Park Jimin>> calcó il mio nome, e in quel momento quel banale gesto mi fece andare in subbuglio lo stomaco tant'è che sobbalzai leggermente spostando lo sguardo sulle sue labbra, ma ancora una volta indovinate a cosa detti la colpa? <<Piacere di conoscerti, tieni>> mi porse un asciugamano incitandomi a spogliarmi per asciugarmi, cosa che io feci molto lentamente giusto per non sembrare un idiota, girandomi dall'altra parte e partendo dalla maglietta rimanendo a torso nudo con la faccia più rossa che mai, adesso sentivo il suo di sguardo sulla mia schiena e mi girai per confermare quello che sentivo e infatti lo trovai che distoglieva velocemente lo sguardo da me, mi guardava sicuramente perché ero troppo magro e basso in confronto a lui che era alto e muscoloso, forse gli faccio solo pena perché sono debole?
Finiamo di asciugarci e vestirci in silenzio, non senza aver avuto difficoltà ad indossare i suoi vestiti, che avevano un buon odore ma che erano troppo grandi per me dato che dovetti arrotolarmi le maniche più e più volte e lo scollo continuava a scendere, ma a quel punto una domanda mi venne sponatanea: perché non si era finito di cambiare in camera sua?e come mai mi sentivo così...bene, con una persona che avevo conosciuto da così poco?
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𝐈'𝐦 𝐟𝐢𝐧𝐞 𝐛𝐞𝐜𝐚𝐮𝐬𝐞 𝐲𝐨𝐮 𝐚𝐫𝐞 (Jikook/Kookmin)
Fanfiction(~!crossdressing/age gap/eating disorder/smut!~) Jimin è un ragazzino di strada che in una fredda serata di Gennaio si intrufola in una villetta per trovare riparo dalla pioggia. Jungkook è il ricco proprietario della villetta in cui Jimin si è intr...