-Hug me-

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Anche mangiare era diventato difficile per il piccolo Jimin, erano anni che non faceva un pasto come si deve e il suo organismo ne risentiva parecchio iniziando a rifiutare tutto ciò che poteva ingerire. Il ragazzino peró stava letteralmente morendo di fame e non gli sembrava educato rifiutare il pasto caldo che il proprietario della casa in cui si era introdotto gli aveva offerto
e se si parlava di educazione, tralasciando la necessità avuta quella sera di introdursi in un'abitazione privata, lui aveva la fedina immacolata.

Pov's Jimin

Ho un meraviglioso, inebriante e fumante piatto di ramen davanti ai miei occhi e le bacchette nella mia mano destra, lo stomaco brontola all'odore delle spezie e del caldo brodo ma il mio corpo non ha ancora mosso un muscolo e anzi sento quella familiare sensazione che di solito provo in presenza di cibo: paura.
Sì, ho letteralmente paura di ingoiare qualsiasi cosa sia commestibile perché so che il mio debole stomaco non reggerebbe a tale azione, era forse da quattro anni e mezzo a questa parte che non lo faceva più, quella parte del corpo aveva smesso di funzionare e al posto di farmi provare piacere nell'essere riempito, mi faceva provare sollievo nell'essere svuotato.
<< Che fai non mangi? Non hai fame? I ragazzi di strada non c'e l'hanno?...ero sicuro fosse il contrario>> cosa era quello? sarcasmo? <<Non ti piace il ramen?posso preparare qualcos'altro se vuoi, dimmi cosa preferisci, anche se non ho molto in casa, di solito mangio sempre cose d'asporto oppure ceno fuori>> no, non era sarcasmo, quella era preoccupazione, come fa a provare preoccupazione per uno come me? perché non è spaventato dal fatto che non mi conosce neanche?
<<Ho fatto qualcosa di sbagliato? Perché non rispondi?>> è accigliato, ma sempre estremamente attraente, ah accidenti! <<No...tu...sei... perfetto>> cosa stracazzo ho appena detto? Ho chiuso un secondo gli occhi per cercare di riformulare un discorso sensato e che possibilmente non mi faccia morire dall'imbarazzo <<umm...volevo dire...che... sì, insomma non sei tu il problema sono io...mio dio, sembra una di quelle frasi che si dicono per mettere fine ad una relazione>> borbotto disperato e consapevole di avere il viso completamente rosso, porto una mano sulla fronte e chiudo gli occhi, ero forse diventato incapace di stare con le persone ora che non ci stavo più da parecchio tempo?, almeno mi ero sbloccato dal mio stato di immobile, alzo lo sguardo, il suo é ancora accigliato <<No...umm...non c'è nessun problema, ora mangio, sto solo aspettando che si raffreddi>> perché cavolo non ci avevo pensato prima a quella scusa geniale <<ok...>>.
Prendo una generosa dose di noodls sapendo che non l'avrei potuta ingoiare tutta, la porto comunque alla bocca lentamente e piano raggiunge finalmente il mio stomaco, un boccone di cibo è finalmente entrato dentro la mia pancia dopo un infinità di tempo. Sto male, non all'idea di quello che è appena successo, ma sto proprio male fisicamente, lascio comunque correre, il ragazzo davanti a me però non è stupido, infatti si acciglia nuovamente nella mia direzione, la mia faccia doveva avere un'espressione alquanto disgustata in volto, inoltre passare dal rosso acceso delle mie guance al bianco candido deve avergli fatto capire qualcosa, cavolo non volevo che pensasse che non mi piaceva quello che stavo mangiando, perché non è così. Un altro boccone, credo di essere arrivato al capolinea perché non faccio in tempo a dire nulla che un conato di vomito mi sale in gola facendomi portare una mano alla bocca e correre verso il bagno, sento i passi di Jungkook che mi seguono veloci.
Sono accucciato davanti al water e sto rigettando anche l'anima dato che ho ingerito solo due bocconi di noodles, jungkook continua a chiedermi cosa succede, se mi sono veramente preso l'influenza, se il ramen mi facesse effettivamente schifo, ed io che sentivo tutte le sue parole ovattate gli rispondevo con versi di soffocazione e facce disperate.

Pov's Jungkook

Cosa è appena successo?
L'attimo prima stavamo mangiando tranquillamente ,anche se lui era un po'strano, e l'attimo dopo siamo a sedere sul pavimento freddo del bagno dopo che lui ha rigettato anche l'anima.
Ha gli occhi lucidi , sono coperti dai capelli sudati dallo sforzo che ha fatto,  non riesco a capire però se le sue iridi sono bagnate perché sta per piangere o perché abbia appena vomitato, quando però vedo scendere lacrime silenziose sulle sue guanciotte arrossate, che cerca di fare sparire inutilmente sotto le enormi maniche della mia felpa che indossa, capisco che si tratta della prima opzione.
<<Hey,hey, che c'è?perché piangi?ti senti male?guarda che era solo per dire quando ti ho detto che non mi sarei preso cura di un ragazzino malato eh>> provo a farlo sorridere cercando però di scoprire cosa gli sia preso.
Non mi risponde, così gli faccio posare la testa sul mio petto, lui sembra sussultare sorpreso all'inizio, ma poi si lascia andare e si appoggia di più a me. È così tenero, non merita le lacrime, infatti mentre gli accarezzo i capelli con una mano, con l'altra gli asciugo le guance morbide <<non piangere...non c'è bisogno, qualunque cosa sia successa si risolve non ti preoccupare>> ha chiuso gli occhi ma risponde flebilmente con un <<non credo>>.
Stiamo in questa posizione per un po',poi lo prendo dalle manine che spariscono dentro alle mie e lo porto verso il lavandino dove gli faccio lavare la faccia come si fa con i bambini, passando la mano su tutto il suo viso e potrei o no aver sostato di più sulle sue labbra da lui corrucciate alla sensazione delle mie dita su di esse, chiude gli occhi e si fa coccolare, tantè che sembra quasi che faccia le fusa ed è molto piacevole sentire la sua pelle a contatto con il mio palmo.
Lo faccio sedere sul letto in camera mia, portandolo ancora per le mani, e mi siedo di fronte a lui aspettando che parli, ma come credevo non succede <<ti va di parlarne? Non mi sembra che tu sia malato, ma che tu abbia qualcosa di cui sei già a conoscenza...se non ti va di dirmelo non f->> <<abbracciami>> faccio una faccia sorpresa alla sua richiesta improvvisa <<ti prego fallo, come prima o più forte, ti prego ne ho bisogno>> quasi sussurra e io non me lo faccio ripetere due volte e un secondo dopo il suo corpicino magro è tra le mie braccia che lo stringono facendogli appoggiare nuovamente la testa sul mio petto e baciandogli dolcemente la cute; ma da quando ero diventato così dolce?, però mi piace da morire questa situazione e se essere dolci vuole dire avere tra le braccia questa creatura allora lo sarò a vita.
<<Ho paura>> sussurra ancora dopo un po'che eravamo in quella posizione assopiti, avvolti da un tepore piacevole che ci riscaldava appena <<di cosa hai paura?>> sussurrai anche io per non rovinare l'atmosfera <<Di non poter più mangiare le cose che mi piacevano tanto>> fa quasi in un lamento disperato, cosa significa? << Cosa stai dicendo ragazzino?>> sorride leggermente per il soprannome che è ritornato <<hyung... ti posso chiamare hyung?>> certo che lo poteva fare, credo che sia l'unica persona a cui permetterei di farlo, l'unica persona a cui permetterei di fare tutto e non so se sia un cosa buona o no, dato che lo conosco neanche da due ore <<Certo che puoi>> gli sorrido rassicurandolo, anche se non mi può vedere dato che si sta interessando alla mano che prima lo accarezzava dolcemente <<vedi hyung...il mio corpo è uno schifo...nel senso che non vuole più mangiare anche se io voglio dannatamente farlo>> inizia di nuovo a singhiozzare ma io lo prendo in modo da averlo di fronte a me, quando è stata l'ultima volta che questo ragazzino si è sfogato con qualcuno? per quanto ha tenuto tutto dentro? ,tiene gli occhi chiusi, quello che mi ha detto mi ha destabilizzato un po', insomma non credevo che non mangiasse da così tanto tempo al che il suo corpo non accettava più il cibo, qui si parla di una patologia che ha bisogno di un consulto medico, cosa che io non sono, ma le sue lacrime mi distruggono . <<Hey, hey non ti preoccupare andrà tutto bene ok? Ci sono io adesso, ora risolviamo va bene?>>lo rassicuro nuovamente, lui tira su con il naso come un bimbo <<n-non s-sai q-uante v-volte ho avuto- ho avuto b-bisogno di sentire questo>> disse tra i singhiozzi, da quanto tempo era da solo? da quanto viveva per strada? <<Jimin da quanto è che... sì insomma...>> <<Quattro anni>> era a malapena un sussurro ma sono riuscito comunque a sentire e la mia espressione ne è la prova, quattro fottuti anni che sta per strada, da solo, da quando aveva solo dodici anni, è ancora un bambino...abbasso la testa in un gesto mortificato e silenzioso, lui sembra aver capito e si getta su di me.

Pov's Jimin

Le sue braccia sono ciò di cui ho avuto bisogno in tutti questi anni, dove era la gente quando sono scappato da quell' orfanotrofio del cavolo? Dove era quando stavo male perché non mangiavo e mi tenevo lo stomaco tra le braccia dal dolore per la fame? Dove era quando battevo i denti per il freddo o quando piangevo perché volevo semplicemente qualcuno che si accorgesse di me...dove era stato Jeon Jungkook per tutto questo tempo?
Scappare era stato un mio volere, volevo scappare dalle persone che mi trattavano come un inetto della società, che non mi facevano studiare perché secondo loro non mi sarebbe servito a nulla data la mia stupidità, ero un caso perso dicevano.
Potrei pentirmi di tante cose che ho fatto nella mia breve vita ma mai potrei pentirmi di aver lasciato quel posto di merda e tutti quegli stronzi bastardi che ci lavoravano, volevo portare con me anche il mio TaeTae, ma lui era stato più fortunato di me, lui aveva trovato la sua famiglia e posso essere almeno felice che l'ho salutato con il sorriso sulle labbra, non sapeva che l'avrei fatto, che sarei scappato e che quel posto non l'avrei visto più neanche se mi ci avessero portato con la forza, piuttosto sarei morto di stenti.
Ma ora avrei potuto dirlo a Tae, sarebbe stato contento di sapere che finalmente sono felice o che almeno qualcuno al di fuori di lui mi sta dando affetto, Taehyung lo sapeva che non stavo bene, che era quel posto ad avermi rovinato a soli cinque anni e faceva di tutto per tirarmi su il morale e io facevo finta di stare bene per lui, perché se lui c'era allora io potevo provare ad essere felice, l'avrei sopportato più facilmente.
Avevo deciso di scappare tempo addietro portandomi via anche Tae, ci saremmo rifatti una vita anche se avevamo solo dodici anni, ma quando arrivò felice nella camerata urlacchiando eccitato che finalmente era stato preso da una famiglia ho preferito tacere ed essere felice per lui, ho preferito lasciarlo rassicurandogli che non avrei fatto cazzate, che sarei stato buono fino al prossimo affidamento che non sarebbe mai arrivato, scusa Tae se ti ho deluso ma la tua partenza è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, se non c'eri te io non riuscivo a sopportare più niente.
Così lo feci, di sera quando tutti si apprestavano ad andare a letto io sono sgattagliolato verso la libertà, ma quanto ho pianto Tae perché tu non eri lì con me, e quanto ho pianto perché ero solo, ma le lacrime uscivano anche perché finalmente ero libero, pultroppo però la libertá era solo da quegli stupidi guardiani, perché il mondo che mi aspettava fuori era mille volte peggio.
Le braccia di Jungkook mi cingevano strette mentre raccontavo e mentre calde lacrime solcavano le mie guance, ma anche le sue perché sentivo che il suo petto sobbalzava leggermente ogni tanto. E stemmo lì abbracciati, consapevoli che qualcosa in entrambi stava cambiando, ed era qualcosa di forte perché aveva sopraffatto tutti e due in così poco , eravamo consapevoli di essere un po'di più uno parte dell'altro, e la notte passava leggiadra tra le mura di quella casa che non sapevo per quanto ancora avrei potuto vedere, se per minuti,ore o giorni, ma ho imparato che nella vita bisogna cogliere l'attimo e viverlo prima che sia troppo tardi, grazie Jeon Jungkook per essere adesso con me e se per caso ci perdessimo, grazie di essere stato qualcosa, grazie per essere un bel ricordo nel mare di disgrazie che è la mia testa.

𝐈'𝐦 𝐟𝐢𝐧𝐞 𝐛𝐞𝐜𝐚𝐮𝐬𝐞 𝐲𝐨𝐮 𝐚𝐫𝐞  (Jikook/Kookmin)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora