Per sempre solo io e te

31 6 3
                                    

16 Giugno 2018

Tutto crolla.

La speranza, la fiducia, ogni desiderio, ogni aspettativa, la positività che ci si impone e in cui nemmeno si crede, il corpo, le braccia lungo i fianchi, la mente.

Tutto crolla, e c'è bisogno di silenzio. Oh, quanto vorrebbe un po' di silenzio, intorno e nella testa; ma sa già che non potrà averlo, è un lusso che non gli verrà concesso. Mai.

La gente continuerà a parlare; con i loro commenti ricchi di ottime intenzioni ma così buonisti da suonare inutili, con le loro parole vuote perché è facile prendere con filosofia i casini degli altri, con i consigli che lui accetta con un sorriso perché sa che ce la stanno mettendo tutta, con i loro tentativi che però sono troppo rumorosi, troppo ininterrotti e così pieni di parole.

La sua mente continuerà a parlare; non c'è niente che lui possa fare, e la sua mente continuerà a urlare, a urlare il suo dolore e il suo disgusto, la sua rabbia e la sua frustrazione, la sua confusione e lo sconcerto nel non trovare nel mondo ciò che invece vede lei. Ed è anche brava nel creare illusioni e nel fare in modo che lui ci creda veramente, alle cose che crea; ma basta poco, al mondo, per smontare tutto.

Uno specchio: non serve altro, e tutto si spegne, tutto si distrugge, tutto crolla.

Basta poco.

E lui vorrebbe solo un po' di silenzio. Forse è proprio vero che si vuole sempre ciò che non si può avere.

Si allontana; non può fare altro perché le persone non capirebbero, arriverebbero a troppe conclusioni affrettate, intuirebbero le cose sbagliate. E poi lui lo sa, che quando ha bisogno di silenzio le persone intorno non potrebbero aiutarlo comunque.

Si allontana in fretta, in mano solo un accendino e una sigaretta.

Che diventeranno forse due, che lo aiuteranno, in un modo o nell'altro.

Che giorno è oggi?

Qualcuno la sua domanda la sente, nemmeno si è sentito lui nel porla eppure qualcuno risponde, sedici giugno.

Sedici giugno.

Sedici giugno.

Sedici giugno, sedici giugno, sedicigiugnosedicigiugnosedicigiugnosedicigiugno.

La sua mente di parlare non smette mai, non importa cosa dice, l'importante è che dica qualcosa.

Se ne va, lontano ma mai abbastanza, il tramonto è bello e se fosse in un film di fantascienza potrebbe addirittura sperare che quella luce arancio e rosa lo teletrasporti via da qualche parte. Ma quella che si trova a vivere è solo la sua stupida vita, una vita tutta sbagliata che crolla ogni momento un po' di più.

Le sigarette sono diventate due, il cielo è sempre più scuro, la punta del mozzicone è rossa e incandescente e lui non sa neanche se fa male o meno, addosso, ma che importa, poi. Ci sono cose che fanno molto più male di una sigaretta accesa, nel mondo.

Nella sua spoglia stanza si siede per terra, le gambe crollano come tutto il resto e non gli rimane neanche la forza di raggiungere il letto.

Ricorda che gli è capitato perfino in giro, ricorda un pomeriggio in università, ricorda se stesso in quello squallido bagno in cui era da solo ma dove ci sarebbe comunque potuto essere qualcuno, dove si era guardato allo specchio chiedendosi perché le cose più squallide capitavano sempre a lui.

Forse perché le faceva capitare, aveva pensato.

Forse doveva smetterla di pensare, aveva pensato.

Si era sistemato i capelli e poi si era fissato negli occhi.

Questo giorno è uguale, si sente stanco ma si alza in piedi lo stesso, vorrebbe solo dormire per sempre e nient'altro ma raggiunge il bagno ugualmente, camminando lento e un po' come un robot. È stanco, ma non fa niente, poi vai a dormire e andrà tutto bene vedrai, è tutto okay e sei solo stanco, andrà tutto bene, tutto bene, tutto bene tutto bene tutto bene.

Vedrai.

Lo specchio è quello di sempre, manda ogni illusione in frantumi come sempre, e l'immagine che compare è anche lei quella di sempre.

Lui si guarda, o forse guarda quel qualcun altro lì dentro nello specchio, in modo molto serio e attento. Poi quell'altro ride, ma lui invece no.

«Saremo per sempre solo io e te.»

Lui ride, l'altro piange, forse il contrario o forse fanno tutte e due le cose entrambi.

O forse no.

Ma non ha importanza, perché in quella frase lui ci crede. Sa che è vera. Ma questo non lo fa sentire meglio nemmeno un po'.

Il richiamo del vuotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora