L'apprendista

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Quella zona del Sottobosco era più buia e più fitta di quella in cui era stato sistemato l'accampamento, Chat Noir trovò difficile anche capire quanto se ne fosse allontanato.

C'erano alberi vecchi e alti, ma anche giovani e bassi, quasi alla pari dei cespugli e delle rocce ricoperte di muschio.

E poi c'erano i suoni del bosco, gli uccelli, i fruscii delle fronde, versi che non avrebbe potuto associare a nessun essere umano o animale che conoscesse. La strada che Emma e il suo inseguitore avevano percorso era resa evidente dal sottobosco smosso, dai rami spezzati all'altezza dell'uomo o dalle foglie frantumate dal loro passaggio.

Chat Noir avanzò ancora, si abbassò per evitare che uno dei rami spezzato è piegato in due gli finisse nell'occhio e scostò con la mano un altro per poter andare avanti. Rizzò le orecchie da gatto, sfruttando il suo potere per cercare una traccia di Emma e del ragazzo della carovana.

Segui altre tracce, affrettò il passo, consapevole che se non si fosse sbrigato sarebbe arrivato troppo tardi. Tese il bastone davanti a sé e lo agito per liberarsi la strada quando ne aveva bisogno, la voce del ragazzo fu la prima cosa che sentì, sì stupì nel rendersi conto che non era ha fatto come avrebbe potuto immaginare. Sbucò nella radura proprio dietro di lui, Emma gli lanciò un'occhiata, aveva le spalle premute contro un albero, ma non sembrava che volesse provare a fuggire.

Il ragazzo sembrò non accorgersi di lui, tanto era concentrato su Emma che Chat Noir pensò che avrebbe potuto coglierlo di sorpresa e fermarlo senza problemi. Ma lui stava parlando, nessun cenno di voler attaccare Emma, perfino la spada era ancora nella fodera, premuta contro il suo fianco.

«Non c'è nulla di cui aver paura, te lo assicuro.» stava dicendo lui.

Emma scosse il capo. «No! non ti accorgi di quello che ti stanno facendo?»

Chat Noir colse un lieve movimento della testa di lui, fu un no accennato, ma bastò per far battere ad Emma un piede per terra.

«Tu non puoi immaginare quello che ho visto, quello che ho saputo.»

Il ragazzo fece un passo verso di lei, tese la mano in avanti, fu allora che Chat Noir decise di intervenire e lo colpì alle spalle con un con il bastone. Emma strillò, il ragazzo gemette, ma l'armatura che indossava gli impedì di accusare il colpo quanto Chat Noir avrebbe voluto.

Chat Noir lo vide voltarsi verso di lui, le sopracciglia corrucciate, gli tiro un colpo sul fianco bene attento che fosse abbastanza forte da farlo sbilanciare, avrebbe voluto sfruttare il peso dell'armatura per farlo finire a terra, ma il ragazzo oscillò di lato e riuscì a tenrsi in equilibrio, anche se a fatica.

Chat Noir agitò i pugni, si chiese se non fosse il caso di ucciderlo subito, per poter evitare che Emma corresse più pericoli del dovuto. Sollevò la mano, pronto a richiamare il suo Cataclisma, ma non fece neanche in tempo ad iniziare la parola che Emma gli gridò:

«No!»

Allora si fermò, sia lui che il ragazzo si voltarono a fissarla, ma Chat Noir non poteva permettere che Emma fosse portata via ed uccisa, anche se questo avrebbe significato uccidere un ragazzo che probabilmente non sapeva neppure quello che stava facendo.

«Ti hanno fatto credere che la Carovana sia la causa di tutti i vostri guai, ma quello che la Carovana fa, lo fa per rimediare ai loro errori.» disse il ragazzo ad Emma.

Tese ancora una mano verso Emma e, nonostante non avesse un'aria ostile, a Chat Noir non piaceva.

«Di chiunque sia la colpa sono sicuro che rapire persone di altri mondi non sia una cosa da brave persone.» ribatté.

Nella tela del ragno - Il cacciatore di magia - INCOMPIUTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora