Trappola

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Nonostante avesse capito come funzionavano le cose in quel mondo, quanto i bambini fossero obbligati a crescere in fretta e quanto lo stesso Hugo fosse stato costretto a diventare grande prima del tempo, Adrien non poteva fare a meno di chiedersi se non stesse sbagliando ad aspettare e se dovesse andare da lui al più presto e portarlo via da lì. Ma, per quanto veloce potesse correre, sarebbe stato in grado di raggiungerlo?

Jonas gli aveva spiegato che di sicuro presto li avrebbero trovati, nessuno si aspettava che Hugo tenesse nascosta a lungo la loro posizione, e che anzi era strano che non fossero già arrivati.

L'idea che Jonas gli aveva esposto aveva una sua logica: aspettare che fosse la Carovana a trovarli. Lui era Certo che presto si sarebbero trovati davanti un esercito. Probabilmente, chi sarebbe arrivato, avrebbe anche cercato Emma. Si sarebbe trattato solo di aspettare e, poi, avrebbero potuto seguire chiunque fosse arrivato e sarebbero stati loro stessi a condurli da Hugo, ovunque lui fosse.

Adrien, che si era quasi rassegnato ad un'attesa snervante, fu colto di sorpresa quando l'allarme suonò già il mattino dopo svegliando lui e tutti coloro che erano all'interno del dormitorio ben prima dell'alba.

Tutti balzarono in piedi, afferrarono i vestiti, si stropicciarono gli occhi e stiracchiarono, sbuffando e tossendo mentre Plagg mugugnava e si voltava dall'altra parte. Adrien, subito vigile, si alzò, infilò le scarpe e, dopo aver afferrato il suo Kwami per la collottola, seguì gli atri.

Una serie di armi erano state schierate accanto all'ingresso, pronte per quel momento, ognuno afferrò la sua prima di uscire e immergersi nella nebbia. Quando fu fuori anche lui, Adrien cercò con lo sguardo Emma e Tikki. Le due erano tra le ragazze davanti al loro dormitorio,

Emma brandiva un bastone lungo la metà della sua altezza e si osservava attorno ad occhi sgranati, Tikki restava aggrappata ai suoi capelli come per il timore di perderla di vista. Adrien ripensò agli orecchini di Ladybug che aveva nascosto sotto la sua branda, si chiese se sarebbero stati al sicuro, dietro quel pezzo di roccia che aveva strappato via a forza dalla parete la notte precedente.

Nel buio della notte Adrien pensò che robabilmente gli aggressori avevano pensato di coglierli di sorpresa, ma non avevano previsto le campanelle che avevano seminato lungo tutto il bosco e che suonavano all'impazzata avvertendoli del loro arrivo.

Si guardò attorno in cerca di Jonas, lo trovo a diversi metri di distanza assieme ad un piccolo drappello armato di coltelli e mazze chiodate. Non era certo se avrebbe dovuto raggiungere lui oppure Emma, ma aveva una mezza idea di quello che sarebbe stato meglio fare, dato che sapeva che la ragazza sarebbe stata un bersaglio.

Non stava prestando attenzione a ciò che aveva davanti, mentre tutti gli sciamavano attorno strillando ed incitandosi a vicenda per farsi coraggio, quando arrivarono le prime frecce.

Piovvero su di loro all'improvviso, colpirono gli uomini in prima linea e quelli si accasciano per terra rantolando e sussultando. Poi arrivarono i cavalieri, le loro armature scintillavano sotto la luce delle torce, grigie e segnate dallo stemma del tiranno. Adrien realizzò che avrebbero potuto essere gli stessi che l'avevano accolto il suo arrivo. Forse proprio quelli che avevano trascinato via Hugo, il pensiero lo fece rabbrividire.

Strinse i pugni, non aveva un'arma oltre il proprio Miraculous, anche se avrebbe potuto benissimo chiedere che gli venisse data una spada, ma non gli interessava difendersi in quel modo; voleva che tutti sapessero che Chat Noir era lì per riprendersi la sua famiglia.

Se fosse arrivato qualcuno appartenente alla Carovana, gli aveva detto Jonas, se ne sarebbe dovuto occupare lui, poiché era l'unico tra loro, a parte Emma, che potesse usare la magia.

Plagg si posò sulla sua spalla, la punta del suo orecchio gli sfiorò fastidiosamente i capelli.

«Allora?» gli domandò.

A dispetto della parvenza di noia che aveva visto in lui nei giorni precedenti, Adrien lo sentì sveglio e presente al suo fianco.

Si avvicinò ad Emma e le premette una mano sul braccio. «Non ti preoccupare,» le disse «non lasceremo che ti prendano.»

Lei gli sorrise, ma la sua espressione rese palese il fatto che non fosse affatto sollevata.

Una seconda pioggia di frecce colpì le retrovie, arrivarono abbastanza vicine alla parete di roccia in cui erano stati scavati i dormitori, altri dei loro combattenti vennero colpiti.

Chi era rimasto stava combattendo, il rumore delle spade che urtavano contro i chiodi delle mazze rimbombava per la foresta. E c'erano grida di dolore tutto attorno a lui, anche se Adrien le sentiva ovattate e distanti.

Pareva che l'esercito che era stato mandato loro contro fosse infinito, per quanti guerrieri continuavano ad arrivare dal bosco, ma forse era solo perché il piazzale era piccolo e non poteva contenerli tutti contemporaneamente, oppure perché l'oscurità impediva di vedere dove il drappello finiva.

C'era un ragazzo che, fermo in mezzo al fiume di cavalieri, lasciava che la battaglia infuriasse attorno a lui senza che la cosa lo sfiorasse. Teneva il capo chino sotto il mantello, gli occhi bassi e nascosti alla vista di Adrien, la mano stretta sull'elsa della spada che aveva appesa contro il fianco. Emma lo stava fissando, era evidente che non fosse come gli altri e che non era un semplice soldato.

Adrien scambiò un'occhiata con Plagg, qualcuno gli arrivò addosso, si ritrovò spintonato contro una donna corpulenta e perse di vista Emma, mentre il ragazzo si guardava attorno.

Si fece spazio tra la gente e si avvicinò a lui, voleva che il ragazzo lo vedesse, che capisse che ora lui e il resto della carovana avevano trovato pane per i loro denti, che non era più una guerra di persone comuni contro maghi e streghe.

Si trasformò, per un momento la luce che lo avvolse si rifletté sulle lame delle spade e sulle armature, fu allora che scorse con la coda dell'occhio il riflesso di una spada che veniva brandita contro di lui, la lama che scintillò mentre veniva calata contro la sua testa. Chat Noir estrasse il bastone, spinse un ragazzo della resistenza dietro di sé per proteggerlo e parò il colpo con un rapido movimento del gomito.

Disarmò il cavaliere, ne colpì altri due, tirò un calcio ad un terzo e lo buttò a terra, poi fece roteare il bastone davanti a sé, ne colpì alla nuca un altro, lasciandosi trascinare dalla battaglia, ma Emma era e sarebbe stata sempre la sua priorità. Provò a cercarla tra la folla, sforzandosi di ignorare i gemiti di dolore, le grida ed il sangue che imbrattava il muschio attorno. Sapeva che Jonas ed altri avevano piazzato delle trappole lungo il percorso che i cavalieri avevano fatto per raggiungerli, ma non dovevano essere state sufficienti a trattenerli ed a sfoltire le loro fila abbastanza da dargli un vantaggio. Sarebbe stata dura, realizzò, catturare qualcuno di loro.

Ne bastava uno, ricordò, solo uno e presto avrebbe potuto scoprire dove fosse Hugo, così sarebbe stato un passo più vicino a ciò che restava della sua famiglia. Non c'era molto su cui riflettere se non che doveva fidarsi di Jonas e degli altri.

Drizzò le orecchie, realizzando che aveva visto Emma andare verso destra, il ragazzo con il mantello non era più fermo in mezzo agli alberi e, con un tonfo al cuore, capì che non poteva che averla seguita. Si inoltrò nel bosco, camminando tra i corpi straziati di uomini e donne accanto a cui aveva vissuto in quegli ultimi giorni, e trattenne un conato di vomito al pensiero che al suo ritorno sarebbero stati molti di più.

Certo, nella sua vita aveva combattuto le Akuma e aveva fatto di tutto per tenere Parigi al sicuro, ma non aveva mai visto la gente morire, né così tanto sangue. Neppure dopo la prima e unica volta che aveva ucciso qualcuno.

Ma non poteva fermarsi a ragionare, a ripensare alla donna su cui aveva usato il cataclisma nel momento in cui aveva provato a seguire Marinette, anche se di quel giorno ricordava solo il sangue sulle mani. Strinse la presa attorno al bastone, scivolò sotto un ramo basso e si piegò in avanti per districarsi nel sottobosco.

Nella tela del ragno - Il cacciatore di magia - INCOMPIUTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora