Le bestie (parte 1)

157 22 8
                                    

Una parte di Adrien aveva pensato, visto che il freddo cominciava a filtrargli fin dentro le ossa, che ad un certo punto avrebbe nevicato. Non successe, allora realizzo che i suoi ragionamenti erano confusi e che, in qualche modo, l'inverno in arrivo era un inverno precedente all'autunno che c'era fuori di lì.

Si sforzò di tenere d'occhio le altre eventuali stranezze, sfiorò le cortecce degli alberi, i piccoli rami nudi che si avviluppavano verso l'alto, cercò ancora una volta il sole e di nuovo non lo trovò.

Dietro di loro la foresta da cui erano arrivati era sparita da tempo e davanti a loro era esattamente come alle sue spalle.

«Sei davvero sicura di sapere dove stai andando?» domandò Plagg. Non era la prima volta che lo chiedeva e Adrien sapeva che non sarebbe stata l'ultima, ma almeno non aveva più implorato di avere del Camembert, distratto com'era dalla nuova ragazza.

Il modo in cui le ronzava attorno quasi lo infastidiva, ma se ne fece una ragione, perché altrimenti sarebbe stato ben più seccante. Poteva scommettere, però, che se non avessero trovato al più presto del formaggio, la pace non sarebbe durata.

«Te l'ho detto, sono cresciuta spostandomi di flusso in flusso.» ripeté Emma per l'ennesima volta.

Adrien si domandò quanto potesse essere stata dura, come fosse sopravvissuta e cosa aveva fatto per riuscirci; la immaginò a nascondersi nel bosco, a cacciare per vivere ed a rubare quando ne aveva avuto bisogno, magari dei vestiti caldi per l'inverno. Poi ricordò la questione dei flussi temporali e si chiese se semplicemente non si spostasse dove – o quando – il clima era più favorevole ogni volta che ne aveva la necessità.

Una folata di vento molto forte spinse all'improvviso Plagg contro la corteccia di un albero, lui gemette e scrollò il capo per riprendersi, poi volò verso Adrien e si rifugiò dietro il colletto della sua maglia, mettendosi al riparo tra i suoi capelli.

«Questo posto non mi piace.» disse il Kwami «È strano, c'è troppo da camminare e non c'è abbastanza formaggio.»

Adrien trattenne una risata, era incredibile che avesse resistito fino a quel momento senza lamentarsene.

«Di formaggio ce n'è tanto in città.» rivelò Emma.

Le orecchie di Plagg si sollevarono e gli solleticarono il collo, Adrien dovette trattenersi dal sollevare la spalla di colpo per grattarsi ed usò la mano opposta per spostare la testolina del Kwami e trovare sollievo. Altre folate di vento smuovevano le fronde attorno a loro, sempre più forti e gelide, e gli spingevano i capelli negli occhi.

«Sembra che stia arrivando una tempesta.» osservò.

Emma scrollò le spalle. «La vedo.» disse, senza neanche voltarsi.

Fu imperscrutabile; Adrien pensò che ci fosse abituata, oppure che ne avesse vissute talmente tante che ora nulla riusciva più a scalfirla, sperava che si trattasse della prima opzione, ma era più probabile che fosse una combinazione di entrambe.

Plagg si raggomitolò contro il suo colletto, i suoi baffi erano rigidi e gli pizzicavano la guancia. «Quindi, giusto per sapere, quanto dista questa città e quanto ci impiegheremo per raggiungerla?» disse, parlando a pochi centimetri dal suo orecchio.

Ridendo per le implicazioni di quella domanda e per come il Kwami stesse cercando di mostrarsi disinteressato, Adrien attese con lui la risposta, ma Emma si voltò a guardarli come se fossero due teste sullo stesso corpo.

«Noi non andremo affatto in città.» disse «Come vi è saltata in mente, questa idiozia?»

Il rantolo deluso di Plagg fu coperto dal frusciare del vento sempre più forte, ma Adrien pensò che la ragazzina avesse ragione; quello che era importante in quel momento era che trovassero un rifugio che li tenesse al sicuro dalle intemperie e dai soldati. Emma sembrò ricordarlo all'improvviso quando si udì un falco stridere in lontananza e lei riprese a camminare di gran lena senza voltarsi indietro.

Nella tela del ragno - Il cacciatore di magia - INCOMPIUTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora