Capitolo 29

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Pov's Allyson

Assistiamo ad una parata bellissima. C'è la banda, carri di ogni tipo e pupazzi grandissimi.

Ci stiamo divertendo molto.

-Allyson, io devo andare via.- Mi dice Chloe.

-Perchè non rimani? Ti accompagniamo noi a casa...- Le chiede Vince.

-Non vorrei disturbare...- Dice timidamente.

-Nessun disturbo. Dai, così ci divertiamo di più!- Insiste Vince.

Chloe mi guarda.

-Ha ragione, di a tua madre che sei con me e altri amici.-

-Va bene.-

Continuiamo i  nostri giri fin quando non diventa buio.

-Ragazzi, non avete fame?- Ci chiede Sebastian.

-No, per niente. Abbiamo mangiato tanto...- Diciamo.

-A me è venuta fame. Mi aspettate che vado a prendermi qualcosa da mangiare?-

-Ti accompagno. Anche io ho un po' di fame.- Dice Chloe.

-Va bene, andiamo allora.-

-Noi vi aspettiamo qui.- Dico.

Mi giro verso Vince, il quale mi prende tra le mani il viso e dolcemente mi bacia.

-Hai freddo?- Sussurra.

-No, sto bene.-

-Sicura? Hai le guance fredde.-

Annuisco.

-Piccioncini, possiamo andare.- Dice Sebastian tornano da noi assieme a Chloe con un pezzo di pizza in mano.

Arrossisco.

-Bacia bene?- Mi dice all'orecchio la mia amica. La guardo male.

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Sono le 11:30 di sera. Dato che il cammino è lungo e domani c'è scuola decidiamo di tornare alla macchina e andare a casa.

-Ciao Seb, è stato un piacere conoscerti.- Lo saluto.

-Anche per me. Ciao Chloe.-

-Ciao. Grazie per la compagnia.-

-Grazie a voi. Ciao Vince.-

-Ciao fratello.-

Entriamo in macchina e ci dirigiamo verso casa di Chloe.

-Simpatico...- Osserva Chloe.

-Chi?- Domando.

-Sebastian.- Dice ovvia.

Sorrido e scuoto la testa.

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-Grazie mille del passaggio. Ci vediamo domani.- Ci saluta Chloe prima di scendere dalla macchina.

-Ciao. Buona notte.- Ricambiamo il saluto.

-Sembrava in imbarazzo.- Dice Vince ripartendo.

-Già... Non è da tutti uscire con il proprio professore, prendere un caffè con lui e tornare a casa con lui...- Dico ridendo facendo ridere anche lui.

-Buona notte.- Lo saluto quando ferma l'auto vicino casa mia.

-Buona notte, piccola.-

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La sveglia suona ininterrottamente.

Svogliatamente mi alzo dal letto infreddolita e assonnata. Vado in bagno, poi torno in camera mia e inizio a vestirmi. Successivamente mi dirigo in cucina e faccio colazione.

-Buongiorno.- Dico a mio padre che sorseggia il suo tazzone di caffè.

-Buongiorno. A che ora sei rientrata ieri sera?- Dice fermo.

-Ehm... non so, era mezzanotte credo.- Probabilmente era molto più tardi.

-Allyson ho controllato l'ora ed erano le 1:15 di notte!- Ecco, appunto.

-Cosa? Pensavo che...-

-Sai le regole, Allyson. Non devi tornare dopo mezzanotte!-

-Lo so, scusa.-

-Non uscirai più di sera per due settimane.-

-Ma papà ho diciotto anni!-

-Non mi interessa. Fin quando vivrai sotto il mio tetto farai come dico io stando alle mie regole.-

Sbruffo per poi salire di nuovo in camera mia.

La discussione con mio padre mi ha fatto passare la fame.

Se il buongiorno si vede dal mattino, allora il mio è iniziato malissimo.

Vado a scuola un quarto d'ora prima, infatti ancora non è arrivato nessuno tranne qualche professore.

Mi arriva un messaggio.

''Vieni dietro la scuola.'' E' da parte di Vince.

Faccio come dice lui.

-Ciao.-

-Buongiorno.-

-Come stai?-

-Male. Sono in punizione.-

-Perchè?-

-Perchè ieri notte sono rientrata troppo tardi e mio padre ha deciso di non farmi uscire la sera per due settimane.- Dico arrabbiata.

-Cosa? Hai ancora il coprifuoco? I tuoi ti danno ancora le punizioni?- Inizia a ridere.

-Mi dispiace, Vince, ma ti sei messo insieme con una bambina.- Dico alzando leggermente la voce.

-Calma. Vorrà dire che usciremo il pomeriggio...- Mi da un bacio sulla guancia.

-Dai, due settimane passano subito!-

-Si, come no...-

-Dai non fare così... Io devo entrare, ci sentiamo più tardi. Va bene?-

-Si. Ciao.- Lo saluto.

Odio quando mi considerano una bambina, odio quando mi trattano come una bambina, odio non essere rispettata e trattata come una ragazza della mia età. Mio padre non capisce che sono cresciuta, non può ancora darmi le punizioni, non posso avere ancora le punizioni. E' ridicolo tutto ciò!

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-Buongiorno, ragazzi. Ognuno al proprio posto. Oggi interrogazione a sorpresa. Iniziamo da...  Marshall, alla lavagna.- Dice il professore di chimica.

Oggi non è proprio giornata.

Mi alzo dalla sedia e vado alla lavagna.

L'interrogazione non va male, credo che almeno un sei l'ho preso.

-Marshall è un 5.-

-Cosa? Ma le ho detto tutto, prof.-

-Non bene, però. Vai al posto.-

Sbruffo raggiungendo il mio posto.

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La campanella suona, segno che le lezioni sono finite e dobbiamo tornare a casa.

Nel cammino inizia a diluviare e indovinate un po'? Sono senza ombrello!

-Ci mancava solo questo.- Dico tra me e me. -Cosa potrebbe accadere ancora?-

Detto questo passa una macchina vicino a me. Con l'acquazzone si sono create delle pozzanghere. La macchina, passando velocemente, prende la pozzanghera bagnandomi tutta.

-Diamine!- Dico arrabbiata.

Innamorata Del Mio Prof.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora