9. Addio - Pov Raff

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Mi sto rigirando il telefono tra le mani. Sento l'ansia che sale, e cresce ogni secondo di più che lei non mi scrive.
Non ricordo di aver mai provato questa sensazione, non così forte, non così orribile. È tutto il giorno che sono così in ansia, è tutto il giorno che aspetto un suo messaggio e nulla.
Quando ho riaperto il telefono finita la gara di ballo ho sentito la morsa allo stomaco aumentare...ero scomparsa da ore e lei non mi aveva scritto.
Un senso di sconforto e impotenza mi sta trascinando verso il baratro.
Non era mai successo e tutto quello che voglio è tornare a ieri. Non voglio altro...voglio poter cancellare l'ultimo giorno della mia vita..posso?
Naturalmente no o questo sarebbe un magico film e non la vita reale.
Presente quella in cui vieni solo preso a pugni in faccia dal mondo? Ecco, lei.
Sono così arrabbiata, arrabbiata e triste, con me stessa. Cavolo vorrei tornare indietro. Tornare a ieri notte e dirle di spegnere la sveglia, quella diavolo di sveglia.
Non voglio ricordare o rischio di scoppiare in lacrime.
Voglio solo che mi scriva. Tutto quello che voglio è un suo messaggio. Solo un suo messaggio e sarò in pace con me stessa.
Odio questa sensazione. Sento che sta accadendo qualcosa di orribile, qualcosa che non posso controllare e qualcosa che sfugge alla mia comprensione. Mi sento così strana, e stanca.
Sento vibrare il telefono.
Un guizzo di energia me lo fa sbloccare immediatamente. Leggo il mittente e sento il cuore riscaldarsi leggermente, è lei.

"Addio"

Leggo e rileggo quella semplice parola, senza riuscire a capacitarmene mentre il mondo mi si sgretola addosso. No no no no. No. I miei occhi cominciano a gonfiarsi di lacrime.
No. No no. No. Mi rifiuto.
No. Non può finire così.
No. Non così.

"Ordini dall'alto"

No...le lacrime cominciano a scendere senza che io possa fare nulla per fermarle.
In quel momento scatta qualcosa in me, qualcosa che avevo dimenticato.
Comincio a scrivere disperatamente frasi senza senso sulla tastiera, la chiamo e se non fosse un messaggio sarebbe un urlo disperato.
Comincio a barattare.
No...io non ti dirò addio.
No.
Ho detto di no.
Rinuncio a tutto, che qualcuno si prenda la mia anima ma io non voglio rinunciare a lei. Non posso. Ormai la mia vita non avrebbe più sapore senza lei.
No.
In quel momento vedo balenarmi davanti agli occhi la mia vecchia vita, quella che vivevo prima di incontrarla.
No, non voglio tornarci.
Sarei nulla senza di lei, persa, morta.
Lei scompare ancora, per l'ennesima volta di questa giornata.
Comincio a temere che sia davvero la fine, che non la sentirò mai più, che non mi addormenterò più con la sua buonanotte o che non mi sveglierò più con un suo messaggio, che i miei pomeriggi liberi non saranno più riempiti dallo stare con lei e che la mia vita torni quel vuoto che era.
Non voglio.

Mi vibra di nuovo il telefono.
Un suo messaggio.
Il mio cuore ha un sobbalzo e rispondo. Parliamo di come e quando ci sarà consentito sentirci dalla nuova dittatura e mentre percepisco ancora la pesantezza dell'aria, dall'altra parte il mio cuore è leggero. Non le dovrò dire addio. E farò in modo di non doverglielo dire mai. Anche perché una vita senza di lei semplicemente non sarebbe tale non posso rinunciare alla cosa migliore che mi sia mai capitata, non voglio rinunciare.

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