capitolo 23

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Nessuno di noi, a dire il vero, capisce. <Non volevo chiedertelo così, di getto, volevo aspettare sta sera e magari prepararmi un discorso ma...>, inizia, inginocchiandosi. Tira fuori una scatolina dalla tasca e la mostra a Sara, aprendola. <Sara, vuoi diventare mia moglie?>, domanda, sorridendo e lasciandosi scappafe un'altra lacrima. Lei inizia tempestivamente ad annuire, per poi saltargli addosso. Tutti esultiamo, e io corro ad abbracciarla, congratulandomi. Il resto della giornata passa tranquillamente, e la sera arriva presto. Edo mi prende in braccio e mi porta in un hotel per coloro che si sono appena sposati. Mi bacia, e inizia a togliermi il vestito che indosso. Domani partiremo in viaggio di nozze in un isola, azzeccata per il dieci agosto. Federica, la terranno i miei genitori. Ora sono felice, e sono pronta per la mia nuova vita, dove lui è il centro.
Quattordici anni dopo
Il tempo passa in fretta, anche se non ce ne accorgiamo. Sembra ieri il giorno in cui ho incontrato Edoardo Esposito nella vlog house, ma sono passati vent'anni. Ormai nostra figlia ha sedici anni, e sono in attesa di un altro figlio, questa volta maschio. Giulia ora ha un bambino di sette anni di nome Andrea ed è spostata con Dani da dieci, mentre Sara ha partitorito il quindici maggio. Ha avuto due gemelli, un maschi e una femmina, che ora hanno quattoridici anni. Sono Nicole e Giorgio, e sono molto amici di Federica. Escono insieme quasi tutti i giorni, e ne sono felice. Poi, Sara è rimasta nuovamente incinta due anni dopo, partorendo Iris il dodici febbraio, che ora ha dodici anni. Anche lei è cambiata: il suo modo di vestire è rimasto uguale, ma non ha più nè capelli colorati nè piercing, ha smesso completamente di fumare i primi mesi della gravidanza e non beve una birra ormai da anni. Quattro anni dopo, ebbe un altro figlio, David, e che ora ha otto anni. Sono felice nel vederla così: è passata da non volere figli ad averne quattro in otto anni. Iris è anche lei attaccata a Fede, mentre David va più d'accordo con Andrea.
Il nostro rapporto negli anni non è cambiato, è ancora la solita stronza che mi fa ridere in ogni occasione. Mentre Edo mi dice che sarebbe uscito e Fede ascolta la musica nella sua stanza, decido di invitarla, così chiedo a Federica se ha voglia di vedere Giorgio, Nicole e Iris. Lei esulta e mi risponde affermativamente, così dico a Sara di venire da me e portare anche i suoi figli. Venti minuti dopo, lei è a casa mia, mentre Federica, Giorgio, Nicole e Iris si chiudono nella stanza di mia figlia. <David è da Andrea, così ho un po' di pace. Quel bambino e il demonio, è il più vivace fra i quattro>, mi dice stanca, ridacchiando. <Senti, posso farti una domanda?>, le chiedo. <Dimmi>, acconsente. <Perchè hai deciso di chiamare così i tuoi figli? Tu lo sai già perchè l'ho chiamata Federica, ma io no>, le spiego.
<Beh, allora. Nicole perchè è un nome che mi ha sempre affascinato, poi avevo letto una storia in cui amavo alla follia la protagonista, con questo nome. Aveva un corpo gracile e minuto, ma aveva una forza interiore pazzesca. Giorgio, per Mostro. In un periodo della mia vita, che non ho intenzione di ricordare, mi ha aiutata parecchio inconsciamente con le canzoni, e ho voluto omaggiarlo così, mettila su sto piano. Iris, è un nome favoloso a mio parere, ed è anche il nome di un fiore. Il fiore simboleggia coraggio, pregio che ho sempre cercato di trasmettere ai miei figli David, lo ha scelto Ale>, risponde. Nel frattempo, scendono i quattro ragazzi, ridendo a squarciagola.
<Zia, mamma, ci chiedevamo: voi come eravate alla nostra età?>, domanda Iris. Nonostante sappia che non sia veramente sua zia, mi chiama ancora così, come fanno anche Nicole e Giorgio, e Federica nei confronti di Sara. <Oddio, devo dirlo seriamente?>, ride Sara, che a quell'età dava il peggio di sè. <Se promettete che non diventerete come noi, sì>, aggiungo io, ridendo insieme a lei. <Allora, da che età partiamo?>, domando a Sara, un volta smesso di ridere. <Dalla più piccola, dodici anni>, rispose, prendendo il telefono. Da lì, si collega alla televisione, mostrando una nostra foto a dodici anni. Siamo noi, sul muretto di un parco, mentre mangiamo schifezze e ridiamo. Accanto, si nota un pacco di sigarette, ma spero non lo notino. <Ilaria a quell'età era bravissima, eravamo in seconda, terza media. Lei non faceva altro che studiare e aprire fanpage>, ride. <Tu davi già il peggio>, ribatto ridendo.
<Comunque, lì eravamo alla Spina, un parco di Torino, prima vivevamo lì. Eravamo già migliori amiche, e lei era molto più educata rispetto a me. Io rispondevo spesso e volentieri male a tutti, me ne stavo per i fatti miei, mentre lei socializzava, e in ogni mia frase c'era una una parolaccia o una bestemmia, ero ingestibile>, ride, tenendosi la testa e ripensando a quei momenti.
I ragazzi si siedono dall'altro lato del divano, ascoltandola. <Ci vestivamo come ci vestiamo adesso, solo che io ero sempre e costantemente vestita di nero, come Giorgio e Nicole>, racconta. La guardo sorridendo, notando quanto siamo cresciute. Ora che abbiamo passato il testimone ai nostri figli, mi sorprende vedere che sono più simili a noi di quanto lo siano a Edo e ad Ale. <Mamma, quella è una croce al contrario?>, chiede Giorgio con adorazione, mentre indica nella foto il collo di Sara. Lei sorride e annuisce. <E a casa, se la vuoi te la regalo>, gli dice, mentre lui sorride. Iris, che invece è ancora piccola, chiede cosa erano quelle patatine, che ora purtroppo non esistono più.
<Quelle erano pringles, le mie patatine preferite. In Italia non le producono più, quando magari andiamo in vacanza andiamo in un posto dove le fanno, così ve le faccio provare>, dice ai suoi figli. <Io mi aggrego, sono anni che non ne mangio una>, mi intrometto io. <Mamma, c'è un pacchetto di sigarette nella foto, fumavate?>, mi domanda invece Federica, notando l'unica cosa che speravo non notassero.
Io annuisco, facendo cenno a Sara di raccontare. E lei quella brava in queste cose. <Io fumavo, da quando dagli undici anni ai ventisei, forse ventisette. Ho smesso quando ho scoperto di essere incinta>, racconta. <Meglio se non iniziate, sinceramente. Apparte il fatto che ora costano molto, ora sono quindici, se non di più, euro al pacchetto, mentre prima cinque, fa male alla salute, più di quanto sembri>, gli consiglia. <Mamma tu? Fumavi?>, domanda Federica, dimostrando di avere la mia stessa curiosità. <No amore, non fumavo. O almeno, non abitualmente. A volte le rubavo la sigaretta dalle dita e facevo qualche tiro, mi divertiva farla incazzare>, ricordo ridendo, mentre lei ridacchia.
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||Un incontro inaspettato|| ~FF~ Sespo [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora