<A scuola? Come andavate?>, domanda Giorgio. Gli occhi sono similissimi a quelli di Sara, ogni volta che li guardo mi sembra di vedere lei. Anche il carattere e i capelli sono quelli di Sara. Nicole è la fotocopia di Sara, sia caratterialmente, che fisicamente. E divertente vedere Montesi impazzire, perchè non riesce a gestirli senza Sara. Solo lei riesce, perchè sono uguali a lei. Invece, Sara ha problemi a gestire David e talvolta Iris, ma ad Ale riesce benissimo. Quei due si completano, non finirò mai di dirlo.
<Beh, lei, per quanto studiasse, prendeva spesso otto, mentre io, non studiavo mai>, racconta, prima indicando me e poi se stessa. <Quando avevo voti alti era perchè le cose le sapevo, anche senza studiare. Era divertente, perchè i miei compagni si snervavano studiando ore per sapere un argomento, mentre io lo sapevo perfettamente senza aprire il libro, e loro si incazzavano>, ricorda ridendo. <In qualsiasi caso, il voto più alto l'ho avuto quando ho fatto tiro con l'arco>, racconta, scrollando le spalle. <Teoria?>, domanda Nicole, ma Sara scuote la testa. <Pratica. Ero la più brava della classe, avevo preso nove e mezzo>. Io ridacchio, pensando a Sara vestita da Robin Hood.
<Che caz-cavolo ridi?>, chiede Sara ridacchiando, e rido ancora più forte. Ha imparato a contenersi, ma mi fa troppo ridere. <Mamma, se vuoi puoi dirle le parolacce>, ridacchia Iris, lanciandole un'occhiata divertita. <Amore, se io le dico poi voi prendete l'abitudine e le dite>, la ammonisce, per poi guardarmi. <Ma farò uno strappo alla regola>, dice, per poi spingermi. <Testa di minchia ma che cazzo ti ridi?>, sbraita, spingendomi e ridendo. Io rido più forte, rischiando di cadere dal divano. Appena mi riprendo, dico di andare avanti, ai quattordici anni. Sara cambia foto e ne mette una, dove io ho una faccia buffa e lei una sigaretta in bocca, mentre guarda schifata il telefono. Scoppia a ridere, e la seguiamo tutti a ruota.
<Stavo leggendo una storia>, racconta ridendo, scossa dai singhiozzi. <Stavano per scopare e il passivo era Giorgio, mentre Giulio l'attivo>, continuava a ridere, mentre Giorgio smetteva e sgranava gli occhi. Meno male che doveva contenersi. <In che senso?>, gli chiede, mentre lei fa di tutto per non scoppiare di nuovo a ridere. <Devi sapere, Giorgio, che tua mamma passava ore e ore a leggere delle storie Moslow, dove di solito l'attivo è Giorgio, non tu, uno che si chiama come te. Quando ha visto che non era lui l'attivo, si è sconvolta e ha fatto quella faccia>, gli racconto, mentre Sara prendeva fiato. <Mamma, cosa vuol dire attivo e passivo?>, domanda innocentemente Iris. <Amore, a casa te lo dico, e voi due>, indica Giorgio e Nicole, <Se le dite qualcosa siete morti>, li minaccia, scherzosamente, mentre i gemelli ridacchiano.
<Mamma, da quanto non fumi?>, domanda Nicole, guardando la mamma nella foto. <Anni, Nic, anni>, risponde sospirando. <Ti piacerebbe fumarne ancora una?>, domanda, guardando però Giorgio, come se comunicassero con lo sguardo, e lui annuisce. <Si, mi piacerebbe. Ma non voglio dare un brutto esempio, cosa che in questo momento sto dando. Ma che sto facendo?>, dice, alzandosi di scatto. Cammina davanti al divano per un paio di secondi, poi prende la borsa e si precipita fuori. Bene, si sente in colpa e pensa di non essere una buona mamma. Prima che possa alzarmi io, lo fanno Giorgio e Nicole e la inseguono. Tornano dopo pochi minuti, Nicole con la borsa di sua madre e Giorgio con Sara in braccio. Per avere soltanto quattordici anni è forte, mi ha raccontato Sara diverse volte che faceva delle risse, per il carettere uguale a Sara, e nonostante avesse qualche livido o graffio, ne uscisse vincitore, anche con persone anni più grandi.
Lei ha di nuovo quello sguardo vuoto, che ho visto per l'ultima volta a casa mia, la notte prima del mio matrimonio. <Mamma, non sei una cattiva madre. Se noi facciamo delle scelte la colpa e nostra, non tua>, le dice Giorgio, posandola sul divando. Le accarezza i capelli, e posso dire che le vuole davvero molto bene. <Mamma, dobbiamo dirti una cosa>, dice Nicole. <Io e Giorgio abbiamo iniziato a fumare>, le dice, e i suoi occhi diventano ancora più scuri e più vuoti. <Ma non è colpa tua, noi non sapevamo che tu fumassi da giovane>, le spiega sua figlia, mettendosi accanto a lei. <Da quanto?>, domanda, con un tono inespressivo. <Un anno>, risponde, questa volta, Giorgio. <Dovete smettere, lo sapete?>, gli dice, mentre i suoi figli annuiscono.
<Volevamo solo che tu sapessi che non è colpa tua>, dice sui figlio, guardandola. <Va bene. Ora, datemi una sigaretta. Io torno subito>, dice, alzandosi. <Puoi fumare dentro>, la informo, e lei si siede sul bracciolo del divano. Giorgio prende dalla tasca una sigaretta del suo pacchetto e gliela porge, insieme all'accendino. Lei la accende, e butta la testa indietro. <Quando cazzo mi sei mancata>, mormora, sbuffando il fumo. La finisce, ed è più tranquilla. <Andiamo avanti?>, chiede, e i figli sorridono. Passiamo ai nostri sedici anni, in una foto di novembre, me lo ricordo. Faceva freddissimo, e lei nella foto aveva il suo bomber militare, del merchandising di Mostro, la collana con la croce al contrario, i pantaloni camo a vita alta e la maglia, visibile perchè aveva il bomber aperto, nera e attillata, con uno spacco sul seno. Aveva un trucco abbastanza pesante, e aveva appena colorato le punte dei suoi capelli di blu, per la prima volta. Aveva una sigaretta fra le dita e guardava male qualcuno, non mi ricordo nè chi nè perchè. Poi trascina verso sinistra, perchè la foto era troppo grande, e inquadra anche me. Avevo un paio di jeans a vita alta e una felpa bianca, con ai piedi le vans. I capelli erano raccolti, ero truccata leggermente e avevo un piumino ampio. Ridevo verso di lei e le mostravo il cellulare. <Questa non me la ricordo, ma mi ricordo che guardavo male un gruppo di ragazze perchè mi avevano guardato e avevano riso>, dice sorridendo. <Si, e io mi ricordo che ti sei messa a litigare con loro e hai quasi dato un pugno a quella che "ti rompeva i coglioni". Ti ho dovuta portare via io>, rido io, ricordandomi l'accaduto, nel vedere come sia cambiata.
Prima era molto diversa, si incazzava per tutto ed era sempre pronta a litigare, rispondeva male, era ingestibile. Faceva il contrario di ciò che le dicevi di fare, solo per il gusto di non dartela vinta. Però, io non ho mai fatto niente di sbagliato, anzi. Io ero contenta di averla accanto, mi aiutava in qualsiasi modo. Mia mamma diceva che più stavo con lei e più diventavo come lei, ma aveva torto. Lei mi impediva di diventare come lei, non che fosse un mostro, anzi, ma già che dicevo troppe parolacce o bestemmie, mi riprendeva. Molte volte volevo fare cazzate, ma mi fermava e mi faceva riflettere su ciò che volevo fare. Riusciva sempre a farmi cambiare idea, e se non ci riusciva piuttosto la faceva con me, la cazzata. Lei non ha mai studiato tanto, ma pur di farmi studiare imparava ciò che dovevo studiare e me lo spiegava, e se non studiavo mi riprendeva. Ogni qualvolta io stessi male, si presentava sotto casa mia per tirarmi su di morale, o se non poteva muoversi da casa, stava con me ore al telefono. Averla al mio fianco mi ha fatto capire che lei non era come la descrivevano tutti, doveva solo prenderti a cuore. Se riuscivi a entrare nel suo cuore e guadagnarti un minimo spazio, non ti avrebbe più fatto uscire. Sono quasi trent'anni che siamo migliori amiche, un motivo ci sarà.
Mia mamma non era felicissima nel sapere che era la mia migliore amica, a volte aveva provato a separarci, ci stavo anche cascando, ma si è presentata sotto casa e mi ha detto che non le importava quello che pensava o diceva mia madre, ma di ciò che pensavo io.
<Non me ne fotte un cazzo di ciò che pensa lei, lo vuoi capire?>, mi urlò. Poi si calmò leggermente e si accese una sigaretta, la terza da quando mi era venuta a prendere. <Dimmi solo una cosa, poi me ne vado se necessario>, disse, per poi guardarmi negli occhi. <Tu, mi vuoi ancora al tuo fianco?>, domandò. <Sì, ti voglio al mio fianco per sempre>, risposi, sincera più che mai. Avevo bisogno della sua presenza, come sapevo che lei aveva bisogno della mia, anche se non lo avrebbe mai ammesso. <Allora ci rimarrò, ma tu devi essere al mio>.
<Tale madre, tale figlio>, scherza Giorgio, ma Sara lo fulmina con lo sguardo. <Fai poco il coglione Giorgio, devi rigare dritto>, lo riprese lei. Si contiene, è vero, ma a volte le viene naturale dire cose del genere. Lui sbuffa, ma non ribatte. <Mamma tu perchè ridevi?>, domanda Federica. <Perchè le stavo facendo vedere un video di un cane che cadeva di faccia dalle scale, ma non lo ha mai visto perchè poi si è messa a litigare>, spiego. <Mamma tu avevi i capelli colorati?>, chiede Iris. <Si, li ho fatti di molti colori, prima di avere voi. Una volta, mi ricordo di averli fatti completamente blu, avevo ventidue anni>, racconta. <Mamma, ma tu sei sempre stata così testarda? Così ribelle?>, domanda Giorgio, e la sua gemella annuisce. <Si, ma poi ho conosciuto vostro padre e mi sono calmata, ecco>. <Mamma, come avete conosciuto papà e zio Ale?>, domanda Federica, guardando la foto del mio matrimonio sul mobile.
<Alla vlog house>, inizio, ma decido di lasciare perdere. <E una lunga storia, la racconteremo quando ci saranno anche quei due>, dico, anche perchè voglio sapere il punto di vista di mio marito. Sara guarda l'orologio, e si accorge che fra un po' Giulia avrebbe dovuto portare David a casa sua, così sobbalza e mi informa di dover andar via. <Giulia viene a cena qui, Dani è con Ale ed Edo ad un evento, stai anche tu qui>, le propongo, e lei accetta.
<Ma il matrimonio è stato pubblico o privato?>, domanda Federica, sapendo che comunque, sia io, sia Edo, sia Sara e Ale, abbiamo una certa fama. <Sono stati privati, entrambi, poi io e papà lo abbiamo comunicato con una diretta, Ale e Sara non hanno avuto il tempo si sposarsi che già erano sui giornali>, spiego.
<Posso farvi un'ultima domanda?>, chiede Nicole. <Si Nic, dimmi>, acconsente Sara. <Siete felici della vostra vita?>, domanda. Io rispondo immediatamente. <Assolutamente sì, sognavo questa vita>, dico. Sara invece, si prende un attimo. Arriva Giulia, e David si fionda da Sara, abbracciandola. Lei sorride, e poi risponde. <Si, ora sono felice>.
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||Un incontro inaspettato|| ~FF~ Sespo [IN REVISIONE]
FanfictionNon pensavo che quell'estate mi avrebbe cambiato la vita.....