CAPITOLO 1

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"Wow, non credevo esistesse ancora gente così. Cazzo sono un pedone, a questo punto fate prima ad investirmi no?" Questa è la frase d'eccellenza tutti i giorni. Neanche a piedi si può stare tranquilli. Stupide strade di Los Angeles. E stupido lavoro del cazzo. Ogni mattina, come ora, appena entro in ufficio sento la voce di Mr Young, il mio capo "Bennett, ancora ritardo? Ti ricordo che anche se hai diciassette anni questo è pur sempre un lavoro, ed è il tuo. Quindi vedi di darti una mossa se non vuoi essere licenziata." Ma quel lavoro mi serviva, spettava a me mantenere la famiglia. Non potevo permettermi altre distrazioni. Ero la loro unica salvezza, o almeno credevo di esserlo.
<Bennett, muoviti !>
La voce di Young risuona nella mia testa. In un attimo mi distolgo dai pensieri e mi chiudo nel mio studio.
Non capisco perché adora così tanto chiamarmi Bennett. Ormai lo conosco, potrebbe anche chiamarmi Grace. Ma no, non lo farà mai. Resterò sempre una sua dipendente.
Mi aspettava un'altra lunga giornata. Già vedevo i fogli bianchi disposti davanti al pc nel modo più ordinato possibile e il portapenne vicino la tastiera che mi invitava a prendere una delle sue penne per mettermi li e buttare giù qualcosa. Ma non era giornata. Diciamo che quello era un po' un periodo no della mia vita. Non avevo ispirazione, nessun input che mi permettesse di scrivere l'articolo che stavo progettando da più di una settimana. Facendomi forza però, decido di sedermi e prendo una matita per fare delle semplici bozze. Le ore passano e non mi rendo conto del tempo perduto. L'unica cosa ottenuta è una matita mozzicata dal lato sinistro e un foglio accartocciato nel cestino sotto la scrivania. Il turno passa in fretta e anche oggi non concludo niente.
<Bennett, voglio quell'articolo entro venerdì, altrimenti sei fuori!>
Neanche al termine del mio orario di lavoro riesco ad avere un po' di pace. Certe volte vorrei ucciderlo. Non capisco come faccia ad avere la luna storta anche in giornate che sembrano essere, nella loro monotonia, così perfette. La cravatta grigia non è in tono con il cielo; non gli farebbe male leggere le previsioni ogni tanto.
<Lo avrà signore.> dico fredda.
Ma per farcela avrei dovuto lavorare il doppio. Perché si sa, due giorni volano con un soffio di vento.
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Ehi!

È la prima volta che scrivo storie di questo genere così forte e spinto, quindi se siete troppo sensibili vi consiglio di non continuate a leggere i prossimi capitoli.

Comunque spero che vi piaccia, fatemelo sapere qui sotto.❤️

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