CAPITOLO 9

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Non riuscirei ad accettare un lavoro simile, sarebbe troppo sgradevole per una ragazza. Soprattutto per una persona come me.
Sono ferma e cerco di capire cosa dicono i suoi occhi.
<Grace, non ti obbligo, per me saresti perfetta.>
<Io non...>
Balbetto e non riesco a formulare una frase di  senso compiuto. Non potrei accettare un lavoro simile ma devo, altrimenti non saprei come mandare avanti me e i miei.  Faccio un respiro profondo e do la mia risposta definitiva.
<Accetto la proposta, ho davvero bisogno di un lavoro, per la mia famiglia.>
<Bene Grace, da domani si comincia, se per te non è un problema.> dice precedendo la frase da un colpo di tosse.
<I turni saranno il lunedì e il mercoledì, dalle 9:00 alle 22:00, il martedì, il giovedì e il venerdì dalle 9:00 in poi, e sabato dalle 9:00 alle 14:00. Qualche dubbio?>
<Ehm, si. Dalle nove in poi? Cosa significa?>
<Significa che dormirai qui, in una stanza, è un contratto e se non lo firmi purtroppo non potrò farti iniziare.>
<Per me è difficile questo, ho un fratello piccolo e molte volte i miei la sera non sono a casa.> affermo decisa.
<Non preoccuparti, troveremo una soluzione a questo. Ora mi serve solamente una firma qui in basso e ci siamo.>
Penso a tutto, al vecchio lavoro, a Mr. Young, quell'uomo di merda. Non posso, devo fargli capire che il licenziamento non è stato un problema per me. Prendo la penna e tremando leggermente con la mano per l'ansia firmo.
La mia indecisione è implacabile ma non ho scelta, ormai è fatta. Resto con lo sguardo rivolto verso il basso e Carter se ne accorge. Subito dopo si alza e istintivamente balzo dalla sedia. Mi dirigo verso la porta mentre lui la sta aprendo.
<Da domani capirai, Grace.>
Non riesco a non osservarlo. Ha gli addominali scolpiti e dai boxer si intravede la forma del suo cazzo. Non so cosa mi aspetta ma ho tremendamente paura.
<Ora vai, e mi raccomando, domani puntuale.>
È veramente molto aggressivo, forse troppo.
<Ehm, si, si certo.> , mormoro annuendo.
<Forse avresti voluto dire: "Certo, Signore.", giusto Bennett?>
<Si, ehm mi scusi.>
Sono andata in palla e non so cosa dire
<C-certo, Signore.>
Dopodiché fa un cenno del capo rivolto verso di me, più precisamente verso il mio seno, per poi alzare la testa e incontrare nuovamente i miei occhi.
Mi mordo le labbra, lui alza la mano posando un'altra volta il suo pollice destro sul mio labbro inferiore e muovendolo in entrambe le direzioni.
Rimango estasiata dalla leggerezza con cui mi sta toccando e chiudo leggermente gli occhi. Ma subito dopo non sento più nulla e appena li apro vedo la porta sbattere.
"È durato davvero così poco?"

***
Eii, vi piace?👅

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