CAPITOLO 14

7K 77 0
                                    

<Prego Grace, entra pure.> mi dice accogliendomi con la mano verso il suo soggiorno. Meno male che è stato lui a spezzare il ghiaccio. Timida mi faccio avanti e quando si trova alle mie spalle sento dire  <Dio...>
Mi giro lentamente e non so bene cosa dire, non so se in realtà si sta riferendo a me ma non smette di guardarmi. La mia espressione diventa un "cosa succede?".
< Dio santo... Ehm okey, scusami, accomodati.>
Faccio finta di nulla e mi siedo su una delle sue sedie in pelle.
Oggi si è presentato con qualcosa addosso. Wow, incredibile. E quello che indossa lo fa ancora più bello. Non gli stanno male i jeans stretti.
< Allora, Grace, per prima cosa ti faccio vedere la casa, con il tempo avrai bisogno di sapere dove si trova tutto.>
<Ehm, si certo.> mormoro annuendo.
<Seguimi per favore.>
Non mi piace questo rapporto così stretto. Odio il
fatto di dovergli dare del lei senza riceverlo in cambio. Ma forse non sarà questo il vero problema. Ora sta parlando, mi sta mostrando ogni angolo della casa ma non riesco ad ascoltarlo, ho bisogno di mettere in pratica il mio lavoro subito; ma da come ha detto lui non posso farlo se prima non conosco l'ambiente.
< Ecco, qui c'è la camera che utilizzerai il martedì, il giovedì e il venerdì. Ricordati che è quella con il numero 136.>
< Potrai venire vestita come vorrai, tanto appena arriverai qui ti darò la tua divisa. Potrai portare per la notte solo il necessario e ci saranno degli orari anche sulle pause, solo quando te lo dirò io potrai andare nella tua camera. Capito?> Dice deciso pensando di spaventarmi, e si effettivamente ci riesce e non poco.
Ha una cucina molto grande e l'intera casa è molto spaziosa.
< Ecco, vatti a cambiare.> mi impone evitando il mio sguardo e porgendomi la divisa con forza.
< D-devo andare nella stanza 136?>
< Calmati Bennett; e sbrigati a cambiarti.>
Cammino piano, sono molto spaventata. Cerco di calmarmi davvero e finalmente mi ritrovo nella 136. Devo dire che è molto carina, non male. Il letto è ad una piazza e mezza ed ha il bagno collegato da una piccola porta scorrevole.
Appoggio investiti sul letto e mi dispiace dovermi cambiare, ci avevo messo molto per capire cosa mettere. Vedo la divisa e resto sconvolta. Calze autoreggenti con sopra solamente delle culotte. Sotto dei tacchi a spillo e sopra una maglietta a mezze maniche corta un po' scollata. Il sopra ci può stare ma il sotto proprio no. Mi vergogno troppo.
Indosso questo scandalo e mi guardo allo specchio. Non penso che finisca bene tutto questo...
Lascio i miei vestiti piegati sul letto e esco tornando in soggiorno dove avevo visto Carter l'ultima volta.
Non appena capisco che mi sta guardando mentre continua ad avvicinarsi inizio a coprirmi il corpo con le mani, non mi sono mai vergognata così tanto in vita mia. Al che però scosta le mie mani dalle cosce:
< Non mi importa di come sei, che fisico hai, ben che meno della tua timidezza. Qui decido io e non voglio vederti un'altra volta ancora coprirti. Intesi?>

———
Come vi sembra? Commentate❤️

WORK 136Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora