XXXIV

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Il viaggio in macchina fu piuttosto tranquillo, ma nonostante questo Jimin non riuscì a trovare il coraggio di domandare a Jeongguk dove lo stesse portando. Il maggiore parcheggiò la Jeep vicino a qualcosa che pareva essere una spiaggia. Erano circa le otto di sera, quindi erano in perfetto orario per il tramonto. Jimin non seppe se Jeongguk l'aveva fatto di proposito o no, ma decise, in qualsiasi caso, di non fare domande e godersi il panorama in silenzio. Scesero dalla Jeep e si sedettero su una roccia con abbastanza spazio per entrambi, di sottofondo il silenzio fu riempito dal movimento veloce delle onde. Rimasero in silenzio per un periodo che parve infinito, che però venne spezzato dalla voce di Jeongguk.
-Senti io- - Sussurrò rocamente venendo subito interrotto dalla soave voce di Jimin.
-Mi piaci anche tu.- Disse, facendo sollevare un sopracciglio all'altro.
-Intendo, l'ultima volta che abbiamo parlato io non ho detto niente. Non volevo pensassi che fosse un amore a senso unico.-
-Ci siamo baciati per letteralmente un'ora e mi hai anche lasciato dei succhiotti, io questo non lo chiamerei amore a senso unico, Jimin.- Jeongguk sorrise, causando un leggero rossore alle guance di Jimin.
-Guardami.- Disse, tenendo dolcemente con una mano il mento di Jimin e facendogli alzare lo sguardo.
-Mi piaci talmente tanto da non voler rovinare tutto. So di essere uno stronzo e un coglione, ma non ci so fare con queste "emozioni", finisco sempre con il mandare tutto all'aria e far stare male tutti quanti. Inoltre, qualsiasi persona a cui tengo, un giorno o l'altro finirà con il rimanere ferita e- -
-Guk...- Il suo nomigliolo scivolò dalle labbra di Jimin come se fosse naturale. Proprio come intrecciare le proprie dita a quelle di Jeongguk. Essere dolci e affettuosi uno con l'altro era strano per entrambi, dato che le uniche volte che interagivano non facevano altro se non insultarsi. Jimin non era abituato a quel lato tenero e dolce di Jeongguk, ma era sicuro che un giorno o l'altro l'avrebbe fatto e non gli sarebbe più sembrato così tanto strano o assurdo.
-Lasciami finire. L'unica cosa di cui sono sicuro e che mi piaci molto. Non ho idea di che cosa tu voglia fare ma- -
-Voglio stare con te.- Jimin interruppe per l'ennesima volta Jeongguk, e parlò senza esitazione, osservando dritto negli occhi dell'altro, che li aveva spalancati dallo stupore.
-Tu- tu lo faresti?-
-Come non potrei?- La voce del più piccolo era talmente dolce che quasi si confondeva con il suono delle onde.
-Bene, per iniziare, sono uno stronzo- -
-Non lo sei. Certo, a volte puoi esserlo, ma Guk, quelli sono impulsi. Ho visto chi sei. Io so chi sei.-
Alle parole di Jimin, il maggiore si rilassò. Si ritrovò ad osservare il vuoto per due buoni minuti, o almeno fino a quando l'ansia non ritornò a stressare Jeongguk.
-Non sono bravo in questo Jimin. Relazioni, impegni, amore... non so cosa farci o da che parte girarmi. Non ho mai fatto o provato niente di quello che ho elencato, e penso tu meriti qualcuno di migliore.-
Le parole del maggiore furono talmente inaspettate che Jimin quasi non ci credette. Scosse la testa e si avvicinò all'altro.
-Jeongguk, mi piaci. Ti voglio. Non voglio nessun altro, capito? Non mi potrebbe interessare di meno il fatto che tu non sia bravo in queste cose, perché va bene lo stesso, possiamo impararlo insieme. Il solo fatto che sappia quanto odi fronteggiare le tue emozioni e aprirti con qualcuno, è abbastanza per continuare a volerti, Gukie.-
-Jimin, ho paura di mandare tutto all'aria, è sempre quello che finisco con il fare.- Il minore si avvicinò a lui e si sedette sulle sue gambe senza esitazione.
-Guardami.- Jimin incorniciò il volto di Jeongguk con le sue mani. -Mi piaci. Lo voglio. Noi.- Il maggiore l'osservò per qualche secondo prima di ridurre le distanze tra di loro. Cazzo se gli piaceva baciare quel rumoroso e dolce ragazzo. Dopo un paio di secondi Jeongguk si allontanò delicatamente dall'altro, sospirando pesantemente.
-Usciamo insieme.-
Jimin sorrise divertito.
-Cosa?- Sapeva ciò che l'altro aveva detto, voleva solo sentirglielo dire ancora.
-Usciamo insieme, Park Jimin. Sii il mio ragazzo.- L'ansia di Jeongguk fu sostituita dalla speranza, speranza che gli fu data dalle precedenti e rassicuranti parole di Jimin.
-Ho pensato non me l'avresti mai chiesto, coglione.- Disse il minore baciandolo ancora.
I due rimasero in quel luogo fino a quando il sole non tramontò, godendosi la presenza uno dell'altro senza pressioni, rancori o fastidi. Solo con puro piacere.

Neighbors↵ jikook ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora