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Scorgo il ranch in lontananza ed è come un tuffo nel passato.
Sembra solo ieri che zia Emily mi riaccompagnava a casa per la fine delle vacanze estive dai nonni, e quella sensazione famigliare di essere finalmente nel luogo più sicuro del mondo eccola che ritorna a farsi sentire dopo tanto, davvero troppo tempo.

Lego i capelli in una coda alta, respiro a pieni polmoni quest'aria che mi è mancata e non appena Jaxon tira il freno a mano mi fiondo giù dall'auto perlustrando la zona alla ricerca di mio padre.

«Se stai cercando Ted a quest'ora lo trovi sicuramente in ufficio»

Ted lo chiama Ted sono in confidenza e il fastidio per l'abbreviazione del nome di mio padre sulle sue labbra si irradia in me in meno di un secondo.

«Da quanto tempo lavori per mio padre?» la mia voce stridula lascia intendere che fra di noi ci sia ancora tensione.

Non capisco perché mio padre sia amico di un uomo così arrogante, ha sempre avuto fiuto per quanto riguardava il personale del Ranch, anzi, la premura con cui ha assunto i suoi dipendenti il giorno che ha deciso di allargarsi la ricordo ancora perfettamente, com'è possibile che abbia assunto proprio quest'uomo ammesso che lavori qui perché non l'ho ancora capito!

«Forse non sono tenuto a dirtelo io ma-»

«Kay! Tartarughina mia, finalmente» la voce di mio padre ci interrompe.

Mi muovo nella sua direzione e in un lampo vengo stretta in un abbraccio, beandomi della sensazione unica e insostituibile che si prova tra le sue braccia.

«Perché hai mandato proprio lui a prendermi?» dico allungando il braccio e puntando il dito dietro di me, nel punto esatto in cui dovrebbe trovarsi Jaxon, ma dall'espressione di mio padre capisco che dev'essersene andato.

«Hai conosciuto Jaxon Caen finalmente, e dimmi, come ti è sembrato?» enuncia tra entusiasmo e preoccupazione, come se avessi appena conosciuto la persona più importante degli Stati Uniti dopo il presidente.

«Persona deliziosamente insopportabile» sputo acida, prima di rendermi conto, voltandomi appena, di averlo esattamente al mio fianco con il mio borsone caricato in spalla.

Mio padre si lascia fuggire una risata imbarazzata per poi iniziare a grattarsi la testa come uno scimpanzé pieno di pulci.

«Scusala, mia figlia- ora la risata si fa più colorita- è davvero uno spasso quando ci si mette»

«Non preoccuparti Ted, ho già avuto modo di conoscerla nel nostro viaggio in auto fino a qui; tua figlia è una ragazzina, audace.» dice, lanciandomi un occhiata carica di sarcasmo.

Mi ha chiamata ragazzina, di nuovo. Scuoto la testa e faccio un passo verso mio padre.
«Papà lui mi ha-» ma vengo preceduta dalle parole di Jaxon.

«Non c'è bisogno che mi ringrazi di nuovo Kaylie, è stato un vero piacere trascorrere del tempo con te.» ed ecco che dopo avermi schiacciato l'occhiolino, adagia sul terreno polveroso accanto al mio borsone la valigia ormai deceduta e se ne va.

È un vero stronzo.

Vorrei raccontare a mio padre di come sono stata abbandonata fuori dalla stazione, ma vengo nuovamente interrotta perché ecco la Santa donna di mia madre apparire sul porticato di casa.

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