28.Bacio?

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Richard o no avevo deciso di riprendere in mano la mia vita, così iniziai a mangiare, a parlare, a essere di nuovo io, ma non la persona di prima, ma la persona di mesi fa, la Michelle convinta di sé. Io non ho bisogno di nessuno, né di Richard, né del gruppo, io sono io anche da sola.
Così in pochi giorni uscì di lì, avevo passato quasi tre settimane lì dentro, a pensarci ora non capisco come avevo fatto.
Avevo preparato la borsa, mi ero piastrata i capelli e anche truccata.
<<Wow.>>
Esclamò Ethan guardandomi.
Mi mancherà averlo intorno.
<<Mi mancherai piccolo...>>
<<Tranquilla, tornerai qui molto presto!>>
Disse contento, ma io non lo ero, perché tornare qui voleva dire che qualcuno non stava bene.
Uscì finalmente dall'ospedale, Daniel mi aspettava poggiato alla macchina, stessa posizione di suo fratello...
Cacciai subito Richard dalla testa e salì in macchina, a casa mi aspettavano tutti, Ludovica, Marta, Giada, Eric e Samuel.
Ho deciso di non raccontare dei miei giorni in ospedale, di non dire nulla su Marin e tutto quello che era successo, lo avrei tenuto per me.
Stavo per chiedere a Daniel di salire ma lui mi anticipò.
<<Non salgo, sei con il tuo vecchio gruppo, sarei di troppo.>>
Mi guardò scendere dalla macchina.
<<Solo...Non sparire, Michelle.>>
Sorrisi.
<<Non sparisco più, sono qui.>>
Chiusi la portiera della macchina e entrai in casa. Mamma era andata a lavoro poco prima che io arrivassi.
<<Ben tornata.>>
Dissero all'unisono i miei compagni.
Nell'aria c'era un po' di imbarazzo, forse era la prima volta che mi trovavo sola con loro, c'era sempre stata Roberta o Giacomo con noi, ma sta volta no.
Averli davanti mi dava quella sensazione strana, come se non fosse cambiato nulla, la stessa che avevo con Samuel...Ma in realtà tutto era cambiato.
Mi guardavano aspettando che parlassi e in quel momento mi resi conto che non ero io ad aver bisogno di loro, ma loro avevano bisogno di me.
Eric parlò, cercando di levare un po' di tensione.
<<L'ultima volta non ci hai trattati benissimo...>>
Il suo tono di voce era triste.
<<Ma lo capisco, tutti noi... Abbiamo sbagliato e...>>
Marta fu interrotta da Samuel.
<<Io ho sbagliato... È colpa mia, vi ho messo contro, sapevo quanto tenevi al gruppo e volevo colpirti dove sapevo di farti male...>>
Samuel si passò una mano nella faccia e continuò.
<<Non esistono parole per scusarmi, posso solo dirti che ero distrutto, non è bello essere lasciati e poi vederti con un altro, potrei dare la colpa a questo, ma ero solo io, io e la mia gelosia.>>
Tutti eravamo sorpresi dal suo discorso, le parole mi morivano in gola, stavo male quando non lo amavo, stavo male quando l'ho lasciato e sto male ora nel vederlo così, non l'ho saputo gestire e ancora oggi non so come comportarmi.
<<Perdonaci.>>
Stava dicendo Ludovica.
<<Abbiamo perso sette mesi, ma vogliamo tornare il gruppo di sempre, soprattutto ora che Marin non c'è più.>>
Disse Giada un po' commossa.
<<Marin non c'è più?>>
Cosa voleva dire.
<<Sono settimane che non succede nulla di strano a nessuno di noi!>>
Disse con entusiasmo Eric.
Era vero, io stessa non avevo più avuto contatti di nessun tipo con lui dopo aver ripreso il mio corpo.
Li guardai uno a uno e quando arrivai a Marta lei mi saltò addosso per abbracciarmi, così si unì il resto e in fine Samuel, ci abbracciò tutti, come per proteggerci.
Mi sentivo completa, mi mancava un pezzo di me e ora che loro sono qui, mi sento io.
Iniziò una delle nostre vecchie serate che non facevamo da tempo, alcool, pizza e amici.
Così si svolgevano le mie giornate con loro, ma sta volta avevamo invitato anche il resto della classe e casa mia era affollata, come non lo era da tempo.
Eric salì sul tavolo della mia cucina.
<<Posso proporre un gioco?>>
Urlò a tutti noi.
Io lo guardai di storto ricordando l'ultimo gioco che aveva proposto a l'ultima festa.
<<Giuro che non si tratta di una tavola ouija!>>
Si affrettò a dire.
Tutti scoppiarono a ridere, forse era la prima volta che passavamo una serata tranquilla, senza paura.
<<Gioco della bottiglia!>>
Urla Eric contento.
<<Quanto sei originale...>>
Lo prende in giro Roberta.
<<Dai fare qualcosa di normale di fare bene.>>
Ribatte lui scendendo dal tavolo.
Ha ragione, sentirci normali ci farà bene.
Ci mettiamo tutti in cerchio e iniziamo a far girare la bottiglia.
Roberta si bacia con Giacomo, Kevin con Laura, e infine la bottiglia punta su di me.
La bottiglia inizia a girare e punta su Samuel.
<<Uhhh.>>
Tutti iniziano a ridere e a fare battute del tipo "Vi siete baciati per tre anni, farlo ora non sarà un problema."
È un problema per me, non sono pronta a incontrare di nuovo le sue labbra, lui si avvicina a me per baciarmi.
<<No!>>
Urlo alzandomi spezzando il cerchio.
Non ci riesco, vedo Richard, lo vedo ovunque, l'espressione di Samuel è delusa, triste.
Richard si sarà creato questi problemi andando a casa di Nicole?
No, a lui non è fregato nulla di me e io inizio a fregarmene di lui.
Senza pensarci più del dovuto prendo la giacca di Samuel e lo attiro a me, lo bacio.
Questo è per te Richard, per avermi lasciata sola.
Samuel mi prende dai fianchi e continua a baciarmi appassionatamente.
<<Hey! Ci siamo anche noi qui!>>
Dice Marta ridendo e battendo le mani.
Sono tutti felici di questo bacio, credono che così cambierà qualcosa, quando mi stacco da Samuel e lo guardo capisco che non mi è mancato.
E mi domando se mai qualche ragazzo potrà cancellare il vuoto che ha lasciato Richard in me.

S.A
Ciao belli!
Vi volevo dire che stiamo arrivando alla fine di questa storia, in molti diranno "come? Di già?", rispondo dicendo che un horror è bello quando dura poco, quando non va troppo per le lunghe e così facendo potrebbe annoiare e diventare scontato...
Tengo molto a questa storia e voglio farla come si deve.
Cosa ne pensate fino a ora? C'è qualcosa che volete che succeda?
Io ho finito di scrivere tutto, ma voglio sapere cosa vi aspettate in seguito, per vedere se riuscirò a soddisfare le vostre aspettative.🖤

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