29.Nuova compagna

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La serata continua a procedere tranquilla tra alcol e risate. Faccio finta che vada tutto bene e ignoro il vuoto che mi ha lasciato Richard che è stato amplificato dal bacio con Samuel.
Io e Marta iniziamo a ballare al centro del mio salone, mi mancavano i nostri balli senza senso.
I ragazzi giocano a calcio con la bottiglia di birra che abbiamo usato per giocare prima.
<<Attenti a non romperla!>>
Urlo.
<<Tranquilla, facciamo piano.>>
Mi risponde Samuel, il fatto che mi risponda lui mi fa sentire strana.
<<Stavo guardando i film che ci sono in giro, uno vi piacerà sicuramente, si chiama ouija.>>
Sghignazza Kevin ironico.
Tutti scoppiano a ridere, compresa io.
<<Facciamo un film anche noi, come protagonista il nostro Marin e le sue ossa perdute.>>
Ride Ludovica.
Ridiamo tutti, mentre la bottiglia di birra rischia di rompersi contro lo stereo.
<<Attenti a quella cazzo di bottiglia, Samuel!>>
Strillo.
La bottiglia sbatte contro il muro a inizia a girare su se stessa, gira, gira, gira.
Tutti smettiamo di ridere e fissiamo la bottiglia girare, quando finalmente si ferma punta su Giada.
Tutti guardiamo nella sua direzione e a quel punto le luci si spengono e sento solo il rumore della bottiglia che si rompe in mille pezzi nella stanza, seguita da un urlo.
Prendo il cellulare e iniziò a fare luce intorno a me, Marta e Ludovica mi si mettono vicino, Giada è a terra svenuta, andiamo subito in suo soccorso.
<<Non trovo Samuel.>>
Disse tremando Alex.
<<Vado a cercarlo, non vi muovete di qui, nel frattempo vedo di far tornare le luci.>>
Dico uscendo dal salotto.
<<Samuel?>>
Parlo forte in modo che mi senta.
<<La vendetta è vicina.>>
Sentivo sussurrare queste parole dalla mia camera.
Era la voce di Samuel, era seduto a terra con la tavola in mano, parlava con Marin.
<<Michelle.>>
Sussultai, come aveva fatto a vedermi.
<<Cosa fai qui con la tavola?>>
Avevo paura.
<<Non lo so, mi sono ritrovato qui, giuro...>>
Disse lui spaesato.
La luce tornò, e illuminò anche la verità, Samuel aveva qualcosa di strano, uno sguardo che non riconoscevo, e i suoi li conoscevo tutti.
<<Michelle, dobbiamo chiamare un'ambulanza.>>
Disse Giacomo interrompendo i miei pensieri.
<<Come spieghiamo che una bottiglia gli si è spaccata in testa!>>
Sbotta Samuel esasperato.
<<Diremo che è stato un incidente.>>
Intervengo io entrando in salotto con loro.
<<Non è necessario...>>
Disse Giada alzandosi da terra.
<<Sto bene, abbiamo avuto fin troppi casini con la polizia, non aggiungiamone altri.>>
Lei era sempre stata così, non voleva essere di peso a nessuno,
<<Non finirà mai tutto questo.>>
Disse improvvisamente Marta piangendo.
<<Non possiamo passare una serata normale, da persone normali!>>
Urlò Kevin.
<<Noi non siamo più normali...>>
Mormorai io.
Infatti ogni cosa, anche una semplice serata tra amici, si svolgeva con terrore. Anche andare a scuola era pericoloso.
<<Io sono convinta che le sue ossa si trovino a scuola.>>
Dissi convinta.
<<La nostra scuola è già stata rimessa a nuovo da un po', possiamo cercare, ma io andrei direttamente dal prof Costan.>>
Disse Roberta.
<<No! Pensateci, non le metterebbe mai a scuola, sono ossa!>>
Samuel parlava con gli occhi spalancati.
<<Non siamo nemmeno sicuri che Costan centri qualcosa, ci stiamo affidando alla mia paralisi dal sonno... Non è affidabile.>>
Mentre parlavo guardavo il gruppo davanti a me, nonostante fossimo in pace sapevo che nulla sarebbe tornato come prima, nulla, la magia che avevamo creato in questi quattro anni di scuola si era distrutta in questo ultimo.
<<Stavo invitando Erika, ma penso che ormai la festa sia finita.>>
Disse Kevin cambiando discorso.
<<Erika?>>
Chiesi aggrottando la fronte, non conoscevo nessuno con questo nome.
<<Nuova compagna di classe.>>
Aveva risposto lui.
<<Una ragazza nuova che entra a fine anno? E siamo anche di esami!>>
Dissi titubante.
<<È molto brava, infatti è già al passo.>>

La mattina seguente ero curiosa di conoscere la nuova arrivata, che arrivò in ritardo insieme a me.
Capelli castani lunghi, occhi chiari e bel fisico, aveva un'aria familiare .
<<Sono Erika! Finalmente ho l'onore di conoscerti.>>
Si presentò con un enorme sorriso sulle labbra carnose.
<<Michelle!>>
Sorrisi con sufficienza, ho imparata a dare poco confidenza ormai, le persone deludono e io mi illudo.
<<Parlano tutti di te in questa scuola, sei una sorta di regina indiscussa.>>
<<Conosco tutti qui.>>
Rispondevo in modo freddo, volevo tenerla lontana.
<<Il ragazzo al secondo banco è il più bello in assoluto, non è che me lo presenti visto che conosci tutti?>>
Chiese indicando il ragazzo seduto.
<<Oh, si è carino.>>
Risposi guardando il ragazzo.
<<Come si chiama... Simon?>>
<<Samuel!>>
La corressi cercando di sembrare il più indifferente possibile, ero un artista a fingere ormai.
<<Sta con quella Ludovica, vero?>>
Anche una sconosciuta aveva notato l'eccessiva confidenza tra i due...
<<Stava con me.>>
Le parole mi uscirono sole, improvvisamente mi sentivo vulnerabile ai suoi occhi, sapeva già troppo e la conoscevo da dieci minuti.
<<Oh, ecco perché l'altra volta ha litigato con il ragazzo biondo.>>
Mi disse.
<<Cosa?>>
Non capivo.
<<Sanno tutti che sei stata in ospedale in queste settimane, lui non l'ha presa bene, così all'uscita di scuola, la settimana scorsa, ha litigato con un certo Richard, arrivando anche alle mani...Alla fine li ha divisi Giacomo, credo si chiami così.>>
Mentre io morivo per Richard lui veniva a scuola per fare a botte con Samuel?

Alla ricreazione non sapevo se litigare nuovamente con tutti per non avermi avvertita di ciò o se stare zitta.
Optai per la seconda, non avrei detto nulla, credevano di nascondermi le cose?
Ma io alla fine sapevo tutto.

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