14.L'immaginetta sacra

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<<Quindi non è con noi che è arrabbiato...>>

Dice Samuel.

<<Ma con tutti.>>

Dico io.

Siamo all'uscita di scuola, stiamo discutendo su ciò che mi ha detto il professore Costan.

<<Era spaventato come noi e...>>

Vengo interrotta dal Clacson della ford di Daniel che si ferma accanto a noi.

Samuel alza gli occhi al cielo.

<<Meglio che vada, ciao a tutti.>>

Prima che qualcuno possa rispondere si gira e se ne va.

<<Che c'è Daniel?>>

Dico un pò troppo scontrosa.

<<Dobbiamo parlare.>>

Dice lui.

<<Mi viene a prendere mia mamma.>>

<<Ho detto a tua mamma che venivo io.>>

Taglia corto lui.

Fantastico, penso.

Quando arriviamo sotto casa mia restiamo in macchina a discutere.

<<Non posso crederci che da un giorno all'altro non ti interesso più.>>

Ripete per la terza volta.

<<Non ho la testa per questo al momento.>>

Ripeto anche io.

<<Ti interessa mio fratello?>>

<<Daniel ti ho già detto...>>

<<Si o no!>>

Sbraita interrompendomi.

<<Si.>>

Ammetto a me stessa per la prima volta dopo mesi.

Mi piaceva Daniel, ma rivedere Richard aveva risvegliato qualcosa in me che andava oltre Daniel o Samuel.

<<Ti piace uno che ha dieci anni in più di te.>>

<<L'età è un numero non è un problema , se ti fermi a queste stronzate capisci benissimo perchè non può funzionare! Io vado oltre le cose, tu no.>>

Scendo dalla macchina e salgo a casa.

L'età di Richard non è mai stata un problema, odio quelle frasi del tipo 'L'amore non ha età', ma odio anche dover puntare tutto su questo dettaglio.

Quando finalmente mi stendo a letto nel pomeriggio il mio cellulare squilla, è Roberta.

<<Sto andando a trovare Giacomo in ospedale, insieme a Kevin e Alex, vieni?>>

Senza pensarci due volte accetto.

Dopo poco mi vengono a prendere, finalmente Kevin ha preso la patente, se la cava bene e dopo un poco arriviamo.

Davanti a noi c'è la scritta 'OSPEDALE', entrare mi fa uno strano effetto, ho passato tantissimo tempo qui dentro per papà. Ma era stato tempo perso, perchè papà è morto dopo un anno, nessuno poteva farci nulla, il suo tempo era quello, hanno solo prolungato la sua sofferenza.

Saliamo al sesto piano, camera 6.

Quando entro vedo Giacomo steso nel suo letto, alcuni fili sono collegati al suo petto nudo, sembra che dorma.

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