33.La foto

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Sospirai di sollievo quando l'ombra svanì, tutto era finito.
Marta mi venne incontro e mi guardò con le lacrime agli occhi.
<<È finta, Michelle.>>
Disse abbracciandomi forte.
<<È finita...>>
Anche Ludovica ci abbracciò e partirono tutti, un abbraccio di gruppo. Non l'ho mai sentito così tanto, era un abbraccio vero, non avevo dubbi.
Quando ci staccammo Giada guardò padre Robert che si asciugava il sangue.
<<Padre, posso chiederle una cosa?>>
Gli domandò.
Qualcuno mi cinse la vita con le braccia, Richard.
Mi voltai verso di lui e lo abbracciai forte.
<<Grazie.>>
Sussurrai al suo orecchio.
<<Certo.>>
Rispose il prete.
<<Cosa è successo con Marin in passato?>>
Ci girammo tutti, anche io volevo sapere.
<<Beh, mi sono trovato a fare un esorcismo... Aveva preso possesso di un'altra persona, per fortuna sono riuscito a mandarlo via anche quella volta.>>
Spiegò con uno strano imbarazzo disegnato in volto.
<<Chi aveva posseduto?>>
Domandai.
<<Adrian Costan.>>
Sussultammo tutti.
<<Tutto bene ragazzi?>>
Chiese padre Robert stranito dal nostro silenzio improvviso.
<<Si...>>
Sussurrai io per tutti.

Finalmente tornai a casa, stanchissima da quella giornata assurda più di tutte le altre, era tornato tutto normale, la mia vita non era più comandata da Marin.
<<Resti stasera?>>
Chiesi a Richard, mia mamma era a "lavoro" o forse solo a casa di Rick, comunque non sarebbe tornata.
<<Certo che resto.>>
Disse tirandomi a letto con lui.
Gli accarezzai i capelli biondi, mi era mancato come l'aria, è quella cosa che vorresti avere a tutti i costi ma non puoi.
Qualsiasi cosa sarebbe successa in futuro al momento volevo solo questo, noi, me e lui.
<<Michelle?>>
<<Richard?>>
<<Ti amo.>>
Il mio cuore fece una capriola, era la prima volta che mi diceva una cosa del genere, non aveva mai esposto i suoi sentimenti così chiaramente.
<<Anche io.>>
Pronunciai queste parole con tutta la felicità del mondo.

La mattina dopo tornai a scuola, il professore Costan diede una spiegazione al preside per il muro rotto in infermeria.
<<Ora capisco.>>
Gli dissi passando dal corridoio.
<<Cosa, Miller?>>
Domandò lui.
<<Perché lei era così coinvolto nella storia con Marin, l'ha posseduta.>>
Il suo viso si spense e abbasso lo sguardo.
<<Oh, quindi lo sapete... È stato un paio di anni fa. Comunque non l'ho mai sentito così assente, è la prima volta dopo anni che dormo sogni tranquilli.>>
Fece un sorriso stanco, era esausto della situazione quanto noi.
<<Sono felice che sia finita così.>>
Lui mi diede una pacca sulla spalla.
<<Ora pensa solo a fare gli esami!>>
Disse a voce alta allontanandosi.
<<Ovviamente!>>
Risposi.

Entrai in classe e presi posto vicino a Roberta.
<<Hai sentito Erika?>>
Mi domandò subito.
<<No, perché?>>
<<Non la sento da ieri.>>
Mi rispose preoccupata.
Non l'avevo sentita neanche io, mi iniziai a spaventare.
Roberta vide la preoccupazione nei miei occhi.
<<Scusi professoressa, sa come sta Erika? Non la sento da un po'.>>
Chiese alla professoressa di italiano.
<<Erika? Di cosa parli?>>
Domandò lei spaesata.
<<Erika... La ragazza che sta sempre seduta accanto a me e Michelle.>>
<<Mi state prendendo in giro? Non c'è nessuna Erika, non c'è mai stato nessuno seduto lì.>>
Tutti ci guardammo scioccati, sentivo un peso allo stomaco, l'ansia. Erika non era mai esistita? Era un fantasma?
<<Cosa significa?>>
Chiese Roberta allarmata.
<<Non ne ho idea.>>
Sussurrai senza parole.
<<Ora smettiamola con questi scherzi, Samuel puoi distribuire queste buste? All'interno c'è la foto di classe, è l'ultimo anno e come ricordo una foto viene appesa anche nella bacheca all'entrata di scuola.>>
Spiegò la professoressa, ma io non la sentivo neanche, la mia mente era rivolta a altri pensieri.
Posai la mia busta nello zaino e presi un'altra foto, l'avrei messa io nella bacheca all'uscita.

Io, Marta, Giada e Ludovica passeggiavamo in cortile, ci stavamo godendo gli ultimi giorni di tranquillità. Non potevo immaginare la mia vita fuori dalla scuola, fin da piccoli ci obbligano ad andarci e quando ti abitui un bel giorno realizzi che non ci andrai mai più.
<<Quindi tu e Richard? Ufficiale?>>
Mi domandò Ludovica con un sorriso malizioso.
<<È ufficiale!>>
Dissi finalmente.
<<Siamo felici per te, davvero, ci meritiamo tutti un po' di tranquillità.>>
Rispose Marta.
Stavamo facendo il giro dell'edificio, lo avevamo sempre fatto in cinque anni, ero pronta a non farlo più per il resto della vita? Guardai il gruppo, la scuola, il parcheggio... Mi mancheranno le piccole cose, quelle che ho sempre dato per scontate, quelle a cui dai valore solo alla fine.
Infondo ciò che rimane sono le cose più semplici, ridere, passeggiare... Cose che si fanno sempre, ma farle a scuola è un'altra storia.
Anche questa giornata mi abbandonò presto e all'uscita Richard mi spettava poggiato alla macchina.
Gli stampai un bacio sulle labbra.
<<Arrivo, devo appiccicare questa foto nella bacheca della scuola.>>
Dissi prendendo la busta bianca da dentro lo zaino.
Richard mi accompagnò dentro.
Dopo aver inserito la foto, osservai il muro, era pieno di foto delle classi degli anni passati, è proprio in alto a destra, la foto del 1992, in prima fila Erika Clarke, sorella di Marin Clarke.
Sorrisi, era stata lei ad aiutarmi e l'avevo capito solo ora, era lei a darmi gli indizi sulle ossa, non Marin.
<<Grazie...>>
Sussurrai, magari da qualche parte poteva sentirmi.

Arrivata a casa mamma e Rick mi aspettavano per mangiare.
Ero contenta, finalmente sentivo quella sensazione di famiglia che non sentivo da molto tempo.
Dopo pranzo mi misi in camera e chiamai a Roberta per dirgli di Erika.
<<Era così reale, sento di aver perso un'amica.>>
Mi disse lei.
Anche io mi sentivo così.
Qualcuno bussò alla porta della mia camera.
<<Rob, ti richiamo dopo.>>
Dissi chiudendo.
<<Avanti!>>
Dalla porta spuntò Nicole.
<<Hey, posso?>>
Non la vedevo da un po', ma era lei, la mia migliore amica, dovevo cercare di dimenticare tutto, perché era solo opera di Marin, non c'entra Nicole.
<<Certo...>>
Si chiuse la porta alle spalle e mi abbracciò forte.
<<Perdonami, non mi sarei mai messa tra te e Richard, né tanto meno tra te e Samuel... Io... Non ero io...Era lui e...>>
La bloccai subito.
<<Basta così, ho dimenticato tutto Nicole.>>
La rassicurai asciugandogli una lacrima.
Lei sorrise e guardò la mia scrivania.
<<Studiavi?>>
Mi chiese.
<<Purtroppo si...>>
Mi stavo davvero impegnando.
<<Cosa è questa?>>
Mi chiese prendendo in mano la busta bianca con la mia foto di classe.
<<Foto di fine anno! Aprila così la appendo.>>
Strappò la carta e osservò la foto con i miei compagni, eravamo una classe di svitati si vedeva lontano un miglio.
<<Michelle cosa sono queste...>>
Chiese lei con un espressione del tutto diversa.
Mi avvicinai meglio e guardai la foto che non avevo ancora visto con attenzione.
Eravamo divisi in due file, in quella avanti eravamo seduti a terra, in quella dietro erano tutti alzati e proprio alle nostre spalle c'era la scuola, ai lati c'erano tante ombre bianche che si avvicinavano a noi.
Conoscevo fin troppo bene quelle ombre, pensavo che tutto potesse andare per il meglio, ma non era finita, non era mai finita davvero.

S.A
Belli miei, siamo arrivati alla fine di questa storia.
Il capitolo è molto lungo, ma ho voluto chiarire tutti i misteri in quest'ultima parte, quindi era necessario.
Vi è piaciuta questa storia? Presto arriveranno i ringraziamenti, ma nel frattempo che ne dite di leggere "Frammenti: L'inizio"?
Eh si, non mi sento ancora pronta a lasciare andare questa storia, ho creato un secondo libro (ma non è un continuo come pensavano alcuni di voi è un prequel).
Se siete curiosi vi aspetto lì!🖤

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