Connie accompagnò Toby verso un edificio, tenendolo per mano e guidandolo dentro. Entrarono nella hall e raggiunsero la larga scrivania della reception, dietro alla quale stava seduta una donna.
«Signora Rogers?» domandò la donna.
«Sì, sono io.» rispose Connie. «Siamo qui per incontrare il dottor Oliver, sono qui con Toby Rogers.»
«Certo, da questa parte.»
La donna fece loro strada, facendoli attraversare un lunghissimo corridoio. Toby guardava le cornici appese alle pareti. Il silenzio era interrotto dallo scalpiccio regolare dei tacchi sul pavimento in legno.
La donna aprì la porta di una stanza dove c'erano solo un tavolo e due sedie.
«Se riusciamo a convincerlo a stare qui per qualche minuto, vado a chiamare il dottore.» sorrise e lasciò la porta aperta.
Toby entrò nella stanza e prese posto a sedere al tavolo. Si guardò intorno e vide che sua madre e la donna stavano lentamente chiudendo la porta, lasciandolo da solo lì dentro. Si guardò attorno e poi cercò di sciogliersi le mani saldamente bendate, iniziando a morderle per cercare di allentare le bende, ma si interruppe subito quando la porta si spalancò ed entrò una giovane, bellissima donna dalla chioma biondo chiaro, in un vestito bianco e nero maculato, che reggeva tra le mani una cartella e una penna.
«Toby?» domandò lei sorridendo.
Lui alzò lo sguardo e annuì.
«Piacere di conoscerti Toby, io sono la Dottoressa Oliver.» protese una mano in avanti per fargliela stringere, ma la ritrasse subito indietro quando notificò la presenza delle bende.
«Oh» sorrise nervosamente, dopo essersi schiarita la gola e aver preso posto a sedere davanti a lui.
«Allora, Toby, ti farò un paio di domande; cerca di rispondere più onestamente possibile, ok?» posò la cartella sul tavolo. Toby annuì leggermente e tenne le mani in grembo.«Quanti anni hai, Toby?»
«Diciassette.» rispose tranquillamente. Lei iniziò a scrivere sul foglio.
«Qual è il tuo nome di battesimo?»
«Toby Erin Rogers.»
«Quando sei nato?»
«Il 28 Aprile.»
«Da chi è composto il tuo nucleo famigliare?»Toby si fermò a pensare per qualche istante prima di rispondere.
«Mia mamma, mio padre, e... » fece una pausa «... m-mia sorella...»
«Ho sentito di tua sorella... e mi dispiace tanto.»Simulò uno sguardo di tristezza e pietà nei suoi confronti. Toby, si limitò ad annuire.
«Ti ricordi qualcosa dell'incidente, Toby?»
La sua mente si svuotò per un istante. Si guardò intorno con circospezione e sentì un debole ronzio nelle orecchie. All'improvviso i suoi occhi si spalancarono e lui raggelò completamente.
«Toby?» domandò la psicologa «Toby, mi stai ascoltando?»
Toby sentì un brivido percorrergli la schiena, poi si voltò verso la finestra della stanza, dove lo vide. Una scura figura senza volto lo stava fissando. Lui rimase congelato, con gli occhi spalancati e sentì il ronzio farsi sempre più intenso...
Sempre più intenso, finché la voce della psicologa non interruppe il suo stato di trance.«Toby!» urlò lei.
Toby saltò giù dalla sedia e cadde di lato, appoggiando la schiena contro l'angolo del muro. La Dottoressa Oliver si alzò in piedi, stringendo al petto la cartella e guardandolo sorpresa.
Toby iniziò a respirare con affanno ed ebbe alcune contrazioni involontarie.
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Ticci Toby: Il sicario dello Slenderman
HorrorTicci Toby: un assassino schiavo dello Slenderman che, fin dalla nascita, non prova dolore nè sofferenza.