Capitolo XI

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Lea si trovava nel parco vicino alla cattedrale. La scuola era finita da pochi giorni e le piaceva andarsene a leggere su una panchina all’ombra, nella parte più nascosta dei giardini, lontana dai giochi dei bambini e dal passaggio.

Era una splendida giornata di sole e la vegetazione esplodeva di bellezza nel suo rinnovato rigoglio.

Ormai leggeva da tre ore e decise di andarsene a prendere un po’ di sole più vicino all’uscita, prima di tornare a casa per il pranzo.
Mentre si avvicinava ad un prato che preferiva, in cerca di una panchina libera, vide una scena che non si sarebbe mai aspettata.
Seduto con la schiena contro un albero, Max era di fronte al suo compare di basket e di scherzi, un biondino sempre un po’ esaltato (probabilmente era il suo amico Christian) E cosa stava facendo? Gli stava leggendo un libro!
Lea stentava a crederci, ma la cosa la riempì di una strana gioia. Ricordò quando Max le aveva dichiarato il suo amore in chat, mesi prima.
“Sono disposto a cambiare per meritarti. Se tu mi volessi nella tua vita sarei disposto a fare qualsiasi cosa, addirittura a leggere qualche libro, visto che li ritieni così importanti…”
Si godette ancora quello spettacolo improbabile per qualche secondo, poi si mosse verso i due ragazzi.
Max si accorse della sua presenza e chiuse il libro, quasi lo nascose, poggiandolo sul prato, accanto alla sua gamba più lontana.
Le sorrise imbarazzato e fece un cenno a Christian, roteando il dito indice, come a dire “Ci vediamo dopo”.

“Che facevate di bello?” chiese Lea divertita.
“Niente, chiacchieravamo… di pallacanestro, del campionato”:
“Ah, ho capito. E quello lì per terra cos’è? ‘Treno di panna’ di Andrea De Carlo: fantastico! Chi te lo ha dato?”
“L’ho preso in prestito da mia cugina, che frequenta la facoltà di Lettere Moderne. Ho già letto “Due di due” e mi è piaciuto moltissimo. Mi ha preso così tanto che a volte ancora mi rivedo le scene del libro davanti agli occhi.

Così ho deciso di cominciare dal primo libro di De Carlo e di leggerli tutti”.
“Anche a me piace molto come autore. Era uno degli autori preferiti 
di mio padre”.
“A proposito, che si dice della lapide a scuola? Ne sai qualcosa?”
“Il Sindaco ha detto che la scopriranno a settembre, all’inizio del prossimo anno scolastico”.
“Devi essere fiera di tuo padre. E’ stato un grande. Non si è tirato indietro per paura, come fanno quasi tutti. E il suo esempio rimarrà vivo in noi, in tutti noi che lo abbiamo conosciuto, in un modo o nell’altro”.

“Ne sono molto fiera, Max. A volte sento una gioia immensa che mi pervade, a pensare che ho avuto ragione, che lui non si sarebbe mai suicidato, lasciando me e la mamma da sole. Il suo sacrificio, la sua onestà, il suo coraggio, la sua liberissima curiosità intellettuale sono diventati ancor di più la chiave di volta della mia esistenza. Sento che non potrei mai crollare, sostenuta dai valori che mi ha trasmesso”
“E poi, sinceramente,” riprese Max, “Sono anche un grande fan della sua opera migliore…”
“Che opera? Lui non ha mai pubblicato nulla, anche se scriveva poesie, ogni tanto, qualche pensiero sparso, di cui sono pieni i suoi taccuini”.
“La sua opera migliore sei certamente tu, nanetta!” disse Max, sbattendo mielosamente le sopracciglia.
Lea sorrise e gli si accostò.

Pensò a quanto fossero legati ormai. Lo guardò negli occhi azzurri come il mare e si inginocchiò sul prato, accanto a lui. I loro sguardi si fusero e allungò la mano per accarezzargli il viso. Mise le labbra sulle sue e chiuse gli occhi, per memorizzare ogni dettaglio: le labbra morbide e spesse, il suo sapore di menta e di fresco, il leggero affanno mentre il bacio si prolungava.

Quando li riaprì capì di amare Max, di averlo amato da subito, anche quando non lo sapeva e il suo futuro era bloccato da un dolore ancora troppo forte per poter incominciare davvero. Ripensò a suo padre che non l’aveva vista crescere negli ultimi tre anni, non l’aveva mai vista alle prese con un ragazzo.

Chissà se sarebbe stato un po’ geloso… Su una cosa ancora aveva avuto ragione: avrebbe incontrato persone fantastiche nella sua vita. Una era lì, davanti a lei: Max, travolto dall’insperata felicità del loro primo bacio.

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stay tuned perché pubblicherò a breve storie più serie e scritte decentemente

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