Capitolo 8

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Scappa

La macchina si ferma davanti, tiro fuori i soldi dandoli all'autista e ringraziandolo per la corsa. Appensa scendo, quest'ultimo se ne va lasciando una vampata di polvere.

I tassisti dei giorni d'oggi sono proprio strani.

Quando entro in casa sono già le sette e mezza, e gli altri sono seduti a tavola nel salotto a gustarsi la cena. Gli lancio un'occhiataccia e salgo annoiata le scale.

Non ho voglia di litigare con quella donna, non ho voglia di niente per ora.

Apro la porta della mi acamera e poi la sbatto alle mie spalle.

Perché mi sento così strana?

Mi butto sul letto e sospiro mentre guardo il soffitto. La stanza è immersa nel buio così come il mio cuore. La maglietta di David mi incanta i sensi con l'odore intenso di profumo e questrot mi riporta coi pensieri alle sue parole.

''Il mio cuore è troppo freddo per poter amare, Gilda''

E se non è così? Se lui...

No, Glida! E' meglio cosù, sei già abbastanza distrutta per aver bisogno di altre delusioni.

Sbuffo e mi alzo sul margine del letto, mi tolgo la maglia e la butto a terra. Vado verso l'armadio, tiro fuori un acanotta e me la metto. Tolgo anche i jeans e al loro posto metto un paio di shorts, poi mi butto a letto.

Mi infilo nelle lenziola e controllo il cellulare.

''Spero che sia arrivata a casa senza problemi'' David.

Il suo messaggio mi fa irrigidire chiudendo il cellulare e buttandolo sul comodino.

Cuore freddo di sto cazzo!

La porta della camera si apre ed io alzo la testa addolorata dalla luce che riempie la stanza in un secondo.

«Che cazzo?» mi porto la mano agli occhi.

«Che ci fai nella mia stanza?»

«Dove sei stata?»

«Che t'importa di dove vado?»

«Hai preso la pastiglia?» la sua domanda mi fa arrabbiare e mi alzo dal letto.

«Qual è il tuo problema? Perché vuoi sembrare interessata alla mia vita, a me?» grido e lei si acciglia.

«Ma sono interessata a te» dice e rido nervosamente.

«Ah ma davvero?! Allora tre anni fa dove cazzo sei stata?»

«Non sono riuscita a tornare, ma credimi che volevo essere lì per te»

«Sto cazzo! Ammetti che sei stata felice a liberarti di me» dico.

«Non dire così, sei mia figlia»

«Anche quando mi hai lasciata lì, quando hai permesso a quello di toccarmi, anche allora ero tua figlia?»grido.

«Sei mia figlia Gilda, qualsiasi cosa succeda rimani mia figlia»

«Finiscila con questo comportamento falso ed esci dalla mia cazzo di stanza, non mi sento bene sapendoti  così vicina a me»

«Gilda!»

«Esci!»

«Spero solo che sei stata attenta e ti sei protetta, gli uomini di..»

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 24, 2019 ⏰

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