Capitolo 7

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Dipendenza

«Papi! Papi aiutami!» grido e mi muovo per rimanere in superficie.

«Papi!» grido disperata, poi lo vedo correre verso il mare.

È preoccupato, si tuffa in acqua senza pensare alle conseguenze e mi prende in braccio, portandomi alla superficie. Mi porta in braccio fino a dove si trova mammina, mentre io respiro con fatica. Sono entrambi spaventati, e lo sono anch'io.

«Gilda stai bene, tesoro?» la domanda della mamma, le carezze e i baci mi fanno rendere conto quanto mi ama.

«Dovevi stare attenta, poteva annegare» le dice papà mentre lei lo guarda storto.

«Sto bene» li informo.

Non mi piace vederli litigare, e nell'ultimo periodo questo succede molto spesso

La spiaggia scompare e al suo posto appare il salotto della mia vecchia casa. La mamma guarda papà spaventata, mente io gli sto davanti stringendo un coltello tra le mani. Lei si trova sul pavimento, una goccia di sangue le cola dall'angolo della bocca mentre geme di dolore a causa dei colpi presi da papà.

«Cosa credi di farci con quello?» chiede ed io indietreggio.

La mamma sputa sangue e geme di dolore. Ora il mio unico pensiero è proteggerla.

«Stai lontano da noi oppure...»

«Oppure cosa? Mi taglierai? Tu?» dice facendo un passo verso di me.

«Avanti, taglia qua!»

La sua mano mi stringe i capelli, mentre il gli passo il coltello sul polso.

«Puttana!» grida.

«Sei una puttana di merda esattamente come quella lì» dice indicando la mamma.

Il coltello mi cade dalla mano ed il suo palmo fa contatto con la mia guancia, buttandomi a terra.

Sussulto e mi alzo bruscamente a sedere, i piedi, le mani e tutto il mio corpo trema. Sono sudata, il cuore mi batte forte nel petto e la testa mi fa spaventosamente male. Mi passo le mani tra i capelli, adesso corti, poi porto la mano all'orlo della maglietta e lo alzo piano dalla parte destra. La cicatrice è ancora lì, e sembra mi bruci quando la sfioro con le dita.

Sbuffo e mi butto di nuovo sul letto, la testa così sprofondando nel cuscino. Tutto gira attorno a me, mentre gli occhi mi si chiudono nonostante la mia resistenza.

Cosa mi succede?

Mi sforzo ad alzarmi e a sedermi sul margine del letto. Un capogiro terribile mi avvolge e la testa mi scoppia.


La pastiglia! Non ho preso la pastiglia, ecco perché mi sento così strana.

Mi sforzo ad allungare la mano sul comodino, tiro fuori il pacco di sigarette e con la mano tremolante ne accendo una. Tiro il fumo tossico nel petto e sento piano come mi riprendo.
Questa è la penultima, devo ottenere altre sigarette, se no quella donna si renderà conto che non ho rinunciato alla droga.

GILDADove le storie prendono vita. Scoprilo ora