Capitolo 3

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Occhi neri incantevoli

Il silenzio teso del soggiorno viene interrotto intenzionalmente dalla musica lenta da ristorante. Alzo gli occhi al celo tempo che un'altra cameriera di questa casa gigante mi posa davanti un piatto con pollo ripieno rivestito di patate.

«Desiderate che vi porti altro?» chiede lei e la donna davanti a me disapprova con la testa.

«Basta così!» dice e la cameriera il quale il nome non so, abbandona la stanza.

«Buon appetito!» aggiunge Alexander alle sue parole ed io inizio a mangiare in silenzio.

L'atmosfera di questa casa mi fa vomitare. Seriamente, chi ascolta la musica da ristorante persino a casa?!

«Quindi, Gilda!» la voce dell'uomo mi fa alzare lo sguardo dal piatto e cercare di inghiottire tutto il pezzo di pollo che ho messo in bocca.

«Ho capito che ti sei iscritta all'università che c'è qui» dice. «Sono contento di sapere che abiterai con noi d'ora in poi».

«Come prima cosa: non mi sono iscritta io in quest' università, e come seconda cosa: non ho detto che abiterò con voi d'ora in poi, non volevo neanche trovarmi qui in questo preciso momento» dico e lui guarda la donna che mi ha dato vita.

Questa si irrigidisce e mi sono da bastare le sue parole per alzarmi e portare le gambe nella mia futura camera.

«Parla come si deve! Qui non sei nei dintorni di quell' alcolista.»

«Allora perché cazzo mi hai portata qui?» grido e mi alzo dal tavolo che colpisco con due pugni.

Le posate, i bicchieri e i piatti rumoreggiano, mentre la donna si alza pure.

«Cosicché tu abbia una vita normale e un' educazione» dice ed io rido amaramente.

«Tienitele per te, non ne ho bisogno.» dico me ne vado prima che la discussione evolvi di più.

Ma che vada al diavolo! Chi cazzo si crede di essere? Mi ha abbandonata! Se ne è andata e mi ha abbandonata con un drogato alcolista. Adesso crede che se è ritornata dopo tre anni avrà parte del mio rispetto e del mio amore?

Salgo le scale lentamente, ma quasi mi spacco il naso quando inciampo sull'ultima scala e il mio corpo fa un brusco contatto col pavimento. Bestemmio e alzo lo sguardo, i capelli sono sparsi sul viso e li allontano piano.

Vaffanculo! La bocca forma una o  perfetta quando mi meraviglio. Sono arrivata in un piccolo corridoio, mentre alla mia destra si trova un arco che porta in un soggiorno immenso dove vi si trovano altre quattro camere, due da una parte e due dall' altra. Nel corridoio quadrato e piccolo dove mi trovo adesso si trova un alta fila di scale a spirale e mi chiedo quale tra queste quattro sia la mia camera, o se almeno si trova qui.

Da quando sono arrivata, circa un'ora fa, ho ispezionato solo la parte del piano terra della casa: la sala dell' entrata che porta in qualche camera per gli ospiti, il salotto immenso e ben arredato, ma anche la cucina dove vi si trova un bar pieno di tutti i tipi di bevande alcoliche è sicuramente molto carino.

Mi alzo e sento le voci dei due adulti al piano terra, ma preferisco ignorarli e non dargli importanza. Vado  sul semplice arco con qualche modello dipinto manualmente, abbastanza strano ed entro nel soggiorno immenso.

Il posto è stupendo, in mezzo si trova un grande divano di pelle bianca e ai lati si trovano due poltrone simili. Sul muro difronte si trova un grande plasma ed in mezzo un tavolino di vetro sul quale vi sono sistemati dei DVD e un posacenere di vetro nero a forma quadrata.

GILDADove le storie prendono vita. Scoprilo ora