Capitolo 5

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Primo giorno all'università

L'autista ferma l'auto difronte a un immenso edificio con molte scale che vanno in tutte le direzioni. Su un grosso pezzo di cemento vi si trova una grande scritta "NORTH SEATTLE COMMUNITY COLLEGE" e sotto questo vi si trova la scritta "1970". Osservo terrorizzata il posto, ed in mente mi viene solo un pensiero: Mai e poi mai non mi sono permessa neanche di sognare qualcosa del genere, forse se tre anni fa, fosse venuto qualcuno a dirmi che ero stata ammessa qui e che avrei fatto ciò che mi piace, mi sarei messa a ridere e l'avrei presa come una battuta. Ma Adesso? Adesso non lo so, sono sconvolta che esista qualcuno che si permetta di pagare una cosa simile, ma purtroppo non sono così sicura di voler studiare qui. I miei sogni sono cambiati.

«Signorina Steal, siamo arrivati» dice il nuovo autista ed io mi accoglio.

Steal??

«L'ho visto anch'io che siamo arrivati, non sono diventata cieca durante la notte, e mi chiamo Marley» dico nervosa ed apro la portiera.

«Le chiedo scusa, signorina!»

Ci mancherebbe altro!

«Dirai alla signora Marley che non c'è bisogno di mandare una macchina a prendermi all' uscita, me la caverò anche da sola ad arrivare alla villa.»

«Ma, signorina» dice lui. «Siamo a Nord. Come farà ad arrivare a casa?»

«Prenderò un taxi, ho abbastanza soldi per pagare il passaggio fino al centro» dico sbattendo la portiera.

La macchina parte e si allontana lentamente dal posto dove mi ha lasciata, ed io faccio un forte respiro.

Adesso! Cosa nasconderà questo edificio tra i suoi muri spessi?

«Bel culo!» sento una voce grossa che replica le parole con gran maleducazione.

«Scusa?» dico e mi giro, irrigidendomi.

Il tipo dagli occhi neri! Cosa ci fa lui qua?!

«Tu?» diciamo assieme.

«Cosa ci fai qui?!» chiedo stupita.

Da com'è, pensavo avesse finito da tempo l'università. Cioè, ha il corpo ben formato, l'altezza intimidatoria e la maturità dalla voce. Se ci penso bene, in un momento ho pensato che non è neanche andato all'università. Il video su Internet, il duello, il fatto che gira con quei tipi che volevano fare a botte con Sam, tutto ciò mi hanno fatto pensare che l'università o tutto ciò che riguardi una vita, non è da lui.

«Studio qui» dice lui rilassato.

Perché sono così irrigidita?

«Ma tu cosa ci fai qui?»

«Studio qui» rispondo.

«Interessante, adesso capisco perché gira con te quel pappamolla di Sam»

Scusa?

«Cosa intendi dire?»

«Se non ti avessi vista come picchi uno dei mie ragazzi, avrei pensato che fossi la nuova puttana di Sam, con cui se la tira»

Cosa? Questo tipo pensa prima di parlare?

La mia bocca forma una o per il fatto di essere sorpresa, ma mi riprendo subito e prendo un' attitudine seria.

GILDADove le storie prendono vita. Scoprilo ora