Capitolo 6

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Jonathan

Quando arriviamo alla stazione, il buio iniziava ad impadronirsi di Seattle. La macchina ferma, ed io guardo dal finestrino.

Non c'è nessuno qui. Che cazzo??

Sam scende dalla macchina ed io lo seguo, senza dire niente cammina verso un vecchio palazzo distrutto. Man mano che ci avviciniamo, il silenzio viene perturbato da urla, insulti e non all'ultimo posto gli spari.

Siamo arrivati, finalmente.

Entro dal muro distrutto e sorrido soddisfatta per ciò che vedo. Ci sono molte persone, specialmente uomini, che acclamano. Il posto non è grande, ma è abbastanza capiente per la decina di persone che vi si trovano.

Da qualche parte in una fossa si trovano due uomini pronti a spararsi l'un l'altro.

Questo gioco mi sembra così affascinante.

«Quindi?» chiede Sam.

«Voglio una birra ed un posto in queste tribù, o quel che cazzo sono» dico e lui sbuffa.

«La birra che c'è qua non è il lusso, sappilo»

«Sembra che tu non abbia la minima idea da dove vengo, ciò di cui mi sono occupata o che vita abbia avuto prima di venire qua» dico ed alzò gli occhi al cielo.

«Portami quella cazzo di birra, non voglio perdermi lo spettacolo»

«Va bene! Aspettami qui!»

«Certo!»

Col cazzo proprio! Troverò un posto prima che ritorni.

Salgo quelle poche scale ed arrivo di sopra, mi appoggio al battistrada e mi guardo attorno. Questo posto è perfetto. Noto gli sguardi curiosi della gente ed ingoio secco quando noto lo sguardo buio di David.

Giro lo sguardo e rimango sbalordita quando vedo il volto di uno dei concorrenti.

Jonathan? Merda! Devo andarmene immediatamente da qua, mi crede morta, e se scopre che non è così sicuramente cercherà di portare a buon termine la sua missione qui e adesso.

Scendo velocemente le scale coprendomi la faccia con i capelli, poi corro verso l'uscita.

Non va per niente bene! Che cazzo ci fa quel bastardo a Seattle? Come mi ha trovata? Almeno sa che sono in vita?

Il telefono mi vibra nella tasca e quando lo tiro fuori mi appoggio con la schiena al muro e sbuffo. Cosa diavolo vuole questa donna da me? Mi son rotta i coglioni dei suoi reclami.

«Pronto!» rispondo con un tono neutro, indifferente.

«Dove sei? Dovresti essere già da tempo a casa»

«Sono con degli amici» dico alzando gli occhi al cielo.

Va al diavolo!

«Quali amici?»

«Non lo conosci e non li conoscerai» dico.

GILDADove le storie prendono vita. Scoprilo ora