Capitolo 6

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Mi ricordo questa settimana come fosse ieri,è stata forse una delle più brutte.
Vivevo con 30 kcal al giorno,molte volte anche meno e non so come facessi a trovare la forza per studiare ed andare a scuola.
Una sera mia madre aveva preparato i bastoncini di merluzzo,pensavo fossero sani,ma poi quando ho visto che avevano 50 kcal ciascuno sono letteralmente impazzita.
Sono scoppiata a piangere e dai sensi di colpa mi sono graffiata le braccia fino a farle sanguinare.
Mi ero addirittura strappata la pelle.... ho provato un dolore così forte che non me lo scorderò mai. Non riuscivo a muovere.
Mia madre pensava che facessi parte di una setta segreta o che mi avessero aggredito.
Io non gli ho mai detto tutta la verità,ero arrabbiata,ma non ho avuto il coraggio di dire il motivo...
Per quella settimana io avevo l'umore sotto i piedi,non parlavo,non ridevo,nessuna reazione.
Mia madre preoccupata ha subito chiamato la pediatra e mi ha fatto una visita:45 kg.
Non puoi capire la gioia che ho provato in quel momento,solo altri 3 kg e la mia vita sarebbe stata perfetta.
Peccato che non fu così.
Tutti mi vedevano magrissima,io normale. Dimagrita sì ma avrei detto 4 o 5 kg.
Ero in lista d'attesa per il centro,mia madre voleva velocizzare le cose,per me è stato meglio meglio che avevo un po' di tempo per raggiungere il mio obbiettivo.
Altri 3 kg,che sarà mai?
Passate circa 2 settimane ero 42,5 kg. Stai pensando bene,non bastava,solo qualche altro giorno di digiuno mi ripromisi.
E così ecco che raggiunsi il 42.
Ero felice sì,ma non ero abbastanza magra.
Però nel frattempo ero già stata accettata al centro e se fossi dimagrita ancora mi avrebbero messo il sondino.
Anche perché ero sottopeso di 10 kg... ormai la situazione si era fatta grave.
Subito mi prescrissero delle analisi del sangue per valutare eventuali carenze.
Mi ricordo che ero a digiuno da un po' di ore e non ho fatto nemmeno colazione prima di fare gli esami.
Mi alzai tutta sicura dal lettino dopo che mi avevano prelevato tipo 10 fialette di sangue,non so nemmeno come io abbia trovato la forza. Poi mia madre mi ha trascinato al bar dell'ospedale e mi ha costretto a mangiare un pezzo d'erbazzone.
Quel momento me lo ricorderò sempre,avevo le lacrime agli occhi e non respiravo più.
Subito mi sono fondata sul letto e non mi sono più alzata per tutta la giornata continuando a piangere a dirotto.
Solo adesso mi rendo conto che l'unico mio obbiettivo era quello di morire.

Solo un numero, la mia lotta contro i disturbi mentaliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora