Avevo perso tutti i miei amici.
Le mie amiche mi prendevano in giro,non potevano capirmi,ormai non avevo più nulla,solo questo dolore che mi opprimeva il petto.
A me davvero non faceva nessun effetto tutto questo,ero così apatica che non provavo sentimenti per nessuno.
Con il tempo iniziavo a detestare il mondo e chiunque ne facesse parte. Dentro di me sentivo una rabbia profonda,un grosso rancore e allo stesso tempo riuscivo ad ignorarlo.
Quando uscivo con le mie amiche non spiaccicavo una parola,loro mangiavano ed io mi sentivo a disagio. E la cosa che mi faceva sentire peggio è che nessuno mi capiva.
Era tutta colpa mia.
Io non meritavo di essere amata.
A me non importava nulla di nessuno,perché sapevo di non averne il diritto e perché ero così "egoista" da starmene sola pur di raggiungere il mio scopo.
Odiavo tutti perché odiavo me stessa e nulla più mi faceva stare bene come prima,anche solo un minimo,no,nulla.
Vedevo la mia vita come senza via di fuga. Vivevo come una morta vivente. Restavo chiusa in camera mia tutto il giorno,a studiare,a studiare e a studiare.
Inutile dire che ho compromesso la mia concentrazione,infatti ancora adesso ne risento.
Facevo sempre altro,per non pensare al cibo.
Per me il cibo era letale,io non dovevo avvicinarmici,la mia vita era basata sul controllare ogni cosa ingerissi.
Pur di non avere fame facevo docce ghiacciate,masticavo chewingum,bevevo litri d'acqua... di tutto...
Tutta la mia estate l'ho trascorsa a fare 30 km al giorno,a bruciare tutto ciò che avevo assunto.
Con l'inverno non riuscivo piu6a fare tutto questo.
A settembre iniziò la scuola.
La paura che avevo di rivedere tutti era indescrivibile.
Al tempo ero abbastanza magra da permettermi un paio di jeans perciò trovai presto qualcosa di decente da indossare.
Se ne accorsero tutti che ero dimagrita e tutti mi trattavano come se fossi di cristallo,come se potessero ferirmi da un momento all'altro.
Probabilmente avevano capito che il mio umore era piuttosto fragile...
Io non ne ho mai parlato con nessuno,tutt'ora lo nascondo,senza nemmeno saperne il motivo.
Io non volevo che gli altri mi vedessero grassa,ma non volevo nemmeno che mi vedessero magra,volevo solo che non mi notassero. Le prime settimane di scuola furono le più brutte.
Se mi chiedevano del mio dimagrimento ovviamente non potevo mentire,dicevo che avevo perso qualche kg,tanto non se ne sarebbero accorti che mentivo... questo lo pensavo io,ma forse capivano da soli la situazione.
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Solo un numero, la mia lotta contro i disturbi mentali
Ficção GeralLa vita ti controlla più di quanto tu possa controllare lei, cercare di controllare non è altro che una lotta contro se stessi. In questa autobiografia racconterò la mia vita partendo dal principio, ovvero dalla mia infanzia, parlando nello specific...