Capitolo 3

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Provai svariate diete per dimagrire,ma erano più che altro mie fisse adolescenziali,o forse no. Facevo danza,poi ginnastica artistica e c'erano diversi canoni di bellezza:le ballerine devono essere alte e slanciate,le ginnaste devono essere magre e basse.
In tutto questo mi sentivo solo più inadeguata.
Per un periodo di tempo questi pensieri non si sono fatti sentire,ma dentro di me nulla era la normalità.
La situazione però peggioro quando iniziai a litigare sempre più con i miei genitori.
Oltre che sentirmi sbagliata e provare rabbia nei confronti dei miei bulli adesso nemmeno i miei mi apprezzavano più,i miei voti a scuola erano calati e tutto ciò creava in me una profonda amarezza.
Sentivo che ormai nulla aveva senso,ero totalmente sbagliata e nulla andava nel verso giusto,questa confusione mi faceva impazzire.
Decisi di suicidarmi,non so da cosa mi sia scattato questo pensiero,probabilmente dalla disperazione e dalla rabbia dopo l'ennesimo litigio con mio padre.
Pensavo che a nessuno importasse di me,che fossi solo un peso,una persona inutile.
Così,dal nulla,senza nemmeno pensarci,presi la lama e mi tagliai le braccia,non sapevo nemmeno come poter tagliare le vene,infatti i tagli furono superficiali. Nulla di grave se non che mi ero confidata con una mia amica e preoccupata l'ha riferito ai miei. Io ero furiosa,non gliel'avrei mai perdonato. In quel momento ero solo accecata dal dolore e davvero non capivo perché gli altri mi notassero solo quando stavo male,come se fosse una novità...
Per la prima volta non mi importava nulla,volevo seriamente morire,sentivo che era un tunnel senza uscita.
I miei non mi hanno capito,come potevano farlo?
Nemmeno mi conoscevano...
Ho sempre pensato però che avrebbero dovuto capirmi,
invece di pensare solo al gesto dovevano pensare al motivo per cui l'ho fatto. Può una ragazza sopportare tutte queste umiliazioni?No.Non ero debole,ero solo stanca.
Semplicemente la morte non mi faceva paura,era una via d'uscita per me,la vita invece era un incubo.
Per fortuna che la mia migliore amica mi ha subito capito e aiutato.
Ricordo quella mattina,in centro,a sfogarmi con lei,a comprare i cerotti in farmacia...
Dopo tutto quello che avevo passato lei riuscì a farmi sorridere,quando tutto mi sembrava perduto.
La realtà è che sconvolta dall'accaduto stavo vivendo un momento di apatia profonda.
Non stavo bene,eppure nonostante questo con lei me ne dimenticavo.
Le sono stata sempre grata per ciò che ha fatto per me,anche ora è un'amica d'oro e le voglio tantissimo bene, è forse l'unica persona per cui io riesca a provare qualcosa.
Questo successe a metà del secondo anno,poi successe l'inevitabile...
Tutto ciò che avevo rinchiuso si impadronì di me...

Solo un numero, la mia lotta contro i disturbi mentaliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora