T.
"Ringrazia che quel coglione del tuo collega non sia un cazzo di omofobo. Altrimenti saresti nella merda." ringhiai ad un centimetro da Lui mentre mi teneva stretto il viso con una mano.
"Non rivolgerti a me in questo modo, frocetto del cazzo. Potrei buttarti in strada anche adesso." strinse ancora di più la presa.
"Ma non lo fai, fallito del cazzo." risi di gusto "Perché nessuno sa succhiartelo come faccio io."
Mi mollò uno schiaffo, più forte del solito, che mi fece perdere l'equilibrio, che cercai di riacquistare appoggiandomi al muro.
"Se osi comportarti un'altra volta in questo modo ti faccio fuori."
"Non avresti il coraggio di farlo. Manderesti un fottuto minorenne a farlo. Non avresti le palle di sporcarti le mani di sangue."
"Quando è una questione personale, sai bene di cosa sono capace." continuò allentandosi il nodo della cravatta, mentre una grossa vena gli pulsava sulla fronte.
"Sai solo tirare calci e pugni, brutta merda. Ancora non capisco perché il boss non ti abbia ancora fatto fare fuori."
Questa volta mi riservò un pugno, dritto sotto la mascella, che mi fece piegare in due per il dolore. L'abitudine a quel tipo di trattamenti in certi casi non serviva ad un emerito cazzo.
Una volta sfogatosi, sputò a terra, dirigendosi in bagno.
Appena sentii il tonfo della porta chiudersi tirai un sospiro di sollievo, arrampicandomi sul letto a fatica.Affondai la testa tra i cuscini, tenendomi ancora la mascella, cercando un po' di sollievo nel freddo delle lenzuola.
Non uscivano più lacrime, ormai. Non avrei avuto motivo di piangere, non più.
Era spontaneo per me rispondergli in malo modo quando minacciava di farmi del male, ma in verità, non che mi interessasse più di tanto. Piuttosto, mi avrebbe fatto un favore. Avrebbe posto fine a quel maledetto inferno, mi avrebbe portato via da quel fottuto dedalo dal quale non riuscivo ad uscire.Sentii dei leggeri colpi sulla porta. Alzai il capo lentamente, trovando Euntak fare capolino nella stanza.
"Taehyung, tesoro." si avvicinò a me togliendosi quell'odioso grembiule che Lui costringeva a farle indossare.
"Noona." risposi rincuorato dalla sua presenza.
Si sedette sul bordo del letto, passandomi piano le dita tra i capelli.
"Quando imparerai a morderti la lingua e a non rispondergli in quel modo?"
Risi in maniera sarcastica, tenendo gli occhi chiusi, sentendo ancora la mascella pulsare.
"Non ho intenzione di farlo. Come lui ha il diritto di sfogarsi su di me, ce l'ho anch'io."
"Tu parli di diritti. Intendi dire che quello che ti fa è un suo diritto?"
"Mi sono scelto io questa vita. Nessuno me l'ha imposta. Sotto sotto, credo anche di meritarla."
"Hai diciassette anni, Tae. Avresti potuto studiare, passare la fase più bella della tua vita nel migliore dei modi."
"Sai bene che sarei finito comunque su questa strada." sputai secco.
"Tuo padre adesso non c'entr-"
"E invece sì, noona. E lo sai perfettamente." mi alzai, sedendomi sul materasso "Ho preferito prendere questa strada per mia scelta, non per costrizione. E perlomeno vivo una bella vita. Ottengo tutto ciò che voglio, vedo il mondo, ceno nei migliori ristoranti di lusso e le mie mutande costano più di un appartamento a Seoul."
"Ma non senti il bisogno di vivere tutto questo accanto ad una persona che ami?" chiese sincera.
La guardai, con lo sguardo vuoto.
"Non c'ho mai riflettuto. Non ho idea di cosa significhi amare una persona.""Ed è questo il motivo per cui rispondi in questo modo. Amare una persona, al giorno d'oggi, potrebbe sembrare la cosa più banale e futile del mondo. L'amore è usato come pretesto per il successo del mondo musicale, cinematografico e artistico. Ma l'amore ha un potere talmente vasto da non avere confini, da non poter essere rappresentato in nessun film e raccontato in nessuna canzone. Lo provi e basta. E quando lo fai, non hai bisogno di cene di lusso e vestiti firmati."
Deglutii, abbassando lo sguardo. Okay, Euntak era brava con le parole, ma il suo discorso non mi aveva toccato più di tanto.
"Ad ogni modo, devo darti questo." mi porse un foglio.
Era la prenotazione per quel viaggio che Lui aveva intenzione di fare.
"Come ha fatto a prenotare in così poco tempo se ne stava parlando poco fa a cena?" chiesi non capendo."Mah, i suoi soliti trucchetti." fece spallucce "Comunque, dov'è che andrete?"
Volsi lo sguardo nuovamente sul foglio, cercando di decifrare il nome della località.
"Yeongju." lessi lentamente con fare interrogativo. Mai sentito di quel posto.
"Il nome mi è familiare. Mi pare che sia un paesino davvero piccolo, ma con dei paesaggi stucchevoli." mi confidò la governante.
"Sarà l'ennesimo viaggio dove sarò costretto a restare in casa perché non c'è nulla da fare." sbuffai togliendomi l'orecchino di perla dal lobo destro.
"Prendila come una vacanza all'insegna del relax." mi rincuorò, prendendosi poi una pausa.
"La mascella è messa male, su, andiamo a metterci del ghiaccio."
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𝔯𝔞𝔤𝔞𝔷𝔷𝔬 𝔠𝔬𝔫 𝔩'𝔬𝔯𝔢𝔠𝔠𝔥𝔦𝔫𝔬 𝔡𝔦 𝔭𝔢𝔯𝔩𝔞
Fanfiction"I soggetti dei suoi quadri.. lui li tira dentro il suo mondo. Tu ti ci potresti perdere." -Ragazza con l'orecchino di perla, 1665 kookv fluff angst ¡smut!