T
Quando varcai l'ingresso dell'appartamento che il Sindaco aveva riservato per noi un brivido mi corse per tutta la spina dorsale. Non avevo idea di come Lui avrebbe reagito a quello che era successo. Non ero mai stato più di un'ora lontano da lui e ora avevo passato addirittura la notte fuori. Ero preparato al peggio.
Ma non mi pentii neanche per un istante di quello che era successo. Quell'accenno di libertà era stato come riprendere una boccata d'aria dopo tanto tempo, quasi come se fossi costantemente ancorato in fondo ad un abisso e improvvisamente, grazie a Jungkook, fossi stato in grado di vedere la superficie, anche se per poco.Lo trovai affacciato al balconcino tenendo una sigaretta tra le mani, stringendosi nella vestaglia di raso che ricordavo avesse comprato a Vienna.
Passo dopo passo, mi parai davanti a lui. Non osavo guardarlo, odiava quando lo facevo nel momento della punizione.
"Buon giorno" feci con voce flebile.
Mi irrigidii, pronto ad un possibile colpo.
Ma Lui ancora non fiatava, si era solo voltato verso di me, scrutandomi, come faceva sempre.
Il suo silenzio mi incoraggiò a staccare gli occhi dal pavimento.
Non appena lo feci, notai un mezzo sorriso, quasi un ghigno, sul viso di quel vecchio. Rabbrividii ancora di più."Vai a cambiarti" fece d'un tratto, senza lasciar trasparire alcunché.
"Cosa?" fu l'unica cosa che fui in grado di dire.
"Sei stato fuori tutta la notte, chissà dove. Lavati." e si congedò, lasciando il resto della sigaretta ancora fumante in un barattolo mentre, granello dopo granello, la cenere cadeva.
——
La giornata era passata in maniera spaventosamente tranquilla. Il fatto che dopo ore ed ore la punizione non fosse ancora arrivata, mi metteva i brividi.
In tarda mattinata eravamo usciti per "prendere una boccata d'aria", come aveva detto Lui, e io non mi ero sentito di ribattere data la mia posizione. Avrei preferito di gran lunga evitare di addentrarmi nel paese, non avrei mai voluto che incontrassi i tizi della sera prima, o peggio, Jungkook.
Per fortuna niente di tutto ciò era accaduto, anzi, avevo avuto modo di riprendermi da tutto quello che era successo ed era piombato nella mia vita solitamente così abitudinaria.
Jungkook era stato come una ventata d'aria fresca. Certo che lo conoscessi a malapena, e quelle poche parole scambiate erano state piene di astio, fino a sfociare in una vera e propria lite.
Ma il modo in cui parlava, i suoi atteggiamenti e il suo modo di contrarre il viso a seconda dell'umore erano così eleganti, leggeri, freschi, da farlo risultare ancora più giovane di quanto in realtà fosse. Avevo scoperto fosse più vecchio di me di ben sei anni. Eppure, sembravamo quasi coetanei.Ricordo di aver guardato con fare ammirato il Sindaco quando ci aveva raccontato di lui: aveva annunciato un giovane uomo di città ma che, per seguire la sua vocazione, aveva deciso di abbandonare tutto e concedere anima e corpo all'arte, recandosi in uno dei posti più desolati e poco industrializzati dell'intera nazione. Rimasi commosso da quella breve storia.
Era un'anima libera, la sua.
Aveva seguito ciò che il suo istinto gli aveva suggerito da sempre, probabilmente senza pensarci due volte, tanto era l'amore per quella che credevo potesse essere solo una passione.Jungkook mi aveva fatto capire quanto l'arte potesse essere un privilegio e una dannazione al tempo stesso. Quando ne parlava i suoi occhi brillavano, non riusciva a stare fermo, le sue dita tremavano dall'eccitazione. Ma quando si sedeva davanti a quel suo cavalletto in legno scuro, il Jungkook sognante spariva. Lo sguardo si faceva cupo, il corpo abbandonato sullo sgabello, una tale delicatezza nel tenere i pennelli tra le mani da pensare che potessero cadere al suolo da un momento all'altro.
STAI LEGGENDO
𝔯𝔞𝔤𝔞𝔷𝔷𝔬 𝔠𝔬𝔫 𝔩'𝔬𝔯𝔢𝔠𝔠𝔥𝔦𝔫𝔬 𝔡𝔦 𝔭𝔢𝔯𝔩𝔞
Fanfiction"I soggetti dei suoi quadri.. lui li tira dentro il suo mondo. Tu ti ci potresti perdere." -Ragazza con l'orecchino di perla, 1665 kookv fluff angst ¡smut!