Cinque

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Il lunedì seguente mi svegliai più euforica di sempre. Iniziava la settimana meno pesante dell'anno: la Spirit Week. Cinque giorni antecedenti alla prima partita in casa della nostra squadra di basket. Sei giorni prima dell'Homecoming, il tradizionale ballo di inizio anno. Cinque giorni in cui potevamo vestirci secondo un tema già scelto. Si iniziava con il Pajama Day, il che voleva dire togliersi il pigiama per indossarne un altro. E credevo di aver appena realizzato il sogno della mia vita.
Dopo essermi preparata presi lo zaino e misi dentro il minimo indispensabile. Quella settimana non c'erano lezioni, i vari club erano intenti a realizzare diverse attività per il venerdì, durante il quale partecipavano a una sorta di gara e il vincitore veniva annunciato durante il ballo.
Oltre a questa, c'erano altre tre nomination: il re e la reginetta, la coppia più bella, l'atleta migliore. Inutile dire che il nome di Blaine veniva sempre fatto.
Uscii di casa quando Cameron mi fece uno squillo. Lo vidi appoggiato alla moto, anche in un semplice pigiama blu non stava per niente male. Quasi quasi mi vergognavo del mio di Batman. Sempre meglio di quello con Minnie, che avevo avuto il pudore di non mettere.
Non appena mi avvicinai, mi prese per i fianchi e poggiò le sue labbra sulle mie, augurandomi un dolce buongiorno dopo essersi leggermente allontanato.
Si poteva dire che eravamo ufficialmente una coppia, nonostante la cosa non piacesse particolarmente ai miei fratelli e nemmeno mio padre lo trovava molto simpatico. Mia madre invece insisteva nell'invitarlo a cena perché voleva assolutamente conoscerlo, ma preferivo aspettare. Non volevo essere colpevole di aver fatto cominciare una guerra.
Durante il tragitto cercammo di parlare della sera successiva. La madre di Cameron, come la mia, appena scoperto il fidanzamento del figlio aveva subito voluto conoscermi, così mi aveva invitata a cenare da loro. Non mi dispiaceva di certo, mi faceva piacere. L'unica cosa, o persona, che poteva essere non piacevole era Loren, ma l'avrei sopportata. Per quanto riguardava il padre, Cameron non aveva ancora saputo il giorno preciso in cui sarebbe arrivato, e non ne aveva parlato molto nei giorni precedenti. Sapevo che per lui era un argomento difficile, quindi evitavo di tirarlo in ballo.
Arrivati a scuola, aspettai Cameron che posava i caschi sotto la sella della moto e prendeva il suo zaino, poi varcammo assieme il portone principale. Ci separammo per dirigerci ognuno alle nostre attività.
Lui doveva iniziare ad allenarsi con la squadra già di mattina, poiché la palestra sarebbe stata occupata da mercoledì per essere allestita per il ballo. Quindi avevano due giorni di allenamento intensivo, lasciando giusto un paio di ore alla giornata alle altre squadre.
Andai a cercare Maya. L'ultima volta che ci eravamo viste mi aveva detto che la Spirit Week era la settimana migliore per degli scoop, e quindi era sempre in giro in cerca di storie succose. Dovetti girare il primo piano più volte prima di trovarla mentre salivo le scale per quello superiore.
"Finalmente, non riuscivo a trovarti." Esclamò quando la incrociai sul pianerottolo.
"Scusa, ma sono molto attiva oggi, non posso perdere niente che possa diventare un buon articolo." Rispose spostando il peso da un piede all'altro e facendo muovere le due codine che legavano i suoi capelli.
Se non fosse stato per la sua altezza, sarebbe passata per una ragazza molto più giovane. Il pigiama che indossava doveva essere bianco, doveva perché era decorato con una moltitudine di chiazze di colori diversi.
Quella ragazza era decisamente stravagante.
"Andiamo?" Chiese e senza aspettare una risposta si avviò al secondo piano. Girammo gran parte della scuola, tenendo sempre le orecchie ben tesi e gli occhi aperti, alla ricerca di qualcosa che potesse risultare interessante. Un paio di volte ci appostammo dietro un angolo per non farci vedere.
Mi sentivo molto James Bond. Con un pigiama di Batman. Immaginai che la scena potesse risultare leggermente strana agli occhi degli altri.
Lasciai Maya per dirigermi in palestra, dove avevo un'ora di allenamento prima di pranzo. Prima però lo zaino con la cambiata nell'armadietto.
Mentre arrivavo agli spogliatoi, la squadra maschile di basket aveva appena finito. Chiamai Cameron prima che entrasse a cambiarsi. Aspettò davanti la porta dello spoiatoio mentre questa si chiudeva. Si asciugò il sudore in fronte con la maglia, così lasciò intravedere gli addominali sul petto.
Era il mio fidanzato, quindi lo potevo tranquillamente dire: mamma mia.
"Com'è andata?" Chiesi appoggiandomi all'anta della porta.
Dolcemente mi fece spostare da là, giustificandosi che se avessero aperto mi sarei fatta molto male.
"Non male. Hai visto i tuoi fratelli? Oggi non sono venuti."
Scossi la testa. "Non li vedo dai ieri." Una lampadina si accese nel mio cervello. "Però credo di sapere dove possano essere."
Gli spiegai brevemente i miei pensieri, poi lo salutai con un bacio sulla guancia ed entrai nello spogliatoio delle ragazze.

Il ragazzo della mia migliore amicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora