Sette

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Un grido di esultanza si innalzò dalla nostra parte delle tribune assieme a una marea di corpi, quando Cameron segnò il punto decisivo allo scadere dell'ultimo minuto.
Il tabellone annunciò la fine del tempo e decretò la nostra vittoria sulla squadra rivale.
I compagni gli corsero incontro emozionati e lo sollevarono. Blaine, Jack e Isaac erano leggermente distanti e non dimostravano lo stesso entusiasmo di tutti gli altri, ma facevano il possibile per fingere.
Il coach li lasciò fare per una manciata di minuti, poi li richiamò all'ordine e le due squadre si scambiarono i saluti finali.
La folla cominciò a disperdersi mentre i giocatori entravano nell'edificio per dirigersi negli spogliatoi. Noëlle corse verso Blaine, che si trattenne un po' di più nel campo.

"Quindi è lui Cameron? Il ragazzo che ha fatto l'ultimo punto?" Chiese Maegan, ma dal suo tono era facilmente intuibile che già sapeva la risposta; annuii. "Hai buon gusto, sorellina."

Involontariamente mi strinsi nelle braccia. Sentirmi dire quelle cose su Cam quando la nostra situazione era tornata indefinita mi sembrava strano. Le percepivo come fuoriluogo.
Aspettammo la terza ragazza prima di allontanarci un po' dalle tribune e dal campo.
Dopo mezz'ora i gemelli e il gorilla ci raggiunsero. I miei fratelli e Maegan si salutarono decentemente, poiché non si erano ancora visti fino a quel momento. Jack propose di andare a mangiare un boccone in qualche ristorante e accettammo tutti volentieri.

"Scusami." Un uomo mi fermò prima che arrivassimo al parcheggio. Era alto, con le spalle larghe e una carnagione leggermente ambrata. I capelli biondi e gli occhi azzurri gli donavano un fascino giovanile, e con il completo che aveva indosso poteva passare per una copia di Leonardo DiCaprio piuttosto giovane. Senza togliere nulla a DiCaprio, ovviamente. "Sto cercando mio figlio, per caso lo conosci? Lui..."

"Papà?" Leonardo Fasullo venne interrotto da una persona a pochi metri dietro di me, e in un baleno Cameron ci fu accanto.

Era teso, si vedeva chiaramente. O meglio, tutti lo capivano tranne il padre, a quanto pareva. Mr. Riccone-Ellis tentò di abbracciare il figlio, ma lui si spostò, rifiutando ogni contatto fisico.
E così era lui l'uomo per cui il mio... più-o-meno-ancora-non-lo-so ragazzo era stato tanto in ansia prima del suo arrivo. Mi aveva detto che non era colui per il quale si faceva passare, ma guardandolo meglio era difficile crederlo.

"Che ci fai qui, papà?" Marcò quell'ultima parola con un'amarezza che fossi stata il padre mi sarei sentita enormemente ferita, ma a lui non importava.

"Te l'avevo detto che sarei passato a giorni e poi volevo vederti giocare la tua prima partita in una nuova squadra."

Quell'uomo era davvero un'altra persona come mi aveva accennato Cameron? Sembrava solo un padre assente a causa del lavoro che cerca di recuperare tutto il tempo perso con il figlio in una volta sola.

"Peccato, è già finita." Cam lo guardò male, poi fece una cosa che mi sorprese: mi prese per mano e mi avvicinò a sé. Arrossii e pregai che non si notasse, era il contatto più vicino che avevamo avuto negli ultimi due giorni. "E ce ne stavamo andando."

Ancora stupita e confusa, mi tirò via da lì senza darmi il tempo di salutare il padre.
In tutto questo gli altri avevano continuato a camminare. Che grande dimostrazione di affetto e preoccupazione nei miei confronti. E se mi avesse violentata? L'avrebbero avuto sulla coscienza.
Osservai le nostre mani unite per quei pochi metri che percorremmo. Quel piccolo gesto mi fece rendere conto che avevo sentito la sua mancanza, ma non lo volevo ammettere.
Cameron mi portò il più vicino possibile alla mia auto, dove mi stavano aspettando, tenendosi comunque a una distanza di sicurezza. Saggio da parte tua.
Lo fissai prima di rendermi conto che nessun gatto mi aveva mangiato la lingua e potevo ancora parlare.
Stare così vicino a lui mi era mancato moltissimo e non me ne ero resa conto fino a quel momento. Lo volevo di nuovo con me, vicino. Le mattine in cui veniva a prendermi a casa, una serata al cinema o un pomeriggio passato al mare a vederlo surfare. Avevo una voglia matta di riprendermi tutto proprio in quell'attimo. Bastavano poche, semplici parole e il mio desiderio sarebbe stato esaudito.

Il ragazzo della mia migliore amicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora