Tre

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La sua mano salì verso il mio viso, mi scostò una ciocca di capelli da davanti la faccia e si fermò sotto la guancia. Avevo ancora gli occhi chiusi, ma sentivo che Cameron era ancora lì, vicinissimo a me. La sua mano ferma sotto il mio volto, l'altra posata al mio fianco, come se non mi volesse dare via d'uscita.
Aprii finalmente gli occhi, che trovarono subito i suoi verde smeraldo e non ci pensarono proprio a distogliersi. La sua coscia fasciata dai pantaloni neri si attaccò alla mia scoperta. Senza accorgermene ruotai la testa di lato, seguita leggermente dal mio corpo per non perdere l'equilibrio, mentre Cameron faceva la stessa cosa. Ci separava solo un dito, i nostri respiri si fondevano in uno solo quando qualcuno bussò forte alla porta.
Ci separammo di scatto, Cameron si alzò e andò ad aprire, nonostante non ci fossimo chiusi a chiave. Sentivo il sangue affluire al volto e il battito del cuore che era decisamente veloce nelle orecchie. Non stava per succedere quello, assolutamente no. Stavamo solo...
"Shelley." Mi chiamarono.
Girai lo sguardo che fino ad allora era rimasto puntato sul pavimento, anche se non stavo fidando un punto particolare, e rimasi sorpresa nel vedere Blaine sulla soglia.
"Dovresti venire a vedere." Disse con voce dura.
Mi venne in mente una carrellata di insulti da rivolgergli, e lo feci, nella mia testa, mentre scendevamo le scale e uscivamo in giardino.
A bordo piscina c'erano i miei fratelli, che stavano sicuramente dando spettacolo dopo aver bevuto alcolici su alcolici senza nessun pudore.
"Oh, diamine." Sussurrai a denti stretti prima di correre a salvarli.
Per fortuna non avevo messo i tacchi, altrimenti sarei caduta subito dopo due passi. Afferrai ciascuno di loro per un orecchio e li trascinai via da lì.
"Lo spettacolo è finito, gente." Annunciai mentre mi allontanavo dalla piscina.
Tra la folla sentii qualche mormorio di dissenso, sicuramente qualcuno che non vedeva l'ora di vedere i gemelli farsi un bel tuffo. Li condussi alle prime sedie libere e li spinsi in modo da farli sedere su di esse. Incrociai le braccia al petto e li guardai come una furia, ma non se ne curarono, perché scoppiarono subito in una gran risata.
Altro che da tassista, dovevo fare loro da babysitter!
"Quanto avete bevuto?" Chiesi diretta.
Cominciarono a contare sulle mani, ma potei dedurlo da sola. Così tanto da non riuscire nemmeno a tenere il conto sulle dita. Avevo una gran voglia di buttarli io stessa in piscina; inspirai profondamente ed espirai in seguito.
"Li devo portare a casa?" Domandò Blaine.
Cavoli, mi ero completamente dimenticata di essere venuta con Cameron alla festa, e che quindi non avevo la macchina a disposizione. "Si, grazie. Vengo anche io."
Con l'aiuto di Noëlle, che ci aveva raggiunti non appena fummo scesi dal piano superiore, e del suo ragazzo, portammo i miei fratelli fino alla macchina di quest'ultimo. Dovetti scansarmi anche un paio di volte visto che avevano bisogno di rigettare tutto. Compativo chi avrebbe pulito il giorno dopo. Cameron ci seguì ma rimase un po' in disparte, perché Jack e Isaac si rifiutavano di farsi aiutare da lui. Cercai di spiegare loro che avevano assunto un comportamento a dir poco infantile, ma non vollero sentire ragioni. Anche da ubriachi erano parecchio cocciuti.
Non appena li sistemammo sui sedeli posteriori, i gemelli crollarono. Avevo il dubbio che non fossero umani. Chiusi la portiera e mi girai, per trovarmi di fronte a Cameron.
"Mi spiace per la piega che ha preso questa serata." Mi scusai.
Alzò le spalle, per intendere che non gli dava fastidio più di tanto. "Sta tranquilla. Sarà per la prossima volta."
Si avvicinò e mi posò le labbra sulla fronte. Chiusi gli occhi per assaporare al meglio quel piccolo e dolce momento, che venne brutalmente interroto dalla tosse palesemente finta di Blaine.
"Ci sentiamo." Disse Cam prima di tornare dentro.
Lo seguii con lo sguardo fino a quando non sentii una gomitata nelle costole.
"Cos'è successo stasera, eh?" Noëlle assunse un'espressione maliziosa da far paura.
Scrollai le spalle. "Niente di che."
"Come no. Vorrà dire che me lo racconterai domani, o ti costringerò." Mi fece l'occhiolino.
Si allontanò dalla macchina. Rimasi qualche secondo confusa, pensando che sarebbe venuta con noi.
"Torna con un'amica." Mi informò Blaine prima di salire.
Lo imitai, sedendomi al lato del passeggero. Allacciai la cintura, diedi un'occhiata dietro dallo specchietto retrovisore.
Sarebbe stato un tragitto piuttosto lungo.
Quel silenzio era quasi fastidioso. I miei fratelli dormivano beatamente dopo essersi lasciati andare, e tra me e Blaine non ci fu alcun tipo di dialogo. La radio era rotta, quindi non potevamo nemmeno sentire un po' di musica.
Dopo quella che mi parve un'eternità, Blaine aprì bocca. "Quel Cameron non mi piace affatto. Non dovresti frequentarlo."
Sbuffai. "Non mi interessa. E non sono affari tuoi."
Come diavolo si permetteva di dire certe cose? Proprio lui, poi. I gemelli potevo capirli, nonstante il fastidio del loro comportamento, ma erano pur sempre i miei fratelli maggiori. Lui, invece, non aveva proprio voce in capitolo.
"Stammi sentire, non è il bravo ragazzo che pensi tu."
Risi, una risata amara. Non riuscivo a credere di avergli sentito dire quelle parole. "E chi lo sarebbe allora, eh?" Feci finta di pensarci. "Tu?" Non controbbattè. Tenne lo sguardo fisso sulla strada, le mani stringevano così tanto il volante che le nocche gli erano diventare bianche. "Come immaginavo." Dissi stizzita.
Incrociai le braccia al petto e guardai fuori dal finestrino. Non ci saremmo detti più niente fino all'arrivo, ne ero certa. Blaine era solo un dannato presuntuoso, che pensava di potersi permettere di tutto. Non riuscivo ancora a capire cosa Noëlle ci vedesse in lui, ma sembrava così felice e così innamorata.
Non è come credi tu, è decisamente migliore.
Ripensai alle parole che mi rivolse la mia migliore amica sulla sua nuova fiamma, il primo giorno in mensa. Non aveva idea di quanto si sbagliava. Sperai che fosse migliorato in questi anni, ma, come dice un vecchio detto, il lupo perde il pelo ma non il vizio.
L'auto si fermò davanti al vialetto di casa. Svegliai i gemelli, che sembravano stare addirittura peggio dopo quella dormita, inebetiti dal sonno e dalla sbronza. Con l'aiuto di Blaine li portai davanti alla porta di casa e il più silenziosamente possibile infilai le chiavi nella porta e aprii. Da soli, Jack e Isaac entrarono diretti al divano in salotto e crollarono su di esso.
Ringraziai il ragazzo al mio fianco a denti stretti ed entrai anch'io. Prima che chiudessi del tutto la porta, mi parve di sentirgli dire una frase, ma non ne ero del tutto sicura.
"Lo dico per il tuo bene." Sembrava solo un sussurro portato via dal vento della notte.

Il ragazzo della mia migliore amicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora