«Chi sei? Cosa ci fai qui?» una mano stava tenendole fermo il polso, quasi il suo aggressore volesse interrompere il sistema circolatorio della ragazza. I movimenti erano bloccati in modo studiato dal uomo, in una morsa ferrea.
«Muoviti in modo strano e ti spacco un braccio» sibilò.
Ciò che stava dicendo era vero, lo sentiva dal dolore che continuava ad aumentare con i suoi movimenti.
«Lasciami, mi stai facendo male.» Aveva una soglia del dolore molto alta, ma un braccio spezzato le avrebbe sicuramente fatto molto, molto male, oltre che impedirle di fare bene il suo lavoro in futuro.
«Prima rispondi alle mie domande: chi sei e cosa ci fai qui?»
Se solo avesse potuto sfoderare un pugnale dalla sua manica avrebbe potuto liberarsi, ne era certa. Peccato che l'uomo non era affatto intenzionato a lasciarle una simile possibilità.
«Ad occhio e croce ci vorranno tre mesi per curarti una simile frattura alla spalla, posso anche slogarti il polso o romperti un dito. Sarei curioso di sapere in quanto tempo saresti in grado di tornare come prima, sempre che non te li danneggi in modo permanente.» Non stava ridendo, era assolutamente serio. «Riproviamo: chi sei e cosa ci fai qui?» aumentò la forza sul suo braccio, il che fece urlare Ann dal dolore «Senti che bel rumore che fa, promette proprio bene. Allora? Non hai voglia di darmi delle risposte?»
«Mi chiamo Annarose e sono capitata qui passeggiando per la foresta.» digrignò i denti, minacciosa.
«Bella scoperta, dubito tu sia arrivata volando. Qui non viene mai nessuno, quindi perché sei qui?»
«Nessun motivo in particolare, ho trovato questa casa in mezzo alla vegetazione e sono venuta a controllare di cosa si trattasse.»
L'uomo assottigliò lo sguardo sulla mora «Ti lascio andare solo se dai la tua parola di non fare nulla di sospetto o che possa nuocermi in qualche modo»
Perfetto: un ingenuo. Doveva essere uno stupido per lasciare andare una ragazza furiosa avendo come garanzia solo la parola di una sconosciuta.
«Hai la mia parola che non ti sfiorerò con un dito.»
L'uomo lasciò la presa e Ann si massaggiò i polsi e la spalla dolorante. «Mi chiamo Peter, da un po' di tempo sono il solo ad usare questa casa.» Doveva essere matto a rivelare simili informazioni riservate.
«Come mai nessuno viene qui? Non è particolarmente lontano dal villaggio.» evidenziò Annarose con voce innocente.
«Tempo fa in questa casa ci fu un'incidente. Non che qualcuno fornì molti dettagli su cosa fosse successo, ma da allora questo posto è considerato maledetto.»
Forse avrebbe potuto sfruttarlo per estorcere informazioni, prima di fargli perdere i sensi.
«Un incidente?»
«Beh, non penso si trattasse di un vero e proprio incidente, visto che era coinvolto un lupo, ma questo fu quello che all'epoca ci venne detto. Devi essere una forestiera per non conoscere questa leggenda.»
«Hai detto di chiamarti Peter, giusto? Come mai tu sei qui?»
«Non penso di poterlo dire alla prima ragazzina che passa.» la sua espressione era mutata in una più seria rispetto a prima. E se fosse stato uno dei lupi mannari? La casa della nonna sarebbe facilmente potuta essere un nascondiglio perfetto, lontano dagli abitanti e dalle forme di sicurezza che lei e i suoi uomini avevano preparato per il lupo.
Lo osservò appoggiarsi ad una parete con le mani conserte, chiudendo gli occhi e sospirando pesantemente.
«Credo di avere più o meno la tua stessa età, almeno credo.» Tentò di distrarlo.
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Cappuccetto rosso (Wattys 2019)
FantasyIspirato dalla storia originale di "Cappuccetto Rosso" e dal gioco da tavolo "Lupus in Tabula". La storia è soggetta a copyright, vi pregherei di non copiare interamente o in parte la storia, perché non giusto nei confronti dell'autore. ...