Beautiful Goodbye

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(xiuchen)

Junmyeon sospirò sconsolato mentre guardava il volto del fratello ricoperto di lacrime. Quest'ultimo si trovava sdraiato nel mezzo del letto matrimoniale, avvolto dal piumone e stretto tra le braccia il cuscino sinistro.
«Jongdae ah~» Lo richiamò. «Svegliati.» Sussurrò poi.

Il minore strofinò la faccia sul cuscino e aprì gli occhi puntandoli in quelli del fratello, che si trovava seduto di fronte a lui.

«Dae...» Sussurrò Junmyeon, accarezzandogli una guancia.

Il fratello lo guardò tristemente. Gli angoli della bocca rivolti verso il basso, gli occhi spenti, i capelli biondi tutti spettinati e i vestiti larghi il doppio di lui.

«É pronta la colazione.» Disse il maggiore.

Jongdae si mise seduto e, dopo aver rimesso il cuscino a posto, si alzò. Si trascinò dietro al fratello fino al tavolo in sala, dove c'era un piatto di pancake, i suoi preferiti. Gli stavano risalendo le lacrime agli occhi. Li chiuse e cercò di rilassarsi, non poteva piangere ancora, non quando suo fratello lo guardava preoccupato. Si stava preoccupando troppo, Junmyeon, di lui. Doveva tornarsene a casa da Sehun e non fargli da badante.

«Hyung...» Disse mentre riguardò suo fratello, situato davanti a lui.

«Si, Dae?»

«Vai a casa.»

Il fratello lo guardò sorpreso, in quei giorni non aveva fatto altro che preoccuparsi per suo fratello mettendo la sua vita e relazione da parte. Aveva avuto paura che potesse fare qualcosa di pericoloso.

Jongdae si alzò e iniziò a sparecchiare, nello stesso istante in cui Junmyeon ricevette una chiamata sa Sehun.
«Pronto?»

«Ei hyung! Come va lì?»

«Va meglio.»

«Torni a casa?»

Junmyeon stava per rispondere quando il fratello gli rubò il telefono di mano.

«Torna a casa, Sehun.»

«Oh, ciao Dae hyung!»

«Ciao Hun.»

«Tutto bene?»

«Si, meglio quindi Junmyeon torna a casa.»

«Va bene lo aspetto allora.» E mise giù.

Jongdae ripassò il telefono al fratello e lo spinse verso la porta principale. Quest'ultimo dovette vestirsi in fretta siccome il fratello continuava a spingerlo.

«Stai calmo Dae ora vado!» Esclamò esasperato.

Arrivati alla porta, prima di uscire, abbracciò il fratello e se ne tornò a casa.

Jongdae tornò in cucina. Tirò su le maniche della felpa, aprì l'acqua del rubinetto e, armati di spugna e sapone, iniziò a lavare i piatti.

Tornato a casa Minseok non vedeva l'ora di buttarsi nel letto vista la stanchezza, non riusciva quasi più a tenere gli occhi aperti dopo quella lunghissima giornata di lavoro.

Il suo capo lo aveva spremuto come un limone e adesso si sentiva esausto, senza forze.

Ma la sua medicina non era il letto, no.

La sua medicina era il suo ragazzo, doveva stringerlo tra le braccia per sentire le forze tornare.

Cercò Jongdae per tutta la casa e lo trovò in cucina a lavare i piatti, con le cuffiette e la musica ad alto volume. Non lo aveva sentito entrare. Si avvicinò cautamente al ragazzo e lo strinse per i fianchi.

𝗼𝗻𝗲 𝘀𝗵𝗼𝘁 ᵉˣᵒDove le storie prendono vita. Scoprilo ora