Capitolo 4

393 16 2
                                    

Mi svegliai scossa, guardai l'orologio e notai che erano le 4:43 del mattino. Jason dormiva rumorosamente accanto a me mormorando delle parole nella sua lingua mentre girava tra le coperte. Colpita da un forte senso di nausea, saltai giù dal letto con una mano sulla mia bocca. Arrivai appena in tempo in bagno. Svuotai il mio stomaco mentre piangevo silenziosamente. Saranno problemi dovuti al ciclo. Mi alzai dopo aver finito e lentamente spazzolai i miei denti mentre continuavo a piangere per il dolore all'addome e un forte mal di testa che si faceva spazio. Dopo aver finito, cambio certe cose e cammino fuori dal bagno, andando a letto, verso il lato il Jason mentre lui dormiva beatamente.


"J-Jay Jay?" Sussurrai, stringendomi lo stomaco.
"Cosa?" Brontolò con gli occhi chiusi. Jason era sempre rude quando veniva svegliato.
"Non mi s-sento bene" mormorai sperando che si prendesse cura di me.
"Bene, fattelo passare. Cosa vuoi che faccia? Sono sicuro che stai bene. Smettila di essere una bambina, Juliet. Cresci" Sibiló girando la sua testa e sotterrandola nel cuscino
"Oh... O-okay". Tirai su con il naso, girandomi una lacrima cadde mentre camminavo silenziosamente nella stanza, il russare di Jason era ancora nelle mie orecchie. Una sensazione di dolore invadeva il mio petto, se Jay Jay vuole che io cresca, lo farò.

Camminai per il corridoio, fino alla libreria, spinsi lo scaffale con i libri di lato e lo chiusi dietro di me, mentre camminavo verso la mia stanza segreta. Mi stesi sul letto cullando il mio stomaco dolorante. Mi stesi e basta, non riuscivo a dormire per il dolore.

Guardai l'orologio, ero rimasta lì per un paio d'ore. Le persone si sarebbero alzate di li a poco, scesi le scale per cucinare la colazione. Uova, bacon, biscotti, purea (letteralmente Grits è polenta, ma chi mangia la polenta di mattina?!), waffle, French toast, omelettes, frutta, pancakes, toast, arance e succo alla mela erano disposti sul tavolo quando avevo terminato il mio lavoro. Cucino quando sono triste. Erano le 9:30 e dovevo cambiarmi per la scuola che sarebbe cominciata alle 10:00. Era una scuola per i più dotati e durava solo poche ore al giorno tutti giorni, questa sarebbe stata la mia ultima settimana.

La gang cominciò lentamente ad arrivare e mi guardò stranita quando mi sedetti guardando in basso con tutto il cibo sparso sul tavolo . Guardai in alto e mi ricomposi. Sorrisi falsamente "Mangiate! L'ho cucinato per voi" provai a non balbettare e suonare come una bambina. La gang si scambiò degli sguardi e si sedettero. Mi ringraziarono baciandomi la fronte e scompigliandomi i capelli mentre facevano i loro piatti. La gang mi adorava e ai ragazzi piaceva molto uscire con me dato che apparentemente ero 'carina da vedere e da sentire'

"Ecco la mia piccolina!" Delle braccia mi strinsero la vita da dietro e la voce melodiosa di Jason mi riempì le orecchie, mi trattenei dallo strillare e ricambiare l'abbraccio.
"Piccola dove eri questa mattina?" baciò la mia testa e mi girò in modo da potermi guardare negli occhi. Si accigliò quando notò i miei occhi rossi e gonfi. Non erano più di un viola brillante, erano di un tenue grigio. "Stavo cucinando la colazione, prendine un po', sarai affamato" sorrisi ancora falsamente, lui aprì e chiuse la bocca come un pesciolino quando lo chiamai Jason
"Stai bene? Ti stai comportando in maniera strana" sussurrò guardando verso di me, concentrato e corrugando le sue sopracciglia perfette

"Sto bene Jason, sto facendo la brava ragazza" lo guardai insistentemente negli occhi
"Bene ma almeno siediti a mangiare con me, non ti ho visto per tutta la mattina" blaterò spostando un pezzo dei miei capelli dietro le orecchie. "Ho già mangiato" mentì " e non sono più una bambina. Sono adulta... ora devo andare a scuola. Ciao"
Mi levai Jason di dosso, presi il mio zaino camminando fuori dalla cucina, mentre Jason mi seguiva.

"Perché non mi stai chiamando Jay Jay? Sai che amo quando lo fai", mi prese per il polso, ma riuscì a liberarmi
"Perché Jason" mi girai e lo guardai. I suoi occhi si spalancano per il mio tono "per crescere, devo cominciare a chiamarti con il tuo vero nome. Non con qualche ridicolo nome da cane... non importa quanto io lo voglia".
Trattenni le lacrime alla parola 'bambina'. I suoi occhi si riempirono di senso di colpa mentre lo baciavo su tutto il viso, scusandomi e ripetendo che lo amavo.

"Da dove esce tutto ciò?" Sussurrò, scuotendo la testa con incredulità. "Questa mattina verso le 5:00, stavo vomitando e non mi sentivo ben-" mi fermò immediatamente " perché non me l'hai detto? Piccola ti avrei aiutato" dice con simpatia. "L'ho fatto, e la tua risposta è stata, e cito «sono sicuro che stai bene. Smettila di essere una bambina Juliet e cresci». I suoi occhi erano pieni di rammarico
"M-Mi dispiace gattina,sai quanto sono intrattabile la mattina e spesso dico cose che non intendo. Amo la tua innocenza. Andiamo, so che vuoi abbracciare Jay Jay" sorrise aprendo le sue braccia

Lo guardai sbigottita
"Ciao Jason" singhiozzai girandomi ed uscendo dalla porta. Mi riafferrò il braccio fermandomi "almeno dammi un bacio" si abbassò per darmi un bacio, ma voltai la testa e finí per baciare la mia guancia. I suoi occhi erano ancora pieni di dolore e delle lacrime cominciavano a comparire sui suoi occhi, niente fa più male della tua anima gemella che ti rifiuta. "O-okay, puoi andare a scuola... ma risolveremo questa questione quando tornerai a casa" sorrise tra gli occhi pieni di lacrime. Sorrisi falsamente, e andai via nonostante ogni singola fibra del mio corpo mi urlasse di baciarlo e dirgli che lo amavo anche io. 

Questo capitolo è stato tradotto da  

Buona lettura!

Obsidian (Italian Translation) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora