Una volta finita la scuola, camminai nel corridoio fino al mio armadietto ormai vuoto. L'unica cosa lì dentro era il mio zaino dato che i miei libri li avevo portati via man mano con l'andare dell'ultima settimana, mi sarei diplomata tra pochi giorni. Presi il mio zaino, infilai il mio raccoglitore al suo interno per poi richiuderlo. Mentre uscivo da scuola decisi che avrei fatto visita ai miei genitori. Ora non voglio vedere Jason e non mi importa se si arrabbierà.
Salendo sul bus mi sedetti da sola poiché nessuno voleva essere mio amico. Alcuni mi prendevano in giro, alti erano terrorizzati da Jason. Ricevetti occhiate stranite e malvagie mentre mi muovevo verso il fondo del bus. Apparentemente qualcuno mi fece lo sgambetto ed io caddi proprio sulla mia faccia. I passeggeri del bus scoppiarono in una fragorosa risata e i miei occhi si riempirono di lacrime.
"Owwie". Bofonchiai mentre mi alzavo e correvo verso il fondo del mezzo, con il viso tra le mani. "Stupida bambina" qualcuno sibilò ma lo ignorai. Guardando in basso notai un grande taglio che sanguinava sul mio ginocchio. Singhiozzai guardando fuori dal finestrino sentendo dolore.Dopo un'ora, ero l'ultima a scendere dal bus. Vidi casa dei miei genitori e camminai verso l'uscita . L'autista mi guardò con pietà ma lo ignorai, dove era mentre ero presa in giro? Il mezzo rallentò, arrivati davanti casa dei miei genitori il bus si fermò completamente. "Ti auguro una buona giornata tesoro" disse l'autista mentre scendevo e le diedi un sorriso falso in cambio.
Aprí la porta con le mie chiavi, andai in salone e venni accolta da uno squittio "Bimba!" Urlò mio padre, correndo da me e prendendomi tra le braccia e facendomi roteare. Entrambi ridacchiammo "Mi sei mancata così tanto! Perché non sei venuta a trovare il tuo vecchio?" Ridacchiò facendo scontrare il suo fianco con il mio. "Sono stata occupata, papà" dissi imbronciata così come si imbronciò lui quando iniziò ad odorare l'aria, "senti odore di sangue?" Potrebbe sentire qualsiasi odore quest'uomo "oh, si... sono caduta a scuola oggi, e mi sono sbucciata un ginocchio". Mentí non volendo farlo preoccupare, chiamare Jason e far uccidere tutti a scuola. Annuì e guardò in basso "oh bambina, ti sei fatta proprio male. Attenta a non ricadere" mi disse in maniera fintamente costernata. Annuì e risi, nonostante fossi ferita per aver mentito.
"Salta su" disse girandosi, ed io saltai su per un giro a cavalluccio. La mia famiglia non era normale. Mi portò in cucina in cui mia mamma si stava occupando delle gemelle e di Damon, Drew e Charlotte. Le gemelle avevano 3 anni, Damon ne aveva 10, Drew 12 e Charlotte aveva solo 6 mesi.
"Guardate chi è qui!" Papà urlò mentre scesi dalla sua schiena per abbracciare mia mamma. Prese in braccio lotti e le fece le pernacchie sulle stomaco riempiendo la stanza della sua splendida risata. "Ciao sconosciuta" mia madre mi prese in giro stringendomi in un abbraccio spacca-ossa. Anche i piccoli si attaccarono a me e in quel momento mi sentì davvero amata."Ecco un cerotto e delle garze disinfettanti dolcezza" papà tubò, passandomeli e baciandomi la fronte. Lo ringraziai iniziando a tamponare il sangue. "Cosa è successo?" Mia mamma esclamò mentre dava alle gemelle dei pezzi di banana. " sono inciampata" scherzai "sei sempre stata così sbadata" mamma ghignò e vidi papà nell'angolo cucina mentre si scioglieva al suono.
"Come va al lavoro?" Chiesi a mia mamma e papà. Loro erano i CEO della società dei miei defunti nonni, ora si chiamava Bieber Enterprises invece che Rossi Enterprises. Ogni tanto i nostri vicini Chris e Danielle badavano ai miei fratelli con i loro due figli."È stato abbastanza faticoso ultimamente" papà sbuffò "abbiamo appena cominciato un rapporto commerciale con la Cina ed abbiamo un sacco di scartoffie da controllare" si lamentò. Mia mamma andò verso di lui tirandogli un buffetto "sta solo facendo il bambinone come sempre" lo prese in giro. Papà scherzosamente roteò i suoi occhi e borbottò "non lo sono". Lei sorrise lasciandogli un bacio a stampo che papà fu felice di approfondire. Coprì gli occhi ai gemelli quando iniziai a vedere la loro saliva. "Um... avete finito?" Chiesi mentre ero internamente felice che i miei genitori si amassero ancora così tanto. Improvvisamente arrossirono "scusa" dissero imbarazzati "va bene" risposi sogghignando.
"Hey dove è Jason?" Mamma chiese. Parlando di Jason, il mio telefono continuava a vibrare da un'ora e mezza ma al momento non avevo voglia di controllare. "Aveva delle cose da fare, ma io avevo voglia di fare un salto qui e vedervi" mentì, al momento non voglio davvero vedere la faccia di Jason. "Oh, va bene allora. Digli che lo salutiamo". Mamma sorrise ed il forno suonò. Papà urlò felice e scosse il sedere per alla felicità, immediatamente capì cosa c'era nel forno. "Biscotti?" Mamma offrì mentre li usciva.
"Ti voglio bene bimba" papà mi baciò la guancia prima di lasciarmi andare fuori dalla sua macchina davanti alla grande proprietà di Jason. "Ti voglio bene anche io! Sta attento" sorrisi e lo salutai con la mano mentre andava via.
Camminando nella casa, non vidi nessuno, sentì della confusione al piano superiore, camminai nella stanza delle conferenze, dove la gang aveva i suoi incontri più importanti. Jason e l'intero gruppo erano lì dentro e lui sembrava impazzito. Quando camminai dentro pensavo che la sua rabbia si sarebbe calmata, invece la rabbia era impressa nel suo viso "dove cazzo sei stata?" Urlò.Questo capitolo è stato tradotto da she_is_meg_ . Buona lettura!
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Obsidian (Italian Translation)
FanficSequel di Alien. Jason "Il Diavolo" McCann era un Obsidian. Juliet Rayne Bieber era un'Herokan. Cosa ci faceva la razza più problematica e cattiva con quella più pura, innocente e dolce? Gli Herokan e gli Obsidian solevano non mescolarsi. Ringrazio...