Introduzione

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La prima volta che mi sono imbattuta nelle parole assistente virtuale era forse il 2011 o il 2012, avevo quasi trent'anni due figli piccolissimi e abitavo in un piccolo e isolato paesino di montagna, uno di quei posti dove finisce la strada, per capirci.

Ed ero molto, molto preoccupata per il nostro futuro.

Ero spesso sola, mio marito lavorava tutto il giorno, uscivo poco complice il clima, l'età dei bambini e la poca compagnia disponibile.

Riversavo quindi molto tempo sul nostro pc che beneficiava di una fantastica connessione appena superiore alla vecchia 56k, che però mi consentiva almeno di googlare in giro per la rete. Cercavo (interrogando Google come fosse un oracolo con domande esistenziali, ma questo l'ho capito solo diverso tempo dopo) una soluzione che mi permettesse di lavorare e guadagnare senza dovermi rassegnare ad un prossimo futuro da pendolare, direzione: la grande città.

Prima di essere mamma a tempo pieno ero stata diverse cose: figlia, accanita lettrice di qualsiasi cosa, gamer (quando non andava di moda, sigh), curiosa, studentessa di arte storia e musei, lavoratrice a progetto, operatrice call center, segretaria, ma nessuna di queste figure mi aveva mai veramente definito.

In quel momento ero insomma alla ricerca di qualcosa di più di un nuovo lavoro, (altra mia ossessione che mi ha portato su terreni molto più difficili e ardimentosi, ma questa è un'altra storia).  Cercavo, insomma, qualcosa che desse un senso al mio vivere per me stessa, non perché i miei figli non fossero sufficienti ma questo riguardava soltanto me.

Tornando a Google, continuavo ad interrogarlo con le chiavi di ricerca più strane, destreggiandomi in quella giungla fatta di network marketing, sistemi piramidali, venditori di ogni genere e gente che vuole convincerti che esista ancora l'attività di trascrizione indirizzi a domicilio, alla fine andai a sbattere sul sito di una, probabilmente la prima, assistente virtuale che ha tentato di colonizzare il mercato italiano.

Mary Tomasso.

Una rivelazione, la luce in fondo al tunnel, finalmente qualcuno che parlava di un lavoro vero, serio, di una professione online.  Ho passato giorni interi a scandagliare il suo sito internet, che mi appariva come la soluzione a tutti i miei problemi.In realtà non proprio a tutti...ed infatti per poter iniziare il cammino verso i miei sogni pieni di corsi, libri ed uffici virtuali, dobbiamo attendere il fatidico anno 2018.

Sei lunghi anni, durante i quali è successo di tutto, un'altra figlia, un trasloco, un marito disoccupato dal 2013 e una serie di lavori allucinanti per me.

Io che non volevo fare la pendolare mi sono ritrovata a fare turni notturni, festivi e full time.

Il mio progetto di assistenza virtuale giaceva tristemente coperto di polvere in un cassetto, chiuso a doppia mandata...

To be continued...










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