CAPITOLO 1

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Erano quasi le otto, ma il sole stava appena tramontando. Seduto nella sua camera di Privet Drive 4, c'era un ragazzo, che di lì a poco avrebbe compiuto 16 anni. Era il famoso Harry Potter. Occhi verdi smeraldo, capelli corvini, magro, con occhiali tondi e la sua inconfondibile cicatrice. Era famoso per essere sopravvissuto a uno dei maghi oscuri più potente di tutti i tempi: Voldemort.
Harry, teneva in mano una delle tante lettere che il suo amico Ron gli scriveva, durante l'estate.
La rilesse.

Ciao Harry, se ai tuoi zii sono d'accordo, il 29 luglio ti veniamo a prendere, alle 20:00, così festeggeremo il tuo compleanno insieme. A presto!
       
                                                    Tuo Ron

"Sono sempre in ritardo" pensò Harry.
Dopodiché andò a controllare il suo baule. C'era tutto.
Ad un certo punto iniziarono a suonare il campanello ininterrottamente.
«HARRY, VAI AD APRIRE LA PORTA!»
Harry si precipitò giù dalle scale, per andare ad aprirla. Come sempre suo zio Vernon, gli scoccó un occhiataccia da dietro il giornale, e suo cugino Dudley alzò un attimo lo sguardo dal televisore e lo guardò come il padre. Aprí. A suonare ovviamente era Ron che non aveva ancora preso la mano con quelle cose babbane.
«Ron! Finalmente!» disse Harry, felicissimo di vederlo.
Ron aveva i capelli rossi e le lentiggini, le cose che caratterizzavano ogni singolo Weasley.
«Ciao Harry!» disse Ron.
«Ti aiuto a prendere il tuo baule?» chiese il signor Weasley.
«Si grazie, quest'anno è particolarmente pesante.» gli rispose Harry. Così andarono in camera sua e lo portarono fin giù dalle scale, in macchina, e partirono.
Il viaggio, fu abbastanza "normale", appare per il fatto che il signor Weasley sapeva, ma non era così portato, a guidare.

Arrivati alla tana,Hermione corse incontro a Harry e si abbracciarono.
«Ciao Harry, come stai?» disse Hermione felice di vederlo, gli diede un bacio sulla guancia.

                  Pensieri di Ron

Si...Harry... Sono SOLO amici. Certo.
Perché a me non saluta così?
«Ciao Harry, come stai?» Puah...

«Ron!» disse Hermione. A sentire il suo nome, Ron si risvegliò dai suoi pensieri.
«Che c'è?!» disse Ron in modo brusco.
«È...pronta la cena..."» disse piano Hermione. Solo allora Ron si accorse che lo stava chiamando dalla soglia della porta, si affrettò a entrare.
Entrati Ron si sedette vicino a Harry.
«Per cena c'è il pollo.» disse Harry guardando verso la cucina.
«Yuppy!» disse Ron.
Durante la cena Harry notò, che Ron e Hermione, evitarono ogni contatto visivo, perciò dopo chiese a Ron:
«Cos'è successo?» gli chiese.
«Di che cosa stai parlando?» chiese Ron, facendo finta di niente e  guardando torvo Hermione.
«Sai benissimo di che cosa sto parlando.» disse Harry, abbassando la voce. «Cos'è successo tra te e Hermione?»
«Andiamo in camera.» disse Ron secco.

«Siamo in camera, ora sei felice?» chiese ironicamente Harry.
Ron gli fece una linguaccia amichevole.
«Ora. Mi. Spieghi.» disse Harry scandendo le parole.
Ron non fece in tempo a rispondere che entrò Hermione.
«Ah, ecco dove eravate...Harry puoi venire un attimo?...» chiese lei.
Harry guardò Ron. Il suo volto era inespressivo.
«Si...eccomi...» disse Harry, dando un ultima occhiata a Ron.
Hermione condusse Harry in giardino. E iniziarono a parlare. Intanto Ron lì seguí, si nascose dietro a un albero abbastanza grande da nasconderlo.
«Harry, che ha Ron? È tutta la sera che non mi parla e mi guarda torvo.» chiese Hermione.
«Non lo so. Che hai fatto?» chiese Harry.
«Niente.» disse decisa Hermione.
«Sicuramente hai fatto qualcosa, perché è arrabbiato con te.» disse Harry.
«I-io n-non l-lo s-so.» disse lei inziando a piangere. Harry la abbracciò per consolarla.
«N-non m-mi p-piace v-vederlo a-arrabbiato c-con m-me, e-e t-tu s-sai p-perché.» disse, tra un singhiozzo e l'altro. Ron uscì dal suo nascondiglio e ritornò in casa, stando attento a non essere visto, e ritornò in camera sua.
Harry ritornò dopo una decina di minuti.
«Allora?» disse facendo finta di non aver sentito niente.
«Ron, lo so che eri nascosto dietro a l'albero.» disse Harry.
Ron, diventò rosso come i suoi capelli.
«Oh... Beh...» riuscì a dire. «Perché non gli piace vedermi arrabbiato con lei?» chiese lui.
«Capirai...» disse vago.
«Dai Harry!» disse Ron.
«Non posso dirti nulla.» disse Harry secco.
Poi, rimasero a parlare del più e del meno.

       Intanto in camera di Ginny

«Hermione, non ci pensare più, mio fratello è uno Scemo. Domani gli sarà già passato. Lo sai come sono i maschi. Stupidi. Non si accorgono mai di niente.» disse Ginny, cercando di consolare Hermione, che intanto aveva smesso di piangere, ma aveva tutto il volto rigato dalle lacrime.
«si...penso...potrebbe...ma non so cosa ho fatto di sbagliato.» disse lei sconsolata.
«Domani chiarite.» disse Ginny decisa.
«Si...se mi vuole parlare...» disse Hermione.
A quel punto, entrò la signora Weasley.
«Ragazze, domani andiamo a Diagon Alley. Dobbiamo svegliarci alle 8 in punto. Hermione...cos'è successo?» disse notando Hermione.
«Niente.» disse in tono per niente convincente, infatti la signora Weasley stava per farle delle domande , ma fu fermata in tempo da Ginny.
«Mamma, è una cosa tra noi due. Niente domande, plese.» disse dolcemente, per non sembrare arrogante.
«Si. Ok. Io vado.» disse uscendo.

               In camera di Ron

Dopo che la signora Weasley fu uscita anche da camera di Ron, ricominciarono a parlare, e Harry, fece una domanda, che Ron non si aspettava per niente.
«Ron, ti piace Hermione?» gli chiese.
Lui diventò di nuovo rosso come i suoi capelli.
«Emh... Beh... Harry...» disse a stento. Si vedeva lontano a un miglio che era a disagio, ma Harry sapeva già la risposta.
«Si.» rispose per Ron.

                Pensieri di Harry

Quando capiranno che si piacciono a vicenda?

Cinque minuti dopo entrò la signora Weasley urlando.
«Ragazzi, ma sapete che ore sono!? Andate a dormire che domani vi dovete svegliare presto. Le ragazze, dormono già da un pezzo!» disse.
«Meglio se ci mettiamo a dormire.» disse Ron dopo che se ne fu andata, si misero il pigiama e andarono a dormire.

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