Capitolo III: "Il Giullare"

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Un giorno sentii, per caso, Caeruleus e Flavus parlare a riguardo dei nemici del regno, ed ebbi di costoro una descrizione abbastanza dettagliata.

Le persone che minacciavano il paese, infatti, non erano altro che gli stessi abitanti di quest'ultimo che avevano subito una condanna di esilio dal re e pertanto non avevano più diritto a risiedere ad Emerald Rock. Per tale motivo, queste persone si erano stanziate su un piccolo monte a nord est del regno e avevano dato vita ad un modesto villaggio. Il villaggio in questione era autosufficiente e non aveva dato al sovrano alcun tipo di problema, fino a quando non subentrò un uomo. Costui non era diverso dagli abitanti di quel popolo di esiliati, se non per il fatto che il desiderio di vendetta che covava nel suo cuore nei confronti del sovrano era molto più grande di quello di tutti gli altri.

In poco tempo l'uomo riuscì a convincere il popolo ad attaccare Emerald Rock, promettendogli una vita dignitosa, e così fece. Le razzie che aveva ordinato avevano fruttato al villaggio che, in tal modo, aveva potuto costruire delle mura e munirsi di elementi essenziali, come mulini e pozzi. In poche parole, il suo intervento aveva creato un nuovo piccolo regno.

A tutti quell'uomo appariva come un fanatico, che voleva solo creare scompiglio nel regno, ma tutti ignoravano chi fosse realmente. In una sola giornata egli era capace di provare mille emozioni tutte diverse e il suo carattere così "particolare" lo faceva ritenere da molti un pazzo.

Altri ancora lo definivano un buffone ed è per questo motivo che venne identificato come "Il Giullare". Proprio per il motivo che in molti cominciarono a chiamarlo così, egli iniziò ad esserlo di nome e di fatto. Non voleva però essere un giullare come tutti gli altri: non voleva apparire goffo o stupido, bensì scaltro e astuto. Amava vestirsi con abiti originali, che non erano rossi e gialli, come i vestiti dei giullari, ma bensì verdi e viola, ovvero i loro rispettivi complementari. Il suo volto era per metà coperto da una maschera antica color ebano e sulla testa portava un cappello viola con dei sonagli, che completava il suo aspetto da giullare. Egli si vestiva in quel modo, perché voleva mostrarsi come i suoi oppositori lo ritraevano, ma allo stesso tempo faceva emergere gli aspetti migliori della sua personalità, come la sua scaltrezza, creando una contraddizione tra aspetto esteriore ed interiore.

Il Giullare governava esercitando nel suo "regno"(se così lo vogliamo chiamare), una sorta di ironia. Per imprimere i valori più importanti all'interno di una società ricorreva a rappresentazioni pubbliche, in quanto esponeva in maniera pratica i suoi progetti su come costituire un regno giusto e duraturo. Egli faceva mettere inscena degli spettacoli in cui le persone che non rispettavano la giustizia, venivano prese come bersaglio di scherno e riso. Tutto ciò aveva come obiettivo quello di imprimere nella mente delle persone dei valori, a suo parere, indispensabili in una società. Si dice che Il Giullare avesse dei buffoni di corte, che venivano vestiti come dei re e che avevano il compito di far divertire tutto il popolo. Il Giullare teneva a dare al suo popolo un'immagine dei sovrani più vicina a quella di buffoni che vogliono comandare, in questo modo esortava tutti a rimanere liberi e a non sottostare a nessuno. Proprio il suo modo di guidare il popolo, aveva fatto sì che in molti lo seguissero e che gli fossero devoti.

Nonostante i suoi motivi potessero essere spiegati da queste parole, è importante tenere in considerazione che il suo modo di agire era molto sbagliato. Egli, infatti, agiva d' impulso facendosi guidare dalle emozioni, che molto spesso travolgevano il suo cuore e la sua mente, come fa il mare in tempesta con una piccola barchetta di legno.

Non mi sentivo saziato da quello che sapevo del Giullare e avevo il desiderio di conoscere sempre di più riguardo a quell'individuo. Provai a contemplare un'immagine, ma era troppo sfocata. Cercavo di trasfigurarlo alla mia presenza, come in passato avevo fatto con il castello, ma fu tutto inutile, per quanto mi sforzassi....

Come un GiullareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora