Capitolo I: "Il finto regno di Viridis"

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Perché io possa iniziare il racconto, è bene che il mio caro lettore sappia che Nivalis non ha che un sol popolo che lo abita, quello degli abitanti di Emerald Rock.

Nonostante questi uomini fossero dello stesso regno, vivevano comunque all'interno di mura e obbedivano al loro re, Veteris Smaragdus.

"Come fai a saperlo?" si domanderà il lettore perplesso leggendo tutto ciò , ma io di tutta puntualità risponderò che in quel "mondo" ci sono stato.

Arrivato da poco sul pianeta, mi ritrovai in un ampio spiazzo. Ero nuovo da quelle parti e mi sentivo smarrito dato che intorno a me non constatai altro che una fitta catena di montagne. Esse erano molto ripide e lisce, impossibili da valicare a prima vista tanto che avrei dato per vinta l' idea dipoterle scalare sulla Terra.

Scrutai intorno a me per cercare punti di riferimento diversi dalle montagne e, in lontananza su di una collina, vidi la sagoma di un castello medievale. Sopra di esso sventolava una grande bandiera color oro e verde e, per quanto riuscii ad osservare, mi sembrò che su di essa fosse rappresentata una corona. Era sicuramente un castello reale e siccome non sapevo in che modo arrivarci, decisi di incamminarmi verso la montagna sulla quale si ergeva. Come ho detto iniziai a camminare, ma il castello mi sembrava sempre più lontano e non ero sicuro che ci sarei arrivato...

Cercai di escogitare un modo per giungervi anche se intorno a me non avevo praticamente nulla.
Come colui che si arrende davanti  alla vita reale e al razionale per cerca rifugio nell'immaginazione e nell'impossibile, ormai scoraggiato iniziai a pensare a come apparisse il castello da vicino: a quanto alte fossero le finestre, alle guardie che proteggevano il portone e persino a quanto profondo avrebbe potuto essere il fossato che lo proteggeva (ammesso che ne avesse uno). La figura del castello che immaginavo cominciava sempre più a farsi reale, fino a quando sentii le voci, i passi e l'atmosfera che producevano le persone davanti all'edificio che avevo visto in lontananza.

In un primo momento non riuscii a credere a quello che stava succedendo: era incredibile che l'immagine della mia mente fosse diventata reale e che fossi riuscito a spostarmi con la sola forza del pensiero!

Davanti del portone che conduceva all'interno castello, vi erano due guardie che parlavano la mia lingua e stavano discorrendo sull'incoronazione di un principe che, se non sbaglio si chiamava Viridis. Proprio costui, dicevano le guardie, era un principe troppo giovane per governare, ma suo padre, il re Veteris Smaragdus, era ormai diventato troppo vecchio per regnare. L'indomani ci sarebbe stata l'incoronazione del principe nell'illustre Sala del Trono e tutti a Emerald Rock erano in atmosfera di festa.

Educatamente aspettai che le due guardie avessero finito di parlare per rivolgermi con un'espressionedi cortesia e chiedere indicazioni sul luogo. Sembrava, peró, che i due non volessero mai finire di discutere e io ero impaziente, così mi rivolsi a loro ugualmente, alzando la voce.

Tristemente, ma allo stesso tempo un po' perplesso, dovetti constatare una cosa: per quanto io alzassi la voce per farmi sentire, loro sembravano non accorgersi di me.
Provai ad afferrare uno dei due per un braccio, ma non ci riuscii: le mie mani oltrepassavano le loro braccia, come se fossero aria e per un momento pensai di essere diventato un fantasma.
Girai su me stesso e incominciai ad urlare a squarciagola cercando qualcuno che potesse sentirmi, ma nessuno notava la mia presenza ed io mi stavo preoccupando sempre di più. In quel momento mi sentii disorientato, come perso in un mondo in cui nessuno riesce né a comprenderti, né a percepirti.
Mi misi sopra una grande roccia e, con tono di voce sempre più alto, continuai ad urlare per attirare l'attenzione di qualcuno, ma era inutile... nessuno poteva sentirmi. Mi sedetti sulla roccia e con le mani tra i capelli iniziai a pensare a un qualunque modo che potesse farmi tornare a casa, ma non mi venne in mente niente. Compresi che quel mondo non era alla portata della mia comprensione e che più cercavo di trovare una soluzione, più mi allontanavo dalla realtà che mi circondava. Restai lì per qualche minuto, seduto su quella roccia, in attesa di un segno o di qualsiasi cosa che avrebbe potuto aiutarmi.

Come un GiullareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora