Capitolo IX: "Indicum e Cinerius"

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A questo punto della storia mi sento in dovere di dover raccontare qualcosa di più a riguardo dei due individui misteriosi che accompagnano Il Giullare: Indicum e Cinerius.

Indicum non era altro che una goccia di realtà filtrata in un pizzico di magia. Le sue origini risalgono alla prima volta in cui Il Giullare si è sentito realmente solo.
Egli era sul terrazzo del suo castello e contemplava la bellezza degli astri, non riuscendo a dormire per via della sensazione di desolazione che lo logorava.
In questa atmosfera di assoluta tristezza e solitudine, Il Giullare iniziò a piangere silenziosamente, quasi per non farsi sentire dalle stelle che lo scrutavano dall'alto.
Le lacrime che scendevano dall'occhio destro, proseguivano il loro cammino fino a toccare il suolo, mentre le lacrime che scendevano dall'occhio sinistro, rimanevano intrappolate nella maschera e non riuscivano ad oltrepassare la perla viola che le tratteneva.
Il pianto del Giullare, per quanto fosse silenzioso, era perpetuo e continuò fino a che dalla notte non si fece giorno.
Il sole, albeggiando, illuminò la perla incastonata nella maschera, la quale opacizzò l'aria attorno a sé con una luce cupa e violacea. Subito dopo, una delle lacrime intrappolate nella maschera riuscì a filtrare dalla perla, a gettarsi dal balcone e a precipitare verso il vuoto.
Chissà... forse la lacrima in questione non era altro che la stessa che avevo visto la prima volta che incontrai L'Individuo Misterioso: quella lacrima, colma di tutta la luce degli astri, che proseguiva verso le tenebre e s'infrangeva al suolo, come una goccia di pioggia.
In verità essa non arrivò mai a terra, ma andò a bagnare i capelli di una fanciulla dagli occhi marroni.
A Wastewood le fanciulle con gli occhi marroni erano tutte uguali esteticamente e ognuna di loro possedeva un compagno, ma quella fanciulla era sola ed ascoltava il pianto silenzioso del Giullare.
Precipitando, la "goccia di solitudine" colpì la fronte della ragazza che sussultò in un primo momento. Poi la lacrima continuò a scendere e le percorse il volto emettendo una luce intensa. Luce che modificò la fanciulla e la rese diversa, tanto da rinascere con il nome di Indicum.
La ragazza aveva i capelli marroni ed arruffati, era alta e snella fisicamente. L'unica caratteristica estetica che conservava della ragazza che era prima erano gli occhi marroni, due piccoli sassolini brillanti che gli illuminavano il viso.
Il Giullare non era a conoscenza di quello che aveva causato, ma quando la ragazza si presentò a lui, l'accolse senza indugio e divenne l' "Incantatrice di Wastewood". Il Giullare era felice! Non poteva immaginare che dalla tristezza potesse scaturire la gioia!
Da quando versò quella lacrima, infatti, non fu più solo e poté contare sull'appoggio di qualcuno.
Da quel momento Indicum iniziò a vestirsi con lo "stile" del Giullare: si mise un abito indaco a maniche lunghe, dei pantaloni e degli stivali neri, alla vita una cintura di pelle nera e legò i capelli con un elastico viola.
L' Incantatrice, inoltre, portava al collo un ciondolo a forma di mezza luna color ametista, che aveva il potere di fare rivivere a chiunque i ricordi del passato, ma non si limitava a questo. Quel ciondolo era anche in grado di ricavare informazioni dai pensieri delle persone, nascoste anche agli individui stessi e, come se non bastasse, riusciva a trasformare la notte in giorno. I poteri di Indicum avevano effetto solo a Wastewood, il posto da cui avevano avuto origine, ma Il Giullare era soddisfatto comunque, perché temeva la notte e la ragazza poteva far in modo che non arrivasse mai. Quando la notte veniva trasformata in giorno, il ciondolo a forma di mezza luna diventava a forma di sole, mentre quando ricalava la notte il sole ritornava ad essere una mezza luna.
Nonostante tutto, Il Giullare non usufruì troppo dei poteri di Indicum, perché la sua paura della notte era conseguenza della solitudine. Con la ragazza al suo fianco, l'Individuo Misterioso finì per affrontare la sua paura e ad apprezzare il tramonto, soprattutto perchè portava le stelle.
Queste, già da prima, erano oggetto di ammirazione per Il Giullare, che le vedeva come luci di speranza in un mare di disperazione. Dopo l'arrivo di Indicum, tuttavia, divennero qualcosa di più: le stelle, in un certo senso, erano simbolo dell'impatto della ragazza con la vita del Giullare.
La cosa veramente interessante, a mio parere, è proprio la trasformazione di Indicum, la quale era cambiata nello stesso modo di Amaranto e Solidago. In fondo, se Amaranto derivava dal sangue di Ruber e Solidago dai capelli di Flavus allora mi sembra giusto poter associare la "nascita" di Indicum alle lacrime del Giullare.
La sola differenza nella sua trasformazione è il fatto che lei era cambiata per casualità e senza nessuna costrizione.

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