Capitolo XIV: "Il sacrificio e l'Ultimo Regno"

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Viridis era disteso a terra e perdeva sangue che, venendo assorbito dalla sabbia, la colorava di un intenso rosso scuro. Amaranto e Flavus cercavano di prestargli soccorso, inconsapevoli che erano stati loro stessi a metterlo in quella situazione.

Quando Il Principe Infelice vide avvicinarsi Indicum e Ruber sorrise ed iniziò a far scorrere lacrime sul suo viso che stava scolorendosi. I due lo misero seduto contro il muro di una casetta del villaggio, che era ciò che rimaneva di Wastewood. Ruber si mise di fronte a Viridis. Il principe alzò a fatica il bracciò destro e con la mano tremante indicò la perla viola sul petto di Ruber. Con voce fievole riuscì a dire poche parole:

-Tu...tu sei...

-Non fare fatica- gli disse Indicum con parole caritatevoli. -Fai con calma.

-Siamo tutti qui per te Viridis, un parola alla volta- aggiunse Ruber altrettanto compassionevole.

-Tu sei... il nuovo re-.

Dopo aver detto ciò, con tanta fatica, fece uscire un ultimo sospiro dalla bocca e il suo volto si spense totalmente. Chiuse l'occhio destro e la perla verde che risiedeva al posto del sinistro s'incrinò e si frantumò in scintille verdeggianti. Indicum e Ruber abbracciarono con affetto il suo corpo, come se cercassero di infondergli calore. L'abbraccio terminò quando il corpo del Principe Infelice si dissolse in altre scintille color del prato che si diffusero ovunque. Come una miriade di minuscoli semi color smeraldo, le scintille virenti andarono a depositarsi sulla sabbia del deserto e, impiantandosi nel terreno, diedero vita alla sabbia che attorniava i superstiti.

Le scintille portarono alla nascita di boccioli e minuscoli fili d'erba che iniziarono a rivestire il deserto con una fresca coltre verde. Wastewood, da un villaggio atido e desertico, divenne un paese in cui dominavano la vegetazione i laghi e i corsi d'acqua.

Tutto si era concluso, gli abitanti di Wastewood ritornarono alle loro sembianze normali e finalmente in quel luogo si poterono contare più di quattro volti differenti tra loro. Tutti loro erano felici sia perché la maledizione era stata spezzata sia perché il paese era più prospero che mai. Ruber fu riconosciuto dagli abitanti della Nuova Wastewood come loro re, perché era colui che custodiva la perla viola. Prima di accettare, il guerriero, preferì ritornare ad Emerald Rock insieme ai superstiti e anche L'Incantatrice fece ritorno con lui.

Il popolo del regno li accolse tutti come salvatori del paese, come coloro che avevano posto fine alle razzie ed avevano fermato Il Giullare. Non era proprio andata così, ma era vero che i quattro sopravvissuti avevano contribuito a riportare la pace nel regno. Quando ad Emerald Rock si riscontrò il problema su chi dovesse diventare il nuovo re, tutti votarono a favore di Ruber. Accettando l'incarico anche a Wastewood, egli unì i due regni che precedentemente avevano combattuto, per instaurare tra loro una pace durevole.

Il castello di Caeruleus divenne il castello di Ruber e Flavus e Indicum divennero consiglieri del re. Amaranto, grande amico di Ruber, divenne il nuovo comandante dell'esercito.

L'ultima volta (si fa per dire) che vidi Ruber, era seduto sul trono che era stato di Caeruleus e sarebbe dovuto essere di Viridis. Il nuovo re portava l'armatura che Il Giullare aveva fatto fare per lui. Essa era simbolo del fatto che, nonostante fosse diventato re, Ruber non avrebbe smesso di combattere per ciò che era giusto.

Fu quella l'ultima volta che vidi la Sala del Trono nella sua maestosità, con al centro un guerriero che perdendo un rubino aveva acquisito una perla. Il gioiello sul petto emanava una luce che creava delle ombre sotto gli occhi di Ruber, facendolo apparire severo, ma allo stesso tempo faceva brillare i suoi occhi, come vitalizzati da tante emozioni.

[...]

Fu pian piano che mi allontanai da Nivalis, il mondo della fantasia, e ritornai alla quotidianità della mia vita.

Ero in classe, seduto ad un banco con la professoressa di fisica che spiegava. Stava parlando della scomposizione della luce nei colori dell'iride...

Mi tornarono alla mente gli abitanti del mondo che avevo esplorato e, pensando a loro, realizzai che il mondo in cui ero stato era molto vicino a me.

Con un'accurata circospezione guardai i miei compagni: in prima fila Flavus, lo "scriba", prendeva appunti, Caeruleus , in terza fila, parlava di moda con il vicino di banco, Amaranto. Aurantiaco era in seconda fila e chiacchierava con Ruber, che è anche il mio compagno di banco.

Beh... che cosa si aspettava il mio caro lettore? Il mondo della fantasia, d'altro canto, prende spunto dalla realtà. Molte cose della mia storia possono essere complicate da comprendere, ma così sono anche i pensieri nella mia testa.

Giunti a questo punto il lettore potrebbe domandarsi il motivo per cui Il Giullare, o meglio Viridis, abbia voluto scatenare una guerra tra due regni e non sarebbe biasimato. La verità, però, è che non lo so con precisione nemmeno io. Chissà... magari non c'era un motivo...

Se però la verità il mio caro lettore è bramoso di conoscere, gli risponderò dicendo che io sono una persona che non si concentra sul motivo delle cose, ma sulla loro efficacia. Io sono un personaggio un po' lunatico in alcuni giorni sono triste, in altri rido senza motivo, ma la verità è che a me piace così: senza che ci sia per forza una ragione. Il lettore potrebbe conoscermi bene come no, ma di una cosa più star certo, per come mi sono presentato io sono come un Giullare.

Rimini, 20 dicembre 2018

Rimini, 20 dicembre 2018

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