Capitolo VII: "Ritorno"

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Nel corso della storia mi ero interrotto a quando Caeruleus e Flavus si stavano recando alle prigioni in cerca di una cavia per gli esperimenti del re.

Ebbene, una volta che i due arrivarono lì, esaminarono per bene tutti gli individui presenti. In zona c'era anche una sorta di ufficio nel quale lavorava il direttore di tali prigioni, che sapeva tutto riguardo ai detenuti e teneva annotati in un grosso libro tutti i nomi e i motivi per i quali si trovavano lì.

Caeruleus e Flavus entrarono in questo ufficio e chiesero i nomi di alcuni detenuti che erano stati imprigionati per frode. -Perché proprio quel genere di detenuti?- mi chiedevo io, ma solo dopo un'accurata riflessione trassi le mie conclusioni. Caeruleus sperava di trovare tra quei prigionieri qualcuno che avesse delle doti oratorie e capacità di ragionamento. Il direttore gli iniziò ad elencare inomi dei prigionieri che rispondevano a tale accusa e allora Caeruleus aggiunse: –E quali di loro appartenevano alla classe aristocratica?-.

Il direttore esaminò nuovamente i nomi e concluse che quei prigionieri erano solo nove e scrisse i nomi su un foglio di carta. Caeruleus continuò domandando: -E' possibile trasferire questi nove prigionieri nelle segrete del mio castello?-

Con sguardo dubbioso il direttore rispose:

-Sì, vostra maestà, sarebbe possibile, ma lei cosa intende farci?

-Questi non sono affari suoi!- disse spazientito il re.

-Va bene... - disse tremando il suo interlocutore. -Acconsentirò al trasferimento di questi prigionieri nelle sue segrete.

-Ottimo!-concluse Caeruleus soddisfatto, poi si voltò e si diresse al castello ad aspettare l'arrivo delle sue cavie.


[Inutile dire che non passai tutto il tempo ad Emerald Rock, ma che continuai a viaggiare da un regno ad un altro grazie ad una "forza" che mi faceva percorrere in poco tempo lunghe distanze, consentendomi di vivere all'interno di quel mondo solo i momenti più importanti e di tralasciare il resto. Per evitare di annoiare il lettore e di citare innemerevolmente quella "forza" ho ritenuto ottimale la scelta di mettere i simboli "→W", quando vado a Wastewood, e "→E", quando ritorno ad Emerald Rock. Inoltre, quando il lettore troverà il simbolo "[...]" vorrà dire che ho tralasciato un certo periodo, perché non ho ritenuto determinanti i fatti avvenuti in quell'arco di tempo]


[→W]


Il Giullare era in piedi, attorniato dai suoi scagnozzi che guardava dritto negli occhi l'individuo sulla sedia. Quel giorno indossava una camicia bianca con sopra un gilet a scacchi viola e neri con attaccato un orologio da taschino. La parte sinistra della sua faccia rimaneva sempre coperta dalla stessa maschera lignea con la perla viola incastonata. Portava dei pantaloni beige e ai piedi degli stivali neri con dei lacci viola. I suoi capelli corvini uscivano dalla parte del viso non coperta dalla maschera, stava sorridendo, ma non sembrava, perché la maschera che indossava per metà aveva un'espressione triste. Il suo viso, pertanto, sembrava fare una smorfia, non si sa se per dolore o per disprezzo, ma sicuramente non per caso.

Egli fissò il suo interlocutore, poi prese un calice di vetro, si versò del vino rosso sangue e dopo averne bevuto un sorso disse: -Allora Ruber, come stai?-.

Non credetti alle mie orecchie ,feci un passo in avanti e lo vidi, era proprio lui.

Seduto su quella sedia, era imbavagliato con gli occhi  sbarrati, vogliosi di parlare e di farsi sentire. I suoi polsi erano legati dietro lo schienale e le sue caviglie erano incatenate alle gambe della sedia, che a sua volta era fissata al pavimento con dei chiodi.

Come un GiullareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora