CAPITOLO 14

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Bucky e Steve stavano rientrando dalla corsa mattutina.
"Colazione?" Chiese Bucky. Steve annuì. "È abbastanza presto, probabilmente saremo solo noi due. Andiamo."
I due amici entrarono in cucina e la trovarono vuota. "Oh, che sorpresa." Borbottò Steve, indicando una sedia all'amico. "Siediti pure, vedo cosa c'è di commestibile nel refrigeratore." "Si chiama ancora così?" "Penso di sì, anche se non lo sento spesso." Bucky annuì leggermente.
Steve gli mise davanti una ciotola di cereali. "Cereali e latte!" "Abbiamo sedici anni?" "Dai, mangia e non rompere. Lo so che in realtà li adori." Bucky sorrise.
Poi disse. "Non sto molto simpatico a Tony, vero?"
Mentre Bucky chiedeva ciò all'amico, Tony Stark era dietro la porta, aspettando la risposta di Steve e temendo qualsiasi rivelazione che Bucky avrebbe potuto fare.
Steve rispose. "Ma no. Secondo me te lo immagini tu." "Secondo me, è diffidente nei miei confronti. Come se avesse qualcosa da nascondere." "Tony? Non ha niente da nascondere, è a posto. Magari è un po'... schivo? Non saprei." "Ti piace?" Steve lo fissò dubbioso. "In che senso?" "Rispetto ad Howard. Chi preferisci?" "Howard... Bucky, Howard era un caro amico. Lo sai anche tu. Era praticamente il mio migliore amico." "Non stai rispondendo." Steve sospirò. "Penso che Tony sia un uomo migliore di Howard. Sinceramente, mi sento anche un po' in colpa nei confronti di Tony." Bucky corrugò la fronte e, Tony, da dietro la porta, fece la stessa cosa.
"Perchè?" "Howard non è stato un buon padre. Lo ha... ignorato. Era troppo impegnato a cercare me. Paggy... mi ha raccontato che quando era a casa era ubriaco." "Howard beveva? Aveva problemi di alcolismo?" "Evidentemente sì. Ho rovinato sia lui sia l'infanzia di Tony." "Come fai a dirlo?" "Ti ricordi papà?" "Tuo padre non era come Howard. Howard era un brav'uomo. Ha mai picchiato Tony?" "Non lo so. E di sicuro non posso andarlo a chiedere a Tony. Comunque, per rispondere alla tua domanda, sì, Tony mi piace. È piacevole averlo intorno. Anche se inizialmente lo trovavo irriverente e arrogante, ho capito che è molto di più. Non è solo un'armatura." "Ne hai una buona opinione." "Non sarei qui se non ne avessi una buona opinione." Bucky annuì. "Immaginavo."
Poi disse. "Senti... lo so che nel 43 tu... mi hai detto quella scusa perchè non mi amavi. Per questo, non te lo richiederò." Steve lo guardò. Bucky proseguì. "Ma... i miei sentimenti non sono cambiati. Io ti amo ancora." Steve disse. "Bucky... io..."
Tony decise di non voler sentire la risposta di Steve, temendola diversa dalle aspettative di Bucky. Entrò in cucina. "Ehi, già svegli?" Steve si girò, sorridendo. "Tony, sei già sveglio? Pensavo stessi ancora dormendo." Tony scosse la testa. "Ieri ho finito presto in laboratorio. Il che, mi fa pensare: tra poco si avvicina il 4 luglio. Una festa per te, Cap?" Steve scosse la testa. "Non disturbarti Tony. Non mi piacciono molto le feste." Bucky ridacchiò. "Questo perchè sei un asociale, Steven." Il capitano sospirò. "Tu ed Elena dovete davvero smetterla con questa storia. Non sono un asociale. Sono perfettamente a mio agio in mezzo agli altri." "Eviti le feste." "Semplicemente non capisco il senso di fare delle feste enormi. I compleanni si festeggiano con gli amici e i parenti. Non con persone di cui non si conosce nemmeno il nome." "Sei retrò." Commentò Tony.
"No, è vintage." Rispose Elena, appena arrivata.
Guardò Bucky e il fratello. "Avete fatto la vostra corsa mattutina?" Bucky annuì. "Si, signora. Siamo stati bravi?" "Dipende. Siete stanchi?" "No." "Si, siete stati bravi." Poi, dopo essersi seduta ed aver rubato il piatto di Steve, commentò. "Oppure non avete nemmeno corso. Avete finto." Steve indicò il piatto. "Quello era mio." "Ora è mio. Dovresti proteggere meglio il tuo cibo, fratellone." Steve sospirò, alzandosi.
Elena, a un certo punto, disse. "Oggi Wanda mi accompagna a fare un giro per negozi. Dice che non posso usare sempre tute e felpe." Bucky la fissò. "Ti vuole regalare uno dei suoi vestiti rossi? Staresti bene vestita da strega." Elena fece una smorfia. "Non credo. Temo che voglia farmi omologare alla società attuale." Poi, sorridendo, commentò. "Ai miei tempi, le ragazze non andavano in giro nude." Tony scoppiò a ridere, mentre Steve sbuffava divertito.

Tony e Steve parlavano in salotto. Elena era uscita qualche minuto prima con Wanda.
"Sei preoccupato, Steve? Elena è tosta, e Wanda starà attenta a non perderla di vista." Steve annuì. "Lo so, Tony. Solo che... non ho potuto fare il fratello l'ultimo anno. Ora, ho il terrore che possa capitare qualcos'altro. Che la allontani." Tony gli mise una mano sul braccio. "Non temere, Steve. Non verrai separato da tua sorella mai più. La vedrai innamorarsi, andare a scuola, crescere, poi laurearsi, sposarsi ed avere dei figli." "Cosa? Non ci pensare nemmeno!" Tony rise, capendo che la cosa che infastidiva Steve fosse l'argomento ragazzi. "Quando potrà uscire con un ragazzo?" "Quando sarò morto. Tre giorni dopo, per sicurezza." Tony rise ancora più forte.
Dopo un po', tornando serio, disse. "Steve... stamattina ho sentito la conversazione tra te e Barnes." Steve lo fissò. "Quale?" "Non è colpa tua. Non ti incolpo per mio padre. Lui ha fatto quelle determinate scelte. E non era solo per te, che non era mai a casa. Aveva altro a cui pensare. Io non ero importante. Non mi ha mai picchiato, comunque." Steve lo fissò. Poi, sorridendo, lo abbracciò. "Vedi? Sei davvero un bravo ragazzo." Tony ridacchiò. "Io? Sicuro di star parlando con me?" Steve scosse la testa. "Hai sentito solo quello? O sei rimasto anche dopo?" "Ho sentito anche Barnes, sì. Comunque, lo sapevo già." Steve lo fissò. "Come?" "Elena me lo aveva raccontato." Steve rimase fermo per qualche minuto. "Cioè, mi stai dicendo che Elena, dopo appena un mese che ti conosce, ti ha raccontato qualcosa di così personale come me e Bucky?" Tony annuì. "È un problema?" Steve scosse la testa. "No. Sono contento si senta così a suo agio. È... difficile ambientarsi..." Tony annuì, non dicendo niente. Dopo un po', chiese. "Barnes? Dov'è?" Steve sospirò. "Fury l'ha chiamato dopo colazione. Vuole parlare con lui riguardo l'Hydra. Io, Natasha e Sam abbiamo trovato qualche membro qualche mese fa... ma non sono tutti." Tony annuì. "Potevi chiamarmi. Ti avrei aiutato con Barnes e l'Hydra." "Erano miei fantasmi Tony. Non avrei voluto coinvolgere nemmeno Sam, ma ha deciso lui di aiutarci." "Perchè siete andati a casa sua. Perchè non ti è venuto in mente di venire a casa mia? Vi avrei aiutato. Non vi avrei mai consegnato all'Hydra." "Lo so, Tony. Non volevo metterti in pericolo." Tony sorrise leggermente. "Ma guardaci. Da "cosa sei senza armatura" e "sei solo il risultato di una provetta" a aiutarci a vicenda e non voler mettere in pericolo l'altro." "Ti avrei aiutato lo stesso, anche quando dicevo che non eri niente senza armatura." "Perché?" Steve abbassò lo sguardo. "Per mio padre. Mi avresti aiutato per Howard." Steve annuì. "Ti dico la verità. Non mi piacevi perchè assomigliavi tanto a Howard, ma non eri lui. Non si fidava molto dell'esercito, quando era di malumore si chiudeva nel laboratorio, era sarcastico, un don Giovanni." Poi, voltando la testa, "Era anche un ottimo amico, però. Sapere che eri suo figlio, che gli assomigliavi..." "Ti faceva soffrire. Perchè ti ricordava la vita che avevi perso." Steve annuì. "Sì. E non mi piace vivere di rimpianti." "Non piace a nessuno, Steve. Ma mi pare tu te la sia cavata bene." Steve annuì. "Grazie anche a te." Tony sorrise.
Poco dopo, arrivò la chiamata di Wanda. Tony corrugò la fronte. Rispose.
"Ehy, Wanda. Dicci pure." "Steve è lì?" "Sono qui, dimmi.". Si sentì una leggera esitazione dall'altro capo della linea. "Non ti arrabbiare... ho perso tua sorella" Steve sbianca. "In che senso hai perso Elena?" "Eravamo in un negozio. Io sono entrata e lei no. Adesso non so dove sia!" Steve ringhiò quasi. "Cercala." Tony mise giù. "Posso provare a localizzare il suo telefono. Gliene ho regalato uno." Steve scosse la testa. "Mi ha detto che lo avrebbe lasciato a casa."
Poco dopo, Wanda entrò in casa. "Steve, mi dispiace. Non l'ho trovata e nessuno l'aveva vista." Steve sospirò. Tony mandò Wanda a cercare Visione, sostenendo che lui avrebbe potuto aiutarli.
Mentre Wanda se ne andava, Tony si rivolse a Steve. "Stai tranquillo.  La troveremo adesso." Steve lo fissò. "Come fai a dirlo?" "Elena è tosta. Farà come le abbiamo spiegato qualche giorno fa."
Poco dopo, il telefono di Tony suonò di nuovo. "È Visione? Wanda?" Tony scosse la testa. "È Peter Parker. Spider-man." "Ah, sì. Il ragazzo del Queens. Rispondi. Potrebbe essere importante."
Tony obbedì, mettendo il vivavoce. "Spiderboy. Dimmi pure." "Salve Signor Stark. Sono di fronte al negozio di Starbucks da cui si vede casa sua. Cioè l'Avengers Tower. Ha presente?" Tony corrugò la fronte, mentre Steve intervenne. "Quello di fronte al negozio di occhiali?" "Esatto... capitano?" "Sì, ma puoi chiamarmi Steve." "Davvero? Grazie, signore, davvero. Ma... sono qui con... Elena?" Si sentì un sì, poi il telefono venne preso dalla ragazza. "Steve, puoi venirmi a prendere? E poi impedire a Wanda di portarmi  in giro nuovamente?" Steve sorrise. Ma prima che potesse dire qualcosa, Tony intervenne. "Peter accompagnala tu qui. Devo parlarti e conosci la strada." Peter rispose subito. "Sicuro, signor Stark. Lo farò subito. Andiamo Elena, conosco la strada." La chiamata si chiuse. "Perchè?" "Peter è un bravo ragazzo. E poi, potrebbe nascere qualcosa tra di loro." "Sono ancora vivo." Tony rise. "Dai, tra poco saranno qui."
Dieci minuti dopo, Peter ed Elena entrarono nella stanza. "Ciao fratellone. E ciao Tony." "Ciao Elena." Salutò Tony. "Peter, ho degli aggiornamenti da aggiungere alla tua tuta" "Grazie, signor Stark. Non doveva. Cioè, non deve." Poi arrossì, guardando Elena. La ragazza rise leggermente. Poi disse. "Grazie mille Peter per avermi accompagnata." Peter sorrise, ancora rosso. "Niente, Elena." Poi, notando lo sguardo di Steve non molto amichevole e quello di Tony ammiccante, disse. "Signor Stark? Gli aggiornamenti che diceva?" Mentre i due uscivano dalla stanza, Steve si rivolse alla sorella. "Hai parlato di me e Buck a Tony?" "Era curioso. Mi domando perchè tu non ne abbia mai parlato. Ti avrebbe fatto sentire meglio." "Cosa? Parlare di affari miei agli altri?" "Confidarti. Alleggerisci il peso che porti sulle spalle, fratellone. Fatti aiutare da chi vuole farlo. Da chi ci tiene." Steve annuì lentamente. "Tu vorresti una festa per il mio compleanno?" "Potrebbe essere una buona occasione per ambientarsi..? Comunque, tua festa, tua scelta." Steve sospirò.

Prima di andare a dormire, dopo aver salutato Elena e Bucky, Steve incrociò Tony sul corridoio. "Vai in laboratorio?" "Sì, mi erano venute in mente alcune cose per il braccio di Barnes." Steve lo guardò. "Non stancarti, mi raccomando." Tony sorrise. "Non preoccuparti, Capitano." Mentre stava scendendo, la voce di Steve lo raggiunse. "Ah, puoi fare la festa che vuoi al mio compleanno, Tony." Tony rispose. "Va bene, Capitano. Ti divertirai."

Angolo autrice
Allora, ho deciso che Peter Parker farà parte della storia. Pur non essendo avvenuta la Civil War, lui e Tony si conoscono lo stesso. Tony lo ha comunque scelto come proprio padawan (scusate la citazione random a Star Wars).
Nel prossimo capitolo.... festa di Steve!
By rowhiteblack

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