CAPITOLO 24

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Elena, la mattina dopo il proprio risveglio, aveva acceso il telegiornale, attendendo l'arrivo di una delle sue balie.
Il telegiornale parlava dell'identità dell'Avvoltoio, il criminale arrestato dalla coppia di eroi, Spiderman e la donna del mistero, senza nome nè tempo.
Elena sorrise al suo nome. Avessero continuato così, le avrebbero trovato loro un soprannome degno di quel nome.
Alzò il volume per sentire la voce della giornalista.
"Ebbene, sì. Abbiamo finalmente scoperto il vero nome dell'Avvoltoio, Jim. Il suo nome è Adrian Toomes, si era occupato dello smaltimento delle scorie aliene nell'ultima invasione. Sfortunatamente, aveva dei conti in sospeso con il governo. Sicuramente, il Presidente ha un debito verso Spiderman e la donna del mistero. Alcuni dei presenti hanno cominciato a chiedere che le venisse dato il soprannome di Miss America, ma sono solo voci. Aspetteremo di sentire le parole del Presidente a questo proposito. Adesso lascio la linea a voi, Jim. Vedo se riesco a raccogliere qualche deposizione."

Elena distolse lo sguardo dalla televisione quando la porta si aprì.
"Hai portato del cibo?" Peter annuì. "Cheeseburger e patatine per l'invalida."
Elena sorrise, spostandosi sul letto per fargli spazio.
"Hai sentito?" Chiese poi, indicando la televisione. "Cosa?" Domandò Peter, con già delle patatine in bocca.
Elena disse. "Vogliono farci delle congratulazioni. Hanno deciso che io sono la donna del mistero, senza nome nè tempo. E poi sono diventata Miss America. Steve ne sarà contento. Hanno anche scoperto il nome dell'Avvoltoio. Era un certo Adrian Toomes..." "Toomes? Oh, no. È il padre di Liz!" Elena lo guardò. "Liz non si chiama Allan?" "È adottata."
Elena annuì, poi chiese. "Come sta? Il padre è appena stato arrestato..." Peter scrollò le spalle. "Sinceramente non lo so. Non le ho parlato molto, ultimamente."
Elena corrugò la fronte. "Come no? Scusa, la ragazza per cui hai una cotta non sta bene e non le parli?" Peter la fissò, prima di scuotere la testa. "Io non ho una cotta per Liz." "E allora per chi?"
Peter aprì la bocca per rispondere, quando la porta si spalancò, e MJ entrò come una furia nella stanza.
"Elena, come stai? Il professore aveva già dato il permesso a Peter per via del signor Stark, ma... ero così preoccupata per te!" Elena sorrise. "Sto sempre meglio. Anche se mi sono praticamente persa la prima settimana, la seconda dovrei riuscire a farla. Dipende da Steve, in realtà."

Quando, a pomeriggio inoltrato, Tony e Steve entrarono nella stanza, videro Peter e MJ sul letto con la ragazza.
MJ si voltò. "Salve, signor Stark e signor Rogers. Stavo dicendo a Peter ed Elena cosa si fossero persi." Poi si voltò. "Voi dove eravate, comunque? Vi siete persi le azioni di Spiderman e della donna del mistero!"
Elena fece una smorfia, mentre Peter disse. "Lo so, ma... l'esplosione ci aveva distratto e non vi vedevamo più. Abbiamo preferito metterci al riparo in un corridoio poco esposto. Magari vi trovavamo lì..." MJ guardò Elena. "Non sembra aver funzionato molto bene..." Elena alzò le spalle. "Sono caduta. Il pavimento era un po' fragile..."
MJ ne approfittò per riparlare dei due eroi.
"Avete sentito? Vogliono chiamare la donna del mistero Miss America! Cavolo, è stata davvero coraggiosa! Avreste dovuto vederla! Si è praticamente lanciata dal centocinquantesimo piano ed è atterrata su quel tizio! Cioè, davvero mitica! Cavolo, quella si che è forte! Poi, Elena se fossi stata lei, avresti avuto Spiderman ad afferrarti! È stato davvero pazzesco! Se non fosse stato per loro saremmo morti!"
Steve sorrise alla ragazza, che disse. "Io vado. Ned era preoccupato, abbiamo dovuto litigare per decidere chi sarebbe dovuto venire a trovarti."
Alla porta, si girò e disse. "Sai, Elena. Dovresti essere un po' più simile a Miss America." Poi uscì.
Elena, non appena si chiuse la porta, disse. "Mi ha appena detto di essere più simile a... me stessa?"
Peter annuì. "Sì, lo ha fatto." 
I due ragazzi si guardarono. Poi, cominciarono a ridere, piegandosi sul letto.
Steve, scuotendo la testa, si avvicinò alla sorella. "Miss America? Vuoi rubarmi il titolo, Elena?" Lei scosse la testa. "L'hanno deciso i fan. Dovrò farmi la tutina a stelle e strisce, penso." Tony rise. "Me ne occupo io. Tu nel laboratorio non metti piede per almeno una settimana."
Elena spalancò la bocca. "Cosa? Perchè?" "È la tua punizione. Ti sei lanciata da un edificio traballante. Cosa ti è venuto in mente?" Elena disse. "Non lo so. Sembrava una buona idea! E poi, Peter era lì vicino, no? Non mi sarei fatta troppo male." Steve sorrise guardando il fidanzato. "Non avrei mai creduto che tu fossi un genitore severo, Tony." Tony sorrise a Steve. Poi si voltò serio verso Elena. "Era comunque molto pericoloso! Cosa pensavate di fare? Era chiaramente al di fuori delle vostre capacità!"
Elena e Peter spalancarono la bocca. Peter disse. "Ma è stata un'idea di Fury! Era la nostra missione, ma l'ha anticipata ad oggi, perchè aveva scoperto di questo attacco e della nostra gita qui!" Elena annuì. "Non avrebbe dovuto saper volare! Fury quello non ce lo aveva detto!" Peter annuì. "E ci ha anche impedito di riferire a chiunque i dettagli della missione." "Esatto! Non è colpa nostra, io gli avevo detto che avrei voluto dirti tutto, Steve, ma Fury ha detto che non era necessario e che lo avrebbe fatto lui dopo! Che ne sapevo io che era una cosa folle e suicida?"
Steve e Tony si guardarono. Tony sospirò. "Va bene. Non ti metto in punizione. Ma... racconta bene tutto."
Elena e Peter sorrisero. Poi cominciarono a parlare, alternandosi.
"Allora, Fury aveva deciso di assegnarci questa missione..." "...si era reso conto delle nostre abilità quando vi avevamo salvato, alla base dell'Hydra..." "...credo che non sia molto contento di come abbiamo risolto la situazione di Bucky, però..." "...lasciamo perdere. Fury deve accettare i suoi limiti..." "...dicevamo, aveva deciso di assegnarci questa missione..." "...nei file dello Shield non c'era molto, dal momento che Nat ha distrutto tutto..." "...vero, ma avevano delle informazioni..." "...più che altro riguardanti il suo lavoro nello smaltimento delle scorie aliene durante l'invasione..." "...giusto, e aveva programmato uno scambio di armi con dei trafficanti..." "...al molo di Los Angeles, tra tre giorni..." "...Fury ha scoperto da poco che oggi avrebbe cercato di intervenire durante la presentazione della nuova arma..." "...la potenza di fuoco era decisamente appetitosa per lui..." "...giusto, ho letto che può oltrepassare il cemento armato e sbriciolare un edificio di media grandezza..." "...probabilmente voleva utilizzarlo nello scambio, come merce o come arma di ricatto, non ne siamo sicuri..." "...Fury ha deviato la nostra gita qui, al Campidoglio..." "...vero, e ci ha comunicato che avremmo dovuto stare attenti a questo individuo. Aveva un disegno abbozzato..." "...non conoscevamo la sua identità, ma solo il nome di quelli che erano incaricati..." "...quindi di una decina di uomini. Abbiamo dovuto studiare i loro volti in poco tempo..." "...circa tre ore, ed è davvero complicato imparare delle facce..." "...non hai memoria fotografica, Peter..." "...infatti, Elena l'ha riconosciuto. Poi abbiamo convinto Ned a mandare via gli altri e abbiamo messo le tute..." "...il resto lo avete visto."
Tony e Steve annuirono.
"Va bene. Parleremo con Fury riguardo questa... missione. Il fatto che abbia accettato a farti partecipare, non vuol dire che voglio vederti morta prima dei 18 anni."
In quel momento la porta si aprì.
"Bene, Capitano. Avrai l'occasione di parlare con me oggi. E voi due, saprete quello che manca. Sono contento che abbiate imparato le facce di tutti quei venti uomini. Adrian Toomes non lavorava da solo. Abbiamo scoperto che quello scambio avverrà comunque. Andrete voi lo stesso."
Elena disse. "Prima vorrei sapere cosa succederà a Liz. A quanto so, Adrian era l'unica persona presente per lei."
Peter si voltò verso Fury, che sospirando si sedette su una delle sedie.

Angolo autrice

Quasi confessione di Peter!
Alla prossima
By rowhiteblack!

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