Capitolo 11: Niente più segreti

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P.O.V. PARKER
Ero in macchina. Andavo verso un luogo in cui non avrei mai creduto di tornare. Non avevo detto niente la sera prima a Tyler.
Erano le 7:30. Lui era a casa a dormire.
Dopo aver viaggiato per una mezz'oretta, parcheggio davanti a quella dannata casa. Lui era affacciato alla finestra, guardandomi uscire dalla macchina e dirigermi verso la porta.
Busso, aspettando che apra
"Buongiorno" disse aprendo la porta
"Ciao Logan"
"Da quanto tempo" disse abbracciandomi
Io ricambio il suo abbraccio stringendolo di più a me
Rimaniamo attaccati per un po', poi lui stacca il suo abbraccio, accarezzandomi la guancia
"Non sei cambiato per niente"
"Neanche tu"
"Dai entra" disse girandosi e rientrando in casa. Io lo seguo
Ci mettiamo nel divano del suo salotto.
Quella casa, così cupa e buia. Era stata sempre così.
"Beh, che mi racconti?" Chiese mettendomi una mano sulla gamba
Io gliela prendo e la stringo con la mia
"Mi sono fidanzato" dico guardandolo negli occhi
"Oh, davvero? Sono contentissimo"
Lui era l'unico che sapeva della mia omosessualità.
Rimaniamo in silenzio per qualche secondo guardando ognuno punti diversi della stanza
"Devo dirti un'altra cosa" rompo il silenzio che si era creato nella stanza
"Cosa?"
"Hanno attaccato. Di nuovo"
"Davvero?"
"Si. Hanno quasi ucciso Tyler, il mio fidanzato"
"Sul serio?"
"Si" rispondo cercando di non piangere, pensando a quello che gli avevano fatto
"Che ne sai che sono stati loro?"
"Tyler era stato minacciato da uno di loro. Se non consegnava della droga gliel'avrebbero fatta pagare. E infatti così è stato. L'hanno quasi ucciso di calci e pugni"
"Mi dispiace tantissimo"
"Tutto passato. Ora è soltanto un brutto ricordo" dico asciugandomi una lacrima scesa a tradimento.
Lui mi guardava con un fare triste
"E tu invece, come te la spassi?"
"Bene dai"
"Non ci vediamo da quando mamma e papà sono morti"
"Già. Sto bene. Ho una ragazza e sono felice con lei. Ho un lavoro e guadagno molto. Si, posso dire che sto veramente bene"
"Grazie a dio"
Sento il telefono vibrare. Era arrivato un messaggio.
Era Tyler
"Dove sei finito?"
Sapevo che si sarebbe svegliato presto
"Merda" dissi sottovoce
"Cosa?"
"Niente. È Tyler. Mi ha scritto. Non l'ho avvisato che venivo da te"
"Ma come? Non gli hai detto di me? Non ne hai mai parlato del fratello segreto?"
"No. Diciamo che non ne ho parlato con nessuno in generale"
"Perché? Ti vergogni di me?"
"No,perché dovrei vergognarmi di te"
"Dopo tutto quello che è successo in famiglia"
"Ti giuro che non mi vergogno di te" gli dico accarezzandoli la guancia "sei l'unico familiare che mi è rimasto. Io tengo moltissimo a te"
"Ti credo" rispose
Logan chiude gli occhi qualche secondo, stiracchiandosi e stendendo ancora di più le gambe, mettendole sul tavolino davanti a noi
"Che ne dici se magari qualche volta usciamo? Tutti e 4? Io, te, la tua ragazza e tyler. Ne parlerò con lui di te"
"Va bene" rispose.
Il telefono ricomincia a vibrare, questa volta più volte. Tyler mi stava chiamando
"Devo andare" dico tenendo gli occhi sul suo nome
"Di già?"
"Si è svegliato Tyler. Poi, devo andare. Ho da fare delle cose. Ci sentiamo per telefono" dico alzandomi
Lui fa lo stesso, alzandosi insieme a me
Istintivamente lo abbraccio, stringendo fortissimo
"Così mi uccidi"
"Sai che per te ci sono sempre?" Gli chiedo allentando la presa
"Si"
"Ti voglio un bene dell'anima. Ricordatelo"dissi infine baciandolo in mezzo ai capelli.
"Anche io" rispose poggiando la sua testa sul mio petto "tantissimo"
"Ciao" dissi dandogli un ultimo bacio in testa e staccando la presa
"Attento a te" rispose mentre uscivo dalla porta
Mi giro un'ultima volta
"Fatti sentire qualche volta"
"Lo farò
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P.O.V. TYLER
Ero disteso nel mio letto a dormire. Mi giro dalla parte di Parker, tastando le coperte e il cuscino. Mi alzo col corpo, aprendo gli occhi assonnati e accorgendomi che non c'era.
Mi alzo dal letto mettendomi le ciabatte
"PARKER" urlo uscendo dalla camera e strofinandomi gli occhi "SEI IN CUCINA?" Dissi dirigendomi in cucina
Comincio a girare per casa,cercandolo anche nei bagni
"PARKER"
Non era in casa.
Comincio a preoccuparmi. Non era mai uscito di casa così presto. Torno in camera per recuperare il telefono. Gli scrivo un messaggio
"Dove sei finito?"
"Sono le 7:30 di mattina, dove sei andato?"
Con le cose successe ultimamente ho sempre paura che da solo possa fare delle cazzate.
2 ore dopo
Erano passate due ore e ancora non era tornato. Decido di andare in bagno a farmi una doccia.
Comincio a spogliarmi e ad entrare nel box doccia, dove l'acqua bollente era già accesa e subito comincia a scivolare per il mio intero corpo.
I miei occhi su posa su una delle mie cicatrici del pestaggio in cui sono rimasto vittima
Comincio a passare il dito su quel pezzo più roseo del resto del mio corpo
"Sono a casa" urlò Parker che era appena rientrato da chissà quale posto "ci sei?"
Io continuavo a lavarmi,massaggiandomi il corpo con la spugnetta insaponata.
Finita la doccia, mi lego un asciugamano in vita e prendendone un altro comincio a passarmelo in testa, per poi mettermelo intorno al collo a mò di sciarpa. Prendo il phon e mi asciugo i capelli
Asciugati,vado in camera per vestirmi e mi ritrovo lui
Vedo che sta seduto sul letto, squadrandomi da capo a piedi, guardando la mia metà di corpo nudo
"Ciao" disse lui
Mi tolgo l'asciugamano intorno alla vita, lasciandolo per terra e mi giro verso l'armadio per prendere una tuta per casa. Gli occhi di Parker si posano subito sul mio sedere nudo. Comincia a torturarsi il labbro
"Ti sei fatto un giretto?" Chiedo mentre mi giravo verso di lui mettendomi un paio di boxer
"Ho dovuto incontrare una persona"
"Questa persona la dovevi incontrare così presto?"
"C'è qualche problema?"
"C'è qualche problema!?" Esclamai mettendomi la maglietta "io vorrei che la prima persona che vedo al mattino appena sveglio sia tu, non il giornalista del tg in televisione"
Si alza dal letto, venendomi davanti. Io alzo la testa per guardarlo in faccia
"Posso farmi perdonare?" Disse accarezzandomi il viso e poi mettendo le sue mani sui miei fianchi, alzandomi la maglia
"No" dissi togliendogli la mano e andando fuori dalla stanza.
"Dai non fare così"
"Ho paura che ti possa succedere qualcosa" risposi
"Non lo so. Picchiano anche a te, ti sparano o cose simili. Ho paura" ripetei continuamente mettendogli le mani sul petto "tanta paura"
"Non devi avere paura" rispose prendendomi il viso tra le mani "non ti lascerò mai da solo. C'è un motivo se non ero qua stamattina"
"Quale sarebbe?"
"Vieni" disse prendendomi le mani e facendomi sedere sul divano in sala "c'è una cosa che non ti ho detto"
"Per favore, non voglio altre cattive notizie"
"No, nessuna cattiva notizia"
Lo guardo confuso
"Ho un fratello"
"Cosa?"dico riducendo i miei occhi ad una fessura "hai.. un fratello di cui non conosco l'esistenza"
"Si. Ma, c'è un motivo per cui non te l'ho detto?"
"Sarebbe?"
Rimane in silenzio. Non sapeva cosa dire e si era fottuto da solo
"Non lo sai neanche tu perché non me lo hai detto"
"Scusami" disse "è una situazione difficile"
Io lo guardo senza espressione in volto.
Mi stendo sul divano, mettendo la mia testa sulle sue gambe.
Lui mette le sue mani sulla mia nuca,
accarezzandomi i capelli.
"Non voglio che ci siano segreti tra noi due se dobbiamo fidarci l'uno dell'altro, e qualunque cosa succeda non deve essere tenuta nascosta. Voglio soltanto questo"
"Sarà fatto"

Bully (boyxboy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora