28 luglio 2017
La mattina dopo mi svegliai esausta e con gli occhi gonfi. Mi misi seduta sul letto e controllai il cellulare: c'era solo un messaggio da parte di mia madre, che cancellai senza nemmeno leggere. Chiamai Andrea per scusarmi, ma squillava a vuoto, doveva essere al lavoro.
Andai in cucina e mi preparai un'abbonante colazione a base di spremuta d'arancio, biscotti e mezza banana; passai il resto della mattinata a guardare un film mediocre che seguii con poca attenzione. Avevo ben altri pensieri per la testa.
Perché avevo detto quelle cose ad Andrea? Ero stata odiosa, lui non c'entrava niente, anzi, era solo preoccupato per me e io mi ero comportata come un'autentica stronza.
Dato che non mi aveva ancora richiamato, decisi di mandargli un messaggio:
"Scusami per ieri sera, non so perché ho detto quelle cose. Per favore chiamami appena riesci"
Dopo pranzo andai a fare una passeggiata per schiarirmi le idee; odiavo il fatto che mia madre mi facesse accumulare tutta quella rabbia, che poi inevitabilmente sarebbe esplosa con qualcuno che non aveva colpe, come era successo la sera prima. Ero decisa a non vederla e non sentirla per un po', avevo bisogno di stare tranquilla e lei non era in grado di darmi quella serenità.
Tuttavia, il suo turpiloquio mi aveva inevitabilmente scatenato alcuni pensieri: se non era una storia seria quello che volevo, cosa cercavo da Andrea? Una semplice frequentazione senza impegno? Un'amicizia con qualcosa in più? Ora che ci pensavo, non avevamo mai affrontato il discorso "cosa siamo". Forse fin ora non ce n'era mai stato bisogno, ma adesso sentivo la necessità di mettere le cose in chiaro: non volevo far soffrire anche lui.
Immersa in questi pensieri, sussultai quando sentii il cellulare vibrare nella mia tasca; lo presi e lessi il messaggio:
"Accetto le tue scuse, ma vorrei parlarti a voce. Riusciamo a vederci questa sera?"
Risposi subito di sì e tornai verso casa con il cuore un po' più leggero.
Erano da poco passate le nove di sera e io ero già arrivata; avevamo deciso di incontrarci nel grande parco nel centro del paese che d'estate rimaneva aperto fino alle undici. Era una di quelle serate afose, dove l'umidità appiccicava i vestiti alla pelle e toglieva il respiro; non c'era un filo di vento e mi pentii di non essermi portata dietro una bottiglietta d'acqua.
Dopo qualche minuto vidi Andrea arrivare verso di me con la sigaretta tra le dita; il caldo torrido non sembrava averlo toccato, i suoi capelli erano perfetti e sul suo viso non c'era traccia di spossatezza, mentre io mi sentivo imperlare di sudore praticamente ovunque.
"Ehi" disse sedendosi sulla panchina accanto a me
"Ciao" risposi timidamente
"Che cazzo di caldo, beata te che hai la gonna" disse sventolando l'orlo della maglietta per farsi aria sulla faccia
"Fa caldo anche con la gonna, sai?" scherzai
"Si beh, ma almeno tu riesci a prendere un po' d'aria lì sotto"
Scoppiai in una risata fragorosa.
"Scherzi a parte" continuò lui "Come stai?"
"Sto bene, e mi dispiace tantissimo per ieri sera... Scusami" risposi abbassando gli occhi
"Ho già accettato le tue scuse" disse tranquillo "Ma volevo capire cosa c'è che non va, ho fatto qualcosa di male?"
"No assolutamente!" risposi "Ero arrabbiata per i fatti miei, ho sbagliato a prendermela con te"
"Ti va di raccontarmi cosa è successo?" chiese appoggiando una mano sul mio ginocchio
"Sinceramente no, scusa"
Non me la sentivo di condividere con lui una parte così intima e personale della mia vita, non ancora.
"Tranquilla, capisco"
Ci fu un attimo di silenzio, dopodiché continuò:
"E per quanto riguarda la cosa che mi hai detto, cosa significa che non mi devi niente perché non sono il tuo ragazzo? Non mi sembra di averti mai chiesto nulla"
"Ma infatti non significa niente! Te l'ho detto, ho sbagliato e mi dispiace"
"Però è vero che non sono il tuo ragazzo" affermò
"Beh, si"
"E tu non sei la mia ragazza"
"A rigor di logica" ridacchiai
"E quindi noi cosa siamo esattamente?" chiese togliendo la mano dalla mia gamba e portandosela al mento
Decisi di prendere la palla al balzo e dirgli quello che pensavo.
"Per quanto io non sia una grande fan delle etichette, penso che in questo caso sia meglio specificare; io non sto cercando una relazione, ne ho appena chiusa una e non ho intenzione di ributtarmici subito. In questo momento quello che voglio è divertirmi e non avere troppi pensieri"
"Mmm... Capisco" rispose con un tono indecifrabile
Oddio, si era offeso?
"Non fraintendermi" cercai di spiegarmi, gesticolando sempre di più "Mi piace stare con te e mi trovo bene, solo che non me la sento di iniziare qualcosa di serio, non prenderla male, non pensare che ti abbia solo usato, è solo che..."
"Sole, frena" mi interruppe ridendo "Ho capito quello che vuoi dire e la penso esattamente come te; nemmeno io voglio una relazione in questo momento"
"Ah"
Rimasi imbambolata per un momento.
"Che c'è? Non te lo aspettavi?" mi chiese continuando a sorridere
"In effetti no, ma sono sollevata che la pensi come me"
Ero sincera. Avevo paura che si aspettasse qualcosa in più dopo quello che era successo tra di noi, e in quel caso avremmo dovuto per forza fare un passo indietro.
"Quindi, se dobbiamo darci un'etichetta, direi che siamo due persone che si trovano bene insieme e che si vogliono divertire un po', giusto?" chiese Andrea
"Giusto" risposi decisa
"Perfetto, allora sarà questo che dirò ad Alessia e Francesca; continuano ad assillarmi chiedendomi se stiamo insieme o no"
Mi trattenni dall'alzare gli occhi al cielo sentendo nominare quelle due.
"A proposito" disse controllando l'ora sul cellulare "Tra dieci minuti devo vedermi con loro, andiamo a bere qualcosa"
Ah
"Hai bisogno di un passaggio a casa?" mi chiese alzandosi
"Oh no, torno a piedi, tranquillo" risposi cercando di non far trasparire la punta di delusione che avevo provato
"D'accordo, allora ci sentiamo" mi diede un lieve bacio sullo zigomo e si incamminò verso l'uscita del parco scrivendo un messaggio.
Rimasi seduta su quella panchina ancora qualche secondo prima di alzarmi a mia volta e incamminarmi dalla parte opposta.
Cosa mi aspettavo? Perché ci ero rimasta male nel sapere che non avrebbe passato la serata con me? Ci eravamo detti nessun legame, no? Era quello che volevo anch'io.
Giusto?
STAI LEGGENDO
Closer
RomanceChi poteva immaginare che una serata di inizio luglio come tante altre si sarebbe trasformata in nuovo inizio? Sole, ventidue anni e capelli azzurri, piena di vita e intrappolata in una relazione che ormai non la rende più felice. Fino a dove si spi...