Io e Roby stavamo insieme da due anni e a me sembrava che stessimo insieme da una vita intera.
All'inizio la nostra storia era tutt'altro che infelice: ci conoscemmo una sera durante le vacanze di Natale del 2012. Lui era un amico dell'ex ragazzo di Aurora e all'epoca stavamo costruendo la nostra prima vera compagnia mista. Passammo il capodanno tutti insieme in montagna e dopo un mesetto Roby si dichiarò. Io gli risposi che non lo conoscevo ancora bene, che per me stava nascendo un'amicizia nei suoi confronti e che non sarei riuscita a vederlo come un fidanzato.
La realtà dei fatti era un'altra: era sovrappeso.
Mi trovavo sinceramente bene con lui, parlavamo tantissimo e di tantissime cose, la pensavamo allo stesso modo su tanti argomenti, e su altri avevamo dei bei confronti ma di fisico non era proprio il mio tipo.
Non sono una stronza. Penso semplicemente che per stare insieme a qualcuno ti debba piacere anche fisicamente. Soprattutto alla nostra età, dove l'aspetto fisico è molto importante.
In ogni caso, quattro mesi dopo mi misi insieme ad un altro ragazzo della compagnia. Fu la mia prima relazione seria e sono felice di averla avuta con un bravo ragazzo. Fin troppo bravo. Dopo due anni lo lasciai perché sempre più spesso mi parlava di quanto gli sarebbe piaciuto andare a vivere insieme e passare tutta la vita con me.
Avevo diciott'anni accidenti! Non avrei mai voluto che la mia prima vera esperienza sentimentale (e sessuale) fosse anche l'ultima. Non sono quel genere di ragazza. Io ho bisogno di sperimentare, sbatterci la testa, sbagliare, pentirmi... Vivere, insomma.
E avevo la sensazione che con lui mi sarei sentita sempre limitata.
Neanche due settimane dopo che ci lasciammo, Roby tornò.
Per la gran parte della durata della mia prima relazione non lo vidi. Penso che vedermi con un altro lo faceva stare male, perciò decise di sparire. Non lo biasimo.
E quando, una sera di agosto Roby mi chiese di uscire a berci qualcosa insieme, ne fui felice. Mi erano mancate le nostre lunghe chiacchierate.
Quando lo vidi rimasi di sasso.
Aveva perso una ventina di chili ed era in forma smagliante. Si era convertito alle lenti a contatto e anche il suo abbigliamento era meno trasandato; facevo fatica a riconoscerlo.
Dopo quella prima uscita ce ne fu una seconda, poi una terza e prima ancora che me ne accorgessi, eccomi impegnata in un'altra relazione.
Ero davvero felice, facevamo tante cose insieme; nel weekend uscivamo con un piccolo gruppo di amici e ci andava bene così. Era finito il tempo delle grandi compagnie.
Ammetto che soffrii molto quando la vecchia compagnia si disgregò, ci ero veramente tanto affezionata. Ricordo che quando uscivo con loro, il tempo passava senza che ce ne accorgessimo; si facevano subito le tre e facevamo di tutto per ignorare le telefonate preoccupate dei nostri genitori. La domenica pomeriggio già ci scrivevamo per decidere cosa avremmo fatto il sabato successivo e aspettavamo sempre trepidanti che arrivasse il fine settimana. Ci sembrava che quelle notti sarebbero durate per sempre, che non ci saremmo mai divisi.
E invece, fu proprio la rottura col mio primo ragazzo ad innescare quell'irreversibile processo che avrebbe portato l'intera compagnia a frantumarsi; chi avrebbe voluto uscire con due neo ex? Io per prima non me la sentivo di continuare ad uscire in un gruppo dove c'era anche lui, specialmente dopo essermi messa insieme a Roby. No, ci sarebbe stato troppo disagio.
Ogni tanto mi capita di ripensare a quelle persone e mi piace ricordarci come se fossimo stati una cosa sola; penso che un pezzetto del mio cuore e della mia spensieratezza adolescenziale rimarrà sempre con loro.
Con il gruppetto di amici di Roby era tutto molto diverso. Passavamo delle tranquille serate, sorseggiando qualche amaro e parlando per lo più di lavoro e università. Non c'erano risate a crepapelle o sfide alcoliche da superare, eravamo semplicemente delle persone che volevano trascorrere qualche piacevole ora insieme il sabato sera finché qualcuno, verso mezzanotte, cominciava ad alzarsi facendo capire agli altri che la serata era giunta al termine. Ci salutavamo semplicemente con un: "Ci vediamo sabato prossimo" e poi ognuno per la sua strada.
Penso che il motivo che mi fece avvicinare sempre di più alla compagnia di Davide e Andrea sia proprio questo: mi ricordava la mia prima e unica vera compagnia di amici. Con loro ritrovai una spensieratezza che credevo perduta e mi sentii di nuovo una ragazzina, anche se, come avrei scoperto presto, non era altro che un'illusione.
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Closer
RomanceChi poteva immaginare che una serata di inizio luglio come tante altre si sarebbe trasformata in nuovo inizio? Sole, ventidue anni e capelli azzurri, piena di vita e intrappolata in una relazione che ormai non la rende più felice. Fino a dove si spi...